mercoledì 28 gennaio 2015

Noi di Villa Grazioli

Gennaio a Roma è il mese più freddo. Che poi, freddo.... rispetto al clima di qui, è tutto molto relativo. Uscivo al sera verso  le 19,00 dopo "studi matti e disperatissimi" ( giuro!). e incontravo gli amici. Ci andavamo a riscaldare con una cioccolata  da Fassi, due chiacchiere, una risata, e via di nuovo a casa. Era il 1979, l' anno della maturità. Eravamo giovani speciali, riflessivi, sognatori. Ma anche buontemponi, affiatati. Ore ed ore chiusi in una 126 bianca di  cui ricordo persino la targa. a parlare di tutto, o almeno così ci sembrava. Filosofie di ragazzi, discorsi sull' amore, e su tutto ciò che ne faceva parte. Intanto io guardavo "lui", e "lui" guardava me e, tonta come ero, la classica ragazza di buona famiglia, non mi  accorgevo "dell' altro" che non mi staccava gli occhi di dosso. Cose così, cose semplici, storie comuni, vissute da tutti, ma che per tutti sono speciali ed indimenticabili. C'è sempre un lui ed una lei, ed un altro che soffre, o magari anche una lei che è innamorata e non ricambiata. Mi dicevo che ero fortunata, ascoltando Venditti che  cantava " buona domenica" alle radio private: io non ero  colei che trascorreva la domenica sui  libri, non  tutta: mi  aspettava.  Un piccolo mondo, tra i profumi certi di casa, i libri, le canzoni, il pomeriggio con lui, le corse in vespa ( di  un colore orribile: giallo), per non parlare di  una Skoda verde pisello, uscita da chissà quale concessionario. Eravamo sani, allegri e seri nello stesso tempo tutti, con un grande senso del reciproco rispetto e  nessuno rivolgeva a noi ragazze una parla fuori posto. C'era l' amico di tutti, che ora è qui, ritrovato con la sua dolcissima moglie, il serio ( il mio lui), il filosofo (l'altro), il grande ( anche lui  ora qui , tra i miei amici), suo fratello (altro filosofo, che però non disdegnava fare il casinista). Noi ragazze eravamo forse più di loro. Alcune erano molto amiche tra di loro, andando a scuola insieme, una era un po' sfortunata in amore, un' altra che visse una storia un po' difficile, ed io. io che chissà perché, facevo caso a parte, come sempre è stato nella mia vita,  amica di tutte e di nessuna, diversa, forse un po' snob, anche se involontariamente. Discoteche poche, si stava molto in casa, e si parlava, si parlava. si parlava...oggi non ricordo neanche quali fossero gli argomenti, ma rammento l' intimità che si creava tra di noi, gli spicchi di sana umanità, che  ancora ho incollati addosso, come incollate sono le nostre risate, e i nostri sguardi limpidi, non  ancora velati dal flusso della vita