martedì 14 luglio 2015

Le estati felici

Maria mise due cose in macchina e parti alla volta di Forte dei Marmi.
Quella mattina era stata depositata in cancelleria l' istanza di separazione consensuale: suo marito era fuggito tre mesi prima con una polacca più giovane di lui di vent'anni. Scappava verso quel luogo di vacanza dei suoi primi anni di vita e degli anni trascorsi con lui. Ma quest' ultimo periodo lo congelò nella sua mente, cercando di ritrovare dei ricordi che la scuotessero meno.
Parcheggiò sul lungomare pieno di gente che camminava, sostava, e poi riprendeva la passeggiata. Entrò nel bagno della sua infanzia, e si sedette sulla sabbia umida. Gli odori del cibo che provenivano dai ristoranti, le ricordavano quelli della sua infanzia.
Si rammentò delle merende che le preparava la nonna,e, soprattutto di quel tradizionale pranzo di Ferragosto che sua quest'ultima amava preparare per tutta la famiglia. Ferragosto era un avvenimento quasi come Natale. Genitori, parenti, zii, cugini, si riunivano nel villino. Quel pranzo non prevedeva speciali portate, ma piuttosto i piatti tipici della tradizione romana per quel giorno.
Fettuccine al sugo, pollo con i peperoni, pomodori con il riso e le patate, misticanza, e l' immancabile anguria, comprata da uno ortolano che conoscevano da anni.
Fin dalle prime ore del mattino, un odore di peperoni sbruciacchiati invadeva la casa, e Maria si divertiva ad aiutare la nonna a spellarli meticolosamente. Poi si prendeva un mazzo di basilico fresco ed odoroso, che proveniva dai campi vicino Sarzana, e si cominciava a tagliuzzarlo con le mani: sarebbe servito per mescolarlo al riso il quale sarebbe a sua volta andato a costituire la farcia dei pomodori.
Maria sorrise a quel ricordo, gli sembrò di sentire ancora vive in lei tutte quelle immagini, così nette nella sua testa, dopo molti anni. più che altro, le pareva di essere  in possesso di se stessa, della sua persona: quella sera sentiva di essere un'altra ,una smembrata, senza futuro, senza progetti. Era pervasa da un' abulìa, e neanche ricordava come fosse potuta arrivare fino al Forte dopo uan giornata così triste. D'estate è così strano essere sconfortati,si è in contrasto con il sole, la vita, la gioia delle ferie!
Si distese lunga vicino alla riva, incurante dei pantaloni bianchi che indossava, e si mise a fissare la luna.
Il satellite sembra una tv e dentro ci vedeva riflessi i suoi ricordi. Ancora cibo, pietanze, l' odore delle fettuccine rigorosamente preparate in casa, la farina che impolverava la spianatoia, il giallo vivo delle uova.
Ebbe freddo, ma non un freddo epidermico, partiva dal cuore, da dentro. Sperava quasi giungesse sua nonna per metterle addosso l' odiato golfino contro l' umido, ma nulla. Tutto sembrava in fondo ad una galleria lunga, buia, alla fine della quale c'erano le figure famigliari a lei care. Il gusto dei pomodori con il riso sembrava averle invaso la bocca: quanto ne andava matta! Era l' unica cosa che mangiava volentieri in estate, oltre ai gelati.
Ma nonna era severa, in questo, e non le permetteva di fare stravizi. Ah, quel gelato di fragola, come era buono! Ed il limone con la sua schietta asprezza: indimenticabile!
Improvvisamente, si sentì chiamare. Si girò, era Walter, il suo primissimo amore. Si salutarono con molto affetto, si raccontarono tante cose, e non si accorsero che avevano fatto l' alba. I primi raggi schiarirono i loro capelli, ed i loro denti scintillarono alla luce di quel mattino mentre si sorridevano. Forse i ricordi di quella sera era diventati meno malinconici, e Walter e Maria si diressero verso il primo baretto da cui proveniva l' odore fragrante dei bomboloni, anche quello appartenuto ad un tempo passato, ma che sapeva di futuro.
luglio 2015 alle 18:18 | Etichette: