venerdì 9 ottobre 2015

9 Ottobre 1965... Non capivo perché mia madre dovesse andar via, non capivo cosa fosse quella valigia, quei vestitini da neonato. Non capivo neanche le rassicurazioni di mia nonna. Nonno mi prese in braccio, e mi disse che quella sera mi avrebbe letto di nuovo la striscia di fumetti sul quotidiano che leggeva. Ed io piangevo, non volevo che mamma uscisse di casa. Mio padre mi chiese che regalo volessi, e che me lo avrebbe portato la sorellina o il fratellino che doveva nascere. Ma io, testarda come un mulo, mi impuntavo, dicendo che alla cicogna potevano dare benissimo il nostro indirizzo, senza posarsi chissà dove. Fra lacrime e promesse mi addormentai sfinita tra le braccia di mio nonno, in un sonno profondo come solo sa essere quello di una bambina di cinque anni. Prima di chiudere gli occhi, ripetevo a me stessa che ci fosse qualcosa che non mi quadrava, non mi quadrava affatto. Dormii finchè non fu proprio mio papà a svegliarmi. me lo ricordo bene il sorriso e la faccia di mio padre: il completo grigio, il gilet bordeaux, la sua cravatta. Sorrideva felice, il volto disteso, nonostante l' attesa lungo i corridoi di Villa Bianca.
"E' nata, sai, è una sorellina. Ti piace il nome Roberta?" Chiusi gli occhi di nuovo, ora tutto mi appariva più chiaro

mercoledì 7 ottobre 2015

Dio è morto nell' etica della gente,
nei preti pedofili, nel malgoverno.
Dio non vuole esistere più,
ha rinunciato al compito sulle
onde di un Mediterraneo senza
pace, Tra le Torri, sui resti di
Palmira. Tra la gente delle Borse
di Stato, dove piccoli demoni
beffeggiano e tu ed io. Dio non
vuole più vederci, ha marcato
un cartellino senza più tempo.
Dio gira le spalle, col suo sacco
di uomini e creazioni. S' affanna
le stelle, con le mani sul suo spirito

venerdì 2 ottobre 2015

Sotto un tuo mesto sorriso
hai donato tristezza e le gioie
come stelle nelle mie mani
Che io sia fata oppure una
strega, lo ignoro, ma so che
che questa tempesta t'avvolge
tu, nocchiero al timone di una
passione, veleggi in balìa di
onde a te ignote. Ed il soffio
di un vento sottile e leggero
sposta l'anima verso incertezze
Sai, amore è anche questo
governare la barca non badando
al mare, procedere verso il porto
senza paura. E tu, su solo hai
dentro le mappe tracciate
da chi ama anche il dolore

martedì 29 settembre 2015



Buonanotte a te, ai tuoi sogni appassiti
a quel che credevi, a quel che non c'è.
Buonanotte al velo triste, su occhi che
  hanno guardato guizzanti forme e sorrisi
Alla tua fantasia di esser preso per mano
per poi volare dove vorresti e forse non sai
. A quella tua vita che mai cessa di battere.
A te, felino curioso di donne e piacere
. A quei tuoi padri, come te consapevoli
del vivere senza far palpitare un cuore.
Non volevi catene, ma ne sei avviluppato.
Sciogliti, e corri per strada, sei libero, ora
Non era poi Circe a stregarti davvero
Due sorelle, due mondi diversi. lei, la prima, la più grande, estrosa, vivace, ribelle, ma allo stesso  tempo rigida con se stessa e studiosa. L'altra, più piccola, era chiusa, timida poca voglia di studiare, cresciuta nell' ovatta. Due diversi modi di educare da parte dei genitori. La grande non si domava,
difficile contenerla, tante liti, eppure lasciata sola  e in pace, per il rendimento scolastico. La vita continuava e più crescevano, più si allontanavano. La ribelle aveva un' immensa voglia di vivere di fare, mentre la timida se ne stava nel suo modo colorato di cartoni animati, nonostante fosse già adolescente. Spronata dalla sorella,  era però refrattaria al cambiamento: stava bene così, assopita nel suo  mondo di sogni. Anche  l'altra sognava, ma i sogni  li voleva vivi e certi. Sicura di  sé, non  mollò mai,  ma fece restare a bocca aperta tutti il  giorno in cui disse che si sarebbe sposata
cambiando città. Nessun dolore, neanche nostalgia assalirono le due ragazze, l' una riguardo all' altra.
E solchi si facevano più netti, come voragini. Morì il padre, poi la madre, e colei che era restata loro accanto, si adattò ad una semplice vita da casalinga: tran tran tra compagno, suocera e parenti. Ma la prima no, la prima voleva lavorare, essere indipendente, realizzarsi, ed infatti trovò un lavoro dinamico che l' appagava. gli  anni passavano, tra la vita turbinosa di una e la tranquillità dell' altra.
Un po' di invidia, e un  po' di sprezzo, le accompagnavano separatamente. ormai ridotte a due estranee, non  aveva più nulla da dirsi, neanche gli  auguri di Natale o di compleanno. Tempo, tempo che passava e scavava arando solchi per l' indifferenza reciproca. Ma i giorni  che sembravano uguali dall' una e dall' altra parte, ebbero un colpo di coda, perchè il marito della maggiore morì all' improvviso, mentre il compagno della minore  se ne andò via lasciandola a mani  e a cuore vuoto.
Fu allora che le due, per forza di cose, si ritrovarono per amore e per non avere altra  . Il giorno in cui si ritrovarono, non riuscirono  ad abbracciarsi, tanta era il pudore sopraggiunto, ormai. Eppure una certezza, l' unica  oramai che potevano avere: non sentirsi più sole.

mercoledì 23 settembre 2015

Se potessi dire ti amo
Ad un uomo senza volto
Che mi levi zavorre e catene
Se potessi strapparmi il
Cuore e metterlo in un ...
Angolo di mondo, bendando
Gli occhi per guardare.
Se potessi essere solo
Aria, fuoco o notte
Scapperei tra le sue braccia
Abbasserei le ciglia con
Un sospiro. E allora, solo
Allora, mi abbandonerei
Al primo vero sonno
Della vita mia

martedì 22 settembre 2015

Mai più, mai e poi mai
ci ritroveremo accanto
a quel camino, a guardare
fiamme attraverso quel
giallo di un bicchiere di ...
bianco. Freddo era il
bere, bella la compagnia
Ragazzi cresciuti con il
cuore aperto, mente verso
un cielo impossibile da
raggiungere. Parlare, e poi
ancora parlare e discutere
lo sguardo basso del più
timido e la mia irruente
dolcezza. E poi, quel piatto
della mia seconda terra
consumato insieme non
immaginando questo addio

domenica 13 settembre 2015

Due parole, per smascherare la felicità,
per un confortare un cuore che chiede.
Due parole, per chi si tormenta
usando il suo di cuore, spargendo
l'anima. E chi hai il dono deve,...
ha un compito. Chi legge, non
dirà che è analfabeta, aprirà
libri e sfoglierà diari, lasciando
in bianco le sue righe, per un
tema mai affrontato

venerdì 11 settembre 2015

Una storia come tante

Katia era arrivata all' isola facendo l' autostop: c'era lo sciopero dei traghetti, oltre a quello dei treni ,
ma voleva raggiungere a tutti i costi il residence prima del pomeriggio, per fare un  bagno al tramonto
Aveva sentito parlare tanto di quel posto da un suo vecchio fidanzato che lì aveva trascorso la sua infanzia. Non era la solita autostoppista con zaino e mise molto casual, ma piuttosto una ragazza un po' meno ragazza, con un prendisole castigato e firmato, espadrillas con  zeppa, e occhiali  fashion.
La sua esperienza di vita, le permise di individuare con sicurezza un automobilista senza grilli per la testa, ed infatti si scelse una donna, una  signora di mezza età con cui  chiacchierò dirigendosi verso il porto. Casualmente riuscì a prendere un  natante  senza difficoltà, giungendo a destinazione come desiderato. Arrivò al residence, dove si cambiò immediatamente e si diresse verso la spiaggia. Tornata da quel bagno pomeridiano, e dopo aver cenato, si diresse verso la piscina interna per
fare un po' di conoscenza con gli ospiti. Uno, in particolare, accompagnato da moglie e figli, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Katia simpatizzò con la moglie, una donna intelligente, tipo spiccio, a differenza di lei, che era sempre complicata. Si sentiva in imbarazzo, ma sicura di sé, si disse che l' interesse del marito provolone non erano affari che la riguardassero, visto che comunque il  comportamento di  lui era corretto, a parte certi sguardi che facevano capire cosa pensasse lui.
Rimasero amici per anni, e Katia non  dimenticava mai  di inviar loro qualche cartolina proveniente
dai  suoi luoghi di vacanza,  si scambiarono qualche visita e molte telefonate, e fra Katia e lui  si
instaurò simpatia e confidenza. Ogni tanto lui passava dei  brutti periodi di depressione, e lei era la
sua amica, quella che ascoltava i suoi dubbi, le sue crisi, i suoi  stati confusionali. Un giorno decisero di vedersi, visto che lui  stava di  nuovo passando uno dei  suoi periodo neri. Katia accettò, incontrandolo a metà strada. Trascorsero una mattinata piacevole, parlando molto e seduti di fronte ad un aperitivo. Scambio dii  idee sulla vita,la politica, i sentimenti, tutto....Arrivarono alla stazione, dove ognuno  avrebbe ripreso il treno andando verso opposte direzioni. Ma, come un fulmine a ciel sereno, Katia si ritrovò senza  rendersene conto, con la bocca di lui sulla sua, e rivide quello sguardo
di  tanti anni prima negli occhi di  lui.  Si divincolò, e si diresse verso  il marciapiede della stazione.
Una volta a casa, cancellò il numero di telefono  dalla rubrica, chiuse tutti gli  accessi: era un  amico, ma così facendo, l' aveva tradita

giovedì 10 settembre 2015

Non dirmi sempre e che sarà sempre
lo sai, la vita è un ghirigoro di eventi
non c'è fedeltà in niente. Non importa
che sentimento sia, solo che sempre
non è sempre. Ora, qui, è il sempre...
Nell'attimo in cui si ride, o ci si cerca.
Tutto è là, dietro una porta, qualcosa
si nasconde, e non lo sappiamo.
Non pensarmi, non cercarmi
io sono vento, e non mi fermo
Dentro il cuore, solo me stessa

mercoledì 9 settembre 2015

Invidio le donne che amano tanto.
Quelle che si portano l' amore
impossibile come un sacco
con un dolce sorriso. Quelle
che patiscono, si domandano...
che bevono il the con le amiche,
e intanto il cuore fa loro
compagnia. Le vedi lavorare,
in giro per la strada, attaccate
ad un messaggio, ad un segno
Quelle che non chiedono e dànno
e quelle che ferite, con l'anima
stropicciata, poi non perdonano,
non perdonano mai

lunedì 10 agosto 2015

E poi l'atmosfera della sera
le luci, i passi, un' ombra
indefinita che sgattaiola
veloce dentro un portone
Dietro le finestre, una vita ...
che riposa, due unite
forse nell'amore.
E tu lì, che raccogli
pensieri tra due lenzuola
che sanno di speranza

giovedì 6 agosto 2015

Marco tirava avanti così, per inerzia; non era felice, il suo matrimonio non era gran che, ma lo aveva capito solo pochi giorni prima delle nozze che quella non era la donna per lui. Non ebbe il coraggio di mandare all' aria tutto: ristorante prenotato, bomboniere, i mobili, il contratto d'affitto della casa. Disse a se stesso che voleva provarci ugualmente e che al limite si sarebbe separato in un secondo tempo. Ma la prima figlia venne dopo nemmeno un anno, e non se la sentì di mollare baracca e burattini.Sperando sempre che le cose cambiassero con il lieto evento, Marco si convinse che sua moglie avrebbe smesso di trattarlo male, di rimproverarlo per ogni cosa che faceva. Fortunatamente c'erano gli amici del paese, la birretta serale, il lavoro e la bimba con cui giocare alla sera. Manuela, sua moglie, intanto peggiorava sempre di più, diventando ogni giorno più aggressiva e scostumata. Marco la giustificava adducendo all' impegno con la bambina il suo comportamento: non voleva vedere, non voleva ammettere il suo errore, nonostante se ne fosse reso conto già prima. Gli anni passavano, ed un altro figlio, un maschietto, venne ad aggiungersi alla famiglia. Marco aveva qualche difficoltà sul lavoro, fino al giorno in cui arrivò la lettera di licenziamento: la sua ditta chiudeva i battenti, facendolo ritrovare in mezzo ad una strada. Non si perse d'animo, fece domande, consegnò curriculum ovunque, fino a che venne assunto come ragioniere in un 'altra ditta, facendogli tirare un sospiro di sollievo. In casa le cose peggioravano sempre di più e Marco si appiattiva col passare dei giorni, diventando abulico. Avrebbe voluto prendere in mano la sua vita, ma non poteva: due figli piccoli da crescere glielo impedivano. Si rifugiò nei ricordi passati, nella vita spensierata da adolescente, pensando anche alle ragazze conosciute all' epoca. Una notte, non dormendo, rivide l' immagine di una ragazzina con cui aveva avuto un filarino anni prima. Si chiamava Daria, ed a lei aveva dato il primo bacio. Nel buio, quel viso e quel sorriso si facevano sempre più nitidi, ma non sapeva come cercarla. Si ricordò che era amica di Alessandra, una sua compagna delle superiori, e la mattina telefonò a quest'ultima con una scusa per avere notizie. Alessandra e Daria erano ancora in contatto, e Daria le aveva fatto persino da testimone alle nozze, quindi non fu difficile sapere
che fine avesse fatto l' oggetto dei suoi pensieri. Daria non viveva più in città, si era trasferita, sposata e poi divorziata, aveva una figlia studentessa universitaria. Marco non osò andare oltre, non voleva che Alessandra si insospettisse, ma la cercò in internet e la trovò. Le loro vite erano distanti, cambiate, i ruoli differenti. Si sentirono un paio di volte al telefono parlando del più e del meno, e quando finalmente riuscirono a raccontarsi il loro passato che si era incrociato per qualche mese, Marco se la sentì nonostante tutto vicina, ed anche se fu soltanto per poco, ebbe la sensazione di non sentirsi più solo, attraverso quel segno che anche in lei aveva lasciato
  
accendi le tue stelle, ragazzo
e tra il cantare dell' estate, ed un
grillo che non fa dormire, togli le
tue scarpe e fatti carezzare
dall'erba. Respira, pensa, incrocia...
le tue braccia sotto la testa e guarda
lontano. nel buio di una notte.
Tornerà quel sogno mai scordato
Forse sarà diverso, forse non lo
stesso, gli girerai le spalle.
e con le mani in tasca e un fischio
sue labbra, ne aspetterai un altro
e sarà soltanto il tuo

martedì 28 luglio 2015

Una storia così

Un gruppo di ragazzi, e dentro questo, la solita storia di un ragazzo, una ragazza, ed un altro ragazzo che sta a guardare.
I primi due stanno insieme, il secondo è coinvolto da lei. lei non si accorge di nulla, è giovane, forse troppo perbene per essere maliziosa, e lo reputa solo un amico, un carissimo amico con cui le piace parlare di tante cose. Discorsi che forse non sanno dove vanno a parare, di parla di tutto e di niente, ma comunque si prova a crescere insieme.... Poi l'amico parte per il servizio militare, ma lascia una lettera a lei, una sorta di benedizione di augurio ad essere felice. Di questa lettera ne fa un annuncio tirandola in disparte in mezzo alle gente, e tenendola per mano. Pochi giorni giorni dopo, la lettera arriva, la legge, ma continua a non capire niente. Neanche le viene in mente nulla, pur leggendola con tenerezza. E neanche aveva capito nulla quando lui le aveva inviato cinque rose rosse baccarat, per il suo compleanno,accompagnandole con un biglietto " Mai ti cancellerò dal mio cuore.Buon compleanno". Bisogna però dire che in questa ultima occasione, lui non sapeva che lei stesse prendendo le "misure" con l' altro, e quindi non c'era nulla di scorretto, in fondo". La cosa si esaurì così, in modo platonico, senza traditori e traditi, ma era il 1979, forse l' 80, ed allora l'amicizia aveva le sue regole ferree, un'etica
, e c'erano ancora i bravi ragazzi, e le brave ragazze

lunedì 27 luglio 2015

Non possiamo fare a meno di te,
lo sai, della tua dolce, umana, presenza.
Quando ci sei, siamo sfiorati
 da tenerezza irreale che conforta l'anima.
So che sai leggerci dentro sempre,
 e che le tue parole sono quelle
 che entrano nel pensiero.
 Forse felice non lo sarai mai,
 neanche per incoscienza.
Per te che voli sopra ogni miseria,
 non esiste pace, ma tua è la grandezza
Poche righe, una partenza
io che non capivo, e tu soffrivi
Rose, un biglietto, per mai
cancellarmi dal tuo cuore
E poi lacerarsi, finire, mai
più vedersi, Ma il tempo sa
quando giocare, e riavvolgere
il nastro spezzando il passato,
riammettendo nella memoria
solo i ricordi più belli

lunedì 20 luglio 2015

Se non voglio amarti, non darmi così tanto.
fammi solo essere il tuo piccolo sogno leggero
che ti increspa la fronte. Sogna pure
un sguardo verso un sole che lontani
ci scalda. Ed un battito d'ali simile...
ad un bacio che sa d'aria. Cammina verso
un tramonto, prendendomi per mano
e cerca pace, pace, morendomi sul cuore

Sognando Palermo

Ti vedrò; prima di morire, ti vedrò
e gusterò i tuoi profumi, i colori, il
vociare della gente tua. Risuoneranno
echi di racconti lontani, e melodie di
parole ed accenti. In fondo alle strade, ...
tra palazzi e palme, l' ombra di un
gattopardo sarà stagliata nel sole.
Di notte riascolterò litanie di
preghiere antiche, dove santi e
magie diventano unica anima
Ti vedrò, solatìa e dolce falce
protesa verso me, mi donerai
quel pensiero che feci già mio

sabato 18 luglio 2015

Come quei due ragazzini di allora,
il cuore batte, sotto i segni del tempo
fresca è ancora l'anima, come il
tuo ricordo del bacio. Ti vedo e
dico che sei ancora tu, con il...
caro lampo dei tuoi occhi.
Pesante è stata la tua vita,
seppur bella di certe emozioni.
Lo so, vorresti tornare indietro
girare la chiave di un portone
pesante. No, non ci sarà
un altro bacio, neanche
l' isola di noi due abbracciati.
ma se lo hai custodito nel tempo,
è grande, profonda memoria
Tutti viaggiamo verso
la nostra Itaca lontana
dove tutto aspetta, dove
tutto è fermo.
Lo sguardo fisso verso...
un infinito, a trovare
se stessi, e svelarci il nostro
mistero. Si spera, si sogna
che laggiù tutto cambi;
troveremo certezze
tireremo sospiri,
e quando baceremo
Itaca e il suo confine
potremo chiudere gli
occhi, e per sempre
dormire

venerdì 17 luglio 2015

Scusami gigante di vetro
se non ti ho saputo dare.
ma amare significa viaggiare
insieme nel tempo. E' far volare
chi ha voglia di un solo
unico volo. In due non ci si
libra con ali fatte di piume,
ci si accarezza a vicenda
per renderle forti. No, amore
non è possesso, né colmare
una falla, è presentarsi davanti
con mani vuote e da riempire.
E' avere un solo pensiero,
un solo progetto. hai cercato
la creta, hai trovato solo
marmo.

martedì 14 luglio 2015

Le estati felici

Maria mise due cose in macchina e parti alla volta di Forte dei Marmi.
Quella mattina era stata depositata in cancelleria l' istanza di separazione consensuale: suo marito era fuggito tre mesi prima con una polacca più giovane di lui di vent'anni. Scappava verso quel luogo di vacanza dei suoi primi anni di vita e degli anni trascorsi con lui. Ma quest' ultimo periodo lo congelò nella sua mente, cercando di ritrovare dei ricordi che la scuotessero meno.
Parcheggiò sul lungomare pieno di gente che camminava, sostava, e poi riprendeva la passeggiata. Entrò nel bagno della sua infanzia, e si sedette sulla sabbia umida. Gli odori del cibo che provenivano dai ristoranti, le ricordavano quelli della sua infanzia.
Si rammentò delle merende che le preparava la nonna,e, soprattutto di quel tradizionale pranzo di Ferragosto che sua quest'ultima amava preparare per tutta la famiglia. Ferragosto era un avvenimento quasi come Natale. Genitori, parenti, zii, cugini, si riunivano nel villino. Quel pranzo non prevedeva speciali portate, ma piuttosto i piatti tipici della tradizione romana per quel giorno.
Fettuccine al sugo, pollo con i peperoni, pomodori con il riso e le patate, misticanza, e l' immancabile anguria, comprata da uno ortolano che conoscevano da anni.
Fin dalle prime ore del mattino, un odore di peperoni sbruciacchiati invadeva la casa, e Maria si divertiva ad aiutare la nonna a spellarli meticolosamente. Poi si prendeva un mazzo di basilico fresco ed odoroso, che proveniva dai campi vicino Sarzana, e si cominciava a tagliuzzarlo con le mani: sarebbe servito per mescolarlo al riso il quale sarebbe a sua volta andato a costituire la farcia dei pomodori.
Maria sorrise a quel ricordo, gli sembrò di sentire ancora vive in lei tutte quelle immagini, così nette nella sua testa, dopo molti anni. più che altro, le pareva di essere  in possesso di se stessa, della sua persona: quella sera sentiva di essere un'altra ,una smembrata, senza futuro, senza progetti. Era pervasa da un' abulìa, e neanche ricordava come fosse potuta arrivare fino al Forte dopo uan giornata così triste. D'estate è così strano essere sconfortati,si è in contrasto con il sole, la vita, la gioia delle ferie!
Si distese lunga vicino alla riva, incurante dei pantaloni bianchi che indossava, e si mise a fissare la luna.
Il satellite sembra una tv e dentro ci vedeva riflessi i suoi ricordi. Ancora cibo, pietanze, l' odore delle fettuccine rigorosamente preparate in casa, la farina che impolverava la spianatoia, il giallo vivo delle uova.
Ebbe freddo, ma non un freddo epidermico, partiva dal cuore, da dentro. Sperava quasi giungesse sua nonna per metterle addosso l' odiato golfino contro l' umido, ma nulla. Tutto sembrava in fondo ad una galleria lunga, buia, alla fine della quale c'erano le figure famigliari a lei care. Il gusto dei pomodori con il riso sembrava averle invaso la bocca: quanto ne andava matta! Era l' unica cosa che mangiava volentieri in estate, oltre ai gelati.
Ma nonna era severa, in questo, e non le permetteva di fare stravizi. Ah, quel gelato di fragola, come era buono! Ed il limone con la sua schietta asprezza: indimenticabile!
Improvvisamente, si sentì chiamare. Si girò, era Walter, il suo primissimo amore. Si salutarono con molto affetto, si raccontarono tante cose, e non si accorsero che avevano fatto l' alba. I primi raggi schiarirono i loro capelli, ed i loro denti scintillarono alla luce di quel mattino mentre si sorridevano. Forse i ricordi di quella sera era diventati meno malinconici, e Walter e Maria si diressero verso il primo baretto da cui proveniva l' odore fragrante dei bomboloni, anche quello appartenuto ad un tempo passato, ma che sapeva di futuro.
luglio 2015 alle 18:18 | Etichette:

mercoledì 8 luglio 2015

Delle nozze, delle rime e dell' ufficio



Diana si sentì chiamare dalla collega che le comunicò che Anna la stava cercando. Anna era una delle sue amiche dell' ufficio, ed aveva una figlia che si sarebbe sposata pochi giorni dopo. Solo in pochi colleghi erano stati invitati, e Diana viveva questa scelta di Anna con un misto di gratificazione e di rispetto. Quando fu nella stanza di Anna, questa la pregò di fare una poesiola in occasione del matrimonio; Diana nono sapeva cosa d...ire, conosceva poco i due sposi, sapeva solo che erano due astrofisici, che lui era francese e basta. Anna insistette così tanto, che Diana non
fu capace di rifiutare, ma una piccola ansia cominciò a pervaderla-
" E mo' che scrivo?" si domandava mentre tornava in stanza. Il lavoro la riassorbì di nuovo ed alla poesia non ci pensò più. Tornata a casa, ne parlò con il marito, il quale seppe cosa dirle se non delle frasi di circostanza del tipo " vedrai che qualcosa tirerai fuori". Certo un bell' incoraggiamento, non c'è che dire!
I giorni passavano, il matrimonio si avvicinava e Diana rimuginava.
Pian piano la poesia prese forma e ne parlo' con Anna per avere un suo parere. Ma dopo la lettura, Anna le diede una notizia che lasciò di stucco: i due sposi, infatti, avevano deciso che, chi fosse in grado di esibirsi in qualsiasi modo ( barzellette, recite, suono di strumenti, canti), lo avrebbe fatto durante l' aperitivo. Oddio!
Venne il giorno tanto atteso, elegante come sempre, Diana e suo marito erano tra gli invitati, insieme a pochi altri colleghi che Anna e suo marito ritenevano amici. Finita la cerimonia, fu servito l' aperitivo, ed alcune persone iniziarono le loro performances. Diana assisteva con un nodo alla gola, sperando si dimenticassero di lei. Niente da fare: la sorella della sposa, d' imperio, la prese per un braccio e la trascino vicino al microfono. Più di duecento occhi la fissavano. Si ricordò delle recite alle elementari, quando era la piccola diva della scuola, sempre protagonista, ed una strega di Biancaneve che nessuno fu poi in grado di superare. Il suo ex dirigente, ed i suoi colleghi la osservavano incuriositi " chissà la Macchi che si inventa, ora" pensavano. Davanti a lei, c'erano gli sposi, e subito dietro il marito ed uno dei suoi colleghi preferiti, Rino, che le sorrideva facendole coraggio e con l' aria di chi dice "dai, che lo so che farai una bella figura".
E bella figura fu! Gli sposi erano contentissimi, e corsero a baciarla, la recitazione fu da attrice consumata, a tratti spiritosa, a tratti sentimentale. Diana era rossa in viso, soddisfatta, ed il suo pensiero corse, come sempre, alla sua maestra elementare, che conosceva le sue doti e le aveva sapute far venire fuori. Suor Gemma continuava ad accompagnarla dopo tanti anni, e Diana, in quel suo piccolo ritaglio di felicità, ebbe il solo rammarico di non poterla avere accanto


giovedì 2 luglio 2015

forse un giorno sarò capace
di dirti mi spiace.
quando i peccati miei
 incroceranno i tuoi.
Quando tu ne avrai coscienza,...
come io ne avrò. Quando le
ottusità della mente saranno
cacciate da un cuore non più
spazzatura. Quel giorno, anche
se ricorderemo che non è stato
amore, saremo liberi di andare
e di riprendere una strada.
E allora il bello prevarrà sul brutto
diventeremo forti, caleidoscopio
sarà  quello che vedremo
ed una lente immaginaria
ingrandirà il futuro

martedì 30 giugno 2015

Voglia di vivere

Enrico aprì gli occhi presto, quella mattina, convinto di andare in ufficio. Invece no, all' improvviso si ricordò di essere in pensione, e tutti gli anni trascorsi dietro quella scrivania, sembravano un treno che passava velocemente nella sua testa.



Si rigirò nel letto ascoltando il respiro di sua moglie, anche lei in pensione, che gli dormiva accanto. Un moto di tristezza lo invase: chissà quando avrebbe rivisto quella sua collega che tanto lo aveva affascinato negli ultimi mesi. Enrico era facile alla noia, cercava continuamente stimoli nuovi, anche senza ben sapere cosa volesse veramente. Il suo matrimonio era come andato verso una specie di eutanasia, moriva ogni giorno di più. Non che sua moglie non fosse una brava persona, una donna attenta alle sue esigenze pratiche e personali, ma era anche lei annoiata, stanca, cercava il nuovo e quando lo raggiungeva si dimostrava comunque insoddisfatta. Enrico non faceva che pensare a quella sua collega, non riusciva a togliersela dalla testa. Aveva tentato invano di dimenticarla, addossandole anche colpe e difetti che non aveva. Bella era bella, colpiva tutti; non c'era uomo che non le cadesse ai piedi, ma lei non si concedeva a nessuno. Provava un po' gusto a stuzzicarlo, a dimostrarsi dolce ed arrendevole, disarmante, spesso. Ad Enrico questo modo di fare incantava, abituato con un genere diverso di donna: sa moglie, appunto. Tutti in ufficio se ne erano accorti, nonostante il suo carattere riservatissimo, non aveva detto nulla a nessuno, tranne ad una sua vecchia amica con cui aveva un rapporto a volte burrascoso, ma comunque fatto di affetto reciproco. Donatella aveva cercato di consigliarlo con tutta l'anima, regalandogli il meglio dei suoi pareri, ma sapeva che poi avrebbe fatto di testa sua. Ci aveva rinunciato, alla fine, Donatella,e lo prendeva come era, e nel modo in cui sono fatte le amicizie datate, quando ormai i difetti dell' altro non li vedi più o quasi. Enrico continuava a girarsi nervosamente nel letto, studiando come potesse fare a riagganciare la famosa collega. Soffriva, non voleva ammetterlo a se stesso,ma soffriva: l' idea di non rivedere, se non qualche volta, quella donna, lo faceva star male. E poi, la retorica domanda di chi si pensiona lo sconfortava ancora di più: " cosa faccio, ora?", continuava a domandarsi in maniera che sfiorava l' ossessione. Apparentemente calmo e distaccato,Enrico era in realtà un vulcano, non di quelli che eruttano, ma di quelli che covano il magma dentro di loro, come se dovessero esplodere da un momento all' altro




  • Però questo magma non esplodeva mai,anzi,lo sentiva come scendere dentro di sé senza che potesse farci nulla. Si sentiva come trascinato da una corrente non sua, che non gli apparteneva. Solo con la sua collega si sentiva a proprio agio. Starle accanto gli sembrava naturale: era come rilassarsi su una comoda poltrona dopo una giornata di lavoro. Questa sensazione da una parte gli faceva piacere, ma dall' altra lo infastidiva: si sentiva come posseduto, e non voleva


  • Si riappisolo'. Sua moglie intanto si era alzata, ed era uscita per delle commissioni. Si fece un caffè, e lo sorseggiò vicino alla finestra, con tutta la calma che poteva concedersi quel giorno. Iniziò a girare per casa, senza capire bene cosa dovesse fare. Sedette sul divano, accese prima la tv poi il suo tablet, e dopo si mise a sfogliare una rivista in modo meccanico. Il suo cuore batteva in modo sordo, e quel ritmo sembrava dirgli " chiama.. chiama... chiama...."Fece un gesto di stizza, per non dar retta a quel muscolo che aveva in petto, ma si arrese, e quasi come un martire verso un patibolo, si avviò verso il telefono; aveva deciso,:doveva vivere



       



        domenica 28 giugno 2015

        i colori di Leonardo

        Leonardo era così, solitario, ma allo stesso tempo socievole. Amava il suo lavoro pur esercitandolo tra mille difficoltà pratiche, oggettive ed di interazione con molti suoi colleghi. Stava lontano da casa tutta la settimana, e quando vi ritornava, cercava di staccare la spina facendo lunghe passeggiate portando con sé un album da disegno. Gli piaceva ritrarre non paesaggi, ma i piccoli e nascosti particolari della natura. I suoi schizzi sapevano di aria, mare, profumo di pini e fiori selvatici. non colpivano l' occhio, bisognava osservarli attentamente per sentirli mormorare tutta la loro semplice bellezza. Mormorare, si, Leonardo non amava la confusione, i frastuoni, ma si lasciava trascinare dentro una piccola realtà silenziosa e celebrante, rimanendone rapito, ma allo stesso incontentabile, perché la sua era una ricerca interminabile ed incessante. Provava pace, in quei momenti, e pace trasmetteva a chi, come qualche suo amico intimo e carissimo, , si metteva ad osservare i suoi disegni. Di carattere riservato, li mostrava solo a poche persone, quelle che erano di cogliere le stesse cose che coglieva lui. Spariva per ore intere, ma sua moglie non ci faceva caso, non lo assillava: sapeva come era fatto suo marito; non era rassegnata al suo comportamento, e da donna intelligente, ne era diventata complice. Il caldo, in estate, ed il sole che iniziava a farsi più tiepido in inverno, lo toglievano da questo suo stordimento, dalla sua stretta intimità con se stesso, facendolo rientrare a casa per il pranzo domenicale, dove i profumi della sua terra sulla tavola apparecchiata, gli creavano ancora una volta un senso di pace e tranquillità mista a comunione con le proprie radici che i cibi tradizionali rappresentavano. Si appisolava nella calura pomeridiana sulla sua poltrona, dopo aver letto alcune righe di un libro e poco prima del tramonto, con il fresco, tornava nel suo studio per preparare le carte del lavoro settimanale. Ricaricato e sereno come era, si sentiva soddisfatto a quell' idea di poter avere ancora molto da donare.

        Piccola storia di Renato

        Renato era in piazza Santa Maria in Trastevere, quella mattina;aspettava suo figlio sorseggiando una birra che gli rinfrescava la gola in quella giornata di calda primavera inoltrata. Si era sentito di colpo meno vecchio, stanco, un po' più ottimista.
        La sua non era stata una vita facile, e non lo era ancora. Percepiva una pensione minima: pochi erano stati i contributi versati, molti i soldi sperperati. Aveva cercato invano una donna che lo amasse, ma le sue relazioni e...rano fallite, causa il suo carattere che a volte peccava di ignoranza riguardo buone maniere e civile confronto. Renato era fatto così, impulsivo, ma non era cattivo. Ostentava sicurezza, sembrava baldanzoso, persino, ma dentro di sé era fragilissimo, tormentato. Mentre beveva, attraverso il vetro del bicchiere, vide passare una donna piccola di statura, mora che sorrideva con aria ancora sbarazzina, l'aria di chi, pur essendo un po' avanti negli anni, ha ancora qualcosa di giovanile dentro. Di colpo posò il boccale sul tavolino, certo di aver riconosciuto in lei una donna cui aveva voluto bene anni prima. No, non poteva essere lei, non era possibile: l' età di quella donna non corrispondeva a chi aveva incontrato tempo addietro. Piano piano ricostruì quell' incontro ormai lontano, ne ripercorse le tappe fino ad arrivare a come fosse finita. Si era messo in testa di atteggiarsi a uomo di vecchio stampo, all' epoca; di quelli che volevano il pranzo pronto, le camicie stirate alla perfezione, la tv accesa con le partite la domenica, e lei sempre disponibile in determinati momenti. Aveva sbagliato persona. Lei era una donna indipendente, amava far tutto da sola, senza interpellarlo. Non perché non lo considerasse, ma perché era abituata così, a sbrigarsela da sola fin da ragazzina. Aveva fatto della propria autonomia una bandiera, ed ormai non poteva tornare indietro: tutto ciò faceva parte del suo carattere. e mentre lui cercava di invadere il suo territorio con ingenua prepotenza, lei si sentiva assediata, stretta in una morsa rappresentata dal bene che voleva a lui e la sua indipendenza conquistata. Fece di tutto per allontanarlo, perché fosse lui ad andarsene, non avendo lei il coraggio di dargli un colpo di grazia, lasciandolo. Vi riuscì, e non si rividero più. Come imbambolato, la mano che stringeva ancora il bicchiere, ripercorse la sua storia con gli occhi semichiusi, senza essere distolto dal garrire delle rondini e dalle urla di due ubriachi che gli passavano davanti. Solo un " ciao nonno" e due manine che carezzavano la barba, lo scossero all' improvviso. Sorrise, mise da parte quel ricordo, ilvecchio palpitare del suo cuore, e prese in braccio suo nipote che si chiamava Renato, proprio come lui. Se lo mise sulle ginocchia cantando una filastrocca, e pensò: "ho aspettato tanto il calore di un sentimento, qualcuno che mi accarezzasse senza nulla chiedermi, e forse, ora, è finalmente arrivato".

        martedì 23 giugno 2015

        Affondata nell' incavo
        della tua spalla, a
        scordare i mille precetti
        passati, trovando le
        nostre primavere, ci
        dirigevamo verso
        l' utero dei nostri giorni
        passati divisi. Scorrevano
        linee nere in quella sera
        invernale, per noi calda
        e vellutata, le cose intorno.
        Riflessioni, oggetti, gente,
        non avevano contorni.
        tutto era etereo, tutto
        era fantasma.
        e un dicembre di mistero
        scriveva pagine per noi

        domenica 21 giugno 2015

        l' ultima nostra canzone
        in quell' estate ora
        diventata lumino nel
        tunnel della memoria
        fuga autonoma di due...
        ragazzi dai molti progetti
        e dalle molte incertezze.
        Le voci nel vicolo non
        disturbavano il sonno,
        ultima nostra meta
        dopo l'afrodisiaco
        odore di erbe e salsedine.
        Fissavo il soffitto battendo
        le palpebre al ritmo del tuo
        respiro che spazzava il
        battito di un  cuore
        che non ti amava più

        sabato 20 giugno 2015

        E osservi stupita il tuo mondo
        Con gli occhiali che filtrano
        pensieri. Tutto stupisce, ma
        non meraviglia. Il cuore
        puro sa, e fa di ogni cosa...
        pietra e scrigno. E mentre
        vivi, osservi e soffri, con
        la voglia di chi vorrebbe
        verde, fiori e sole per
        quell' atto tuo d'amore
        che ti sorride al fianco.

        venerdì 19 giugno 2015

        E torna frizzante quell' aria
        di una volta. I racconti si
        perdono come faville che
        scoppiano nell' aria di
        una sera. Complicità...
        riscoperta mai persa
        Ero così, indifferente
        ma sognatrice proprio
        come mi vedevi tu

        mercoledì 17 giugno 2015

        Notte.
        Non dormo e tutto
        Appare come la scia
        Di una cometa.
        Pulviscolo sono...
        I pensieri che luminosi
        Frantumano il buio
        A niente, a tutto do
        Ascolto, nulla si ferma,
        Ogni cosa va, poi torna
        Sinuosa e' questa danza
        Poi abbasso le ciglia,
        Affondando nel ventre
        Di una notte che brulica
        Di nuovi sogni

        sabato 6 giugno 2015

        Lettera per un' amica

        L' hai detto tu, ieri, amica mia, "l'avresti supposto che tra noi sarebbe andata a finire così?"No, forse né tu né io l'avremmo ipotizzato. Siamo qui, dopo cinque anni, con gioie e guai. Non passa giorno in cui non ci si senta, magari solo due brevi righe scritte in fretta. L' ho raccontato a chi sai, che sei un po' la mia famiglia; ci siamo ritagliate un piccolo spazio per sentirci vicine. Fiducia reciproca, e complicità in una risata tipo quella dello scorso pomerigg...io. Ci siamo capite in un giorno di ansia, poi diventato fine di un tuo affanno: il giorno in cui partisti per quel viaggio di speranza. Telefonasti a pochissime persone per avvertire, ed una ero io. Quella notte non dormii: lungo i corridoi dell' ospedale, a mille chilometri di distanza, io ero virtualmente con te. Mi rigiravo nel letto, consultavo spasmodicamente il cellulare in cerca di un tuo messaggio che annunciava la fine di quel tuo, vostro, percorso doloroso, ma di speranza. Ed arrivò, tutto era andato bene, e c'era chi rinasceva a nuova vita. Se devo pensare ad uno dei giorni migliori di questo anno per me complesso, non ho dubbi: il nostro week end a Milano, bambine cresciute tra musei e strade. Gli occhi che brillavano di fronte a tante bellezze, sognando il tempo delle eteree modelle di Boldini.
        E le chiacchiere.. uh, quante! E quelle tue parole, che mai dimenticherò, che mi fecero d' improvviso capire una vita: eri arrivata al nocciolo, e, come un' esperta psicologa, avevi tirato fuori ciò che mai avevo voluto vedere. il pensarsi sempre, e a distanza comprendere che qualcosa non va, pur non sapendo nulla. Sarà che siamo nate lo stesso giorno...
        Desiderare di fare due passi insieme , oppure abitare a pochi isolati da te. Eppure, anche qui, so che ci sei comunque, e che forse stai pensando - come anche io - a quel che si combina.
        Ti basta, amica mia, quel che ti ho scritto? non lo so, ma a dirti la verità, non basta a me.

        ti voglio un mondo di bene

        venerdì 5 giugno 2015

        Giorgio

        Se tu fossi qui, ora,
        in questo preciso istante,
        guarderesti il mondo
        con il solito distacco
        Ci troveresti bestie...
        non libere, da circo.
        Appoggeresti le spalle
        senza un sospiro, perché
        di questo è solo capace
        chi si dimostra stanco.
        tu no, solo meraviglia,
        ma forse non troppa.
        E l'azzurro dei tuoi
        occhi incontrerebbe
        uno zenith lontano,
        oltre il confine di una
        passione mai morta

        domenica 31 maggio 2015

        perché, mio gigante di vetro,
        hai voluto tracciare il solco
        e piantare un fiore da
        concimare...Non sono gli
        occhi tuoi quelli di un altro...
        Non è quello il sorriso che
        cerchi. Scompare il fiore
        dietro un mazzo di carte
        lanciato in un gioco sul
        tavolo di una sfida azzardata
        I fiori, sai, sono capaci di
        vivere anche sui muri,
        e lì non si strappano:
        chi li cerca si arrampica
        colpito da un cuore di sole
        Candori vicini, fermi,
        immortali, figure distratte
        figure distratte su formicolio
        di un andare e venire.
        Sacro e profano uniti
        uno sguardo severo...
        ed uno che gioca
        e giù l' indifferenza
        marcia continua
        la luna si sa, vede
        e poi scherza
        Neanche rabbia
        Neanche dolore
        Solo sogni infiniti,
        Martello per cuori
        Di cemento rappreso...
        E pupille vive che
        Bucano fiammelle di
        Candele vibranti
        Al danzare di un
        Pensiero in attesa

        venerdì 29 maggio 2015

        L' isola che c'era

        Ischia è una carezza di sole e vento
        canzone di aliti e profumi di terra
        era la nostra meta, viaggiavamo
        concentrati d'amore per dormire
        sotto le striature d'argento di lune...
        sconosciute. Mentre l' ombra di
        una Capri bagnata di viola,
        sembrava scuotere una passione
        sotterranea, forse depressa.
        Cori intorno a noi, odore di gente,
        odore di altre umanità. Non capisti
        quel nuovo mondo, volevi il tuo
        guscio, mente io, immersa nel sogno,
        cercavo quel tuo sguardo caldo
        oggi scordato, nella tempesta dei
        nostri cuori strappati a brandelli

        Infinito

        C'è un' aria tiepida che
        avviluppa i sogni, un
        dondolìo di anime e
        di incertezze. Oggi
        fugge sudato e stanco...
        e un domani fresco
        e rosato si affaccerà
        uguale aspettando
        un' altra notte.
        Sembra infinito questo
        buio, eppure è dolce ,
        intimo e soffice in questa
        nuova estate che spia
        dietro l'angolo di una
        diversa vita, conchiglia
        dischiusa verso un cielo
        di domani bucato dal sole

        venerdì 8 maggio 2015

        QUI

        Chissà se un giorno ricorderemo
        i piccoli ritagli di sogni e confidenze
        La vita è burlona, amico mio
        la memoria negli anni è nuvola.
        Ma il cuore no, il cuore riconosce ...
        ogni singolo spazio di cielo.
        Ci siamo quasi tenuti per mano,
        nell' inferno pragmatico e crudo.
        Parole, voli, non importa se
        pindarici: erano speranze.
        E mentre percorro la mia strada
        ormai piana e sicura, mi giro
        verso te che hai gli occhi stretti
        e guardi il mare, dove ogni sua onda
        odora di bellissima tempesta.

        martedì 14 aprile 2015

        Semmai

        Semmai ci sarà un senso,
        diventerà il nostro. Semmai
        sarà gioia, sarà la nostra.
        Semmai sarà dolore, ci
        apparterrà. Amore non è...
        darsi tanto, spendere e spargere
        il molto e l' abbondanza. E' dividere
        quel poco che e' tutto.
        Facile aver le mani piene,
        regalare l' anima felice, sorrisi
        preesistenti.
        Solo il cuore pronto sa essere
        presente nell'assenza, e dona
        l' abbraccio che non c'è

        domenica 22 marzo 2015

        Cento ore, cento passi

        Passo dopo passo,
        giorno per giorno,
        minuto per minuto
        a fatica lungo il
        tunnel della vita...
        La luce appare
        poi scompare,
        e poi eccola di
        nuovo oscillare.
        Basculanti i miei
        momenti, i colori
        sfumano per poi
        riaccendersi.
        Sudore dell' anima
        sospiri e sbuffi,
        stanchezza e
        gioia in questo
        girotondo folle
        in mezzo ad anfratti
        di foreste buie, mi
        faccio uccello verso
        l' infinito sconosciuto

        martedì 17 marzo 2015

        Nirvana

        E chiudere una porta,
        poi due, poi tre,e ancora...
        Chiudere, sigillare e sigillarsi.
        Piano, a poco a poco,
        rosicchiare i contorni.
        Perché si deve, perché
        è giusto. Scivolare via,
        libellula impalpabile tra
        le cose di ogni giorno.
        Soffocare tutto intorno
        per il limbo ed il
        Nirvana, per la sera
        che non c'è

        mercoledì 25 febbraio 2015

        Di Sera


        E' questa la mi sera, sai?
        Col suo senso di vuoto,
        di vivere senza una ragione,
        Scopo non ce ne è, solo
        trascinare i piedi avanti,
        senza un cammino, una strada
        Un percorso accidentato,
        verso un tunnel
        né buio, nè luminoso
        Un grigio chiarore,
        una fiamma nel vento
        e nel vento vacilla fragile.
        Aspettando domani,
        e ancora un domani,
        colmo di chissà

        mercoledì 11 febbraio 2015

        Fuga

        Uscimmo da un universo
        di colore per incontrare
        la città dalle luci sfumate
        Nel freddo trovammo il
        calore di un pensiero
         infinito, mentre ruderi
        paterni, impietriti e
        discreti a proteggere
        una fuga per restare
        per sempre

        martedì 10 febbraio 2015

        C'est vivre

        Ed eccola la vita
        Ebbra di volti e
        suoni. Lettere,
        parole, poesie
        Voi, spirali attorno...
        a me, ed io che mi
        riempio dei vostri
        cuori e delle vostre
        ragioni. E menti che si
        intrecciano da lontano
        ghirlande di gioia o
        dolore s'avvolgo
        attorno a me come
        gioco sensuale.
        Ed io ascolto, parlo,
        vivo con anima e testa.
        Godere del momento,
        innamorarsi mai

        martedì 3 febbraio 2015

        Stelle lontane

        E starò qui, a guardare la tua danza,
        buona e zitta a vedere di nuovo un
        tuo ridere scrollando la testa indietro.
        Starò qui, muta, in mezzo ad una folla,
        l' ultima dell' ultima fila, con gli occhi ...
        che mi brillano, felice del tuo essere
        felice. E quando l' ultima nota sarà
        suonata, andrò via in punta di piedi
        a gustare la freschezza di una notte
        pura nel suo brillare di stelle lontane

        mercoledì 28 gennaio 2015

        Noi di Villa Grazioli

        Gennaio a Roma è il mese più freddo. Che poi, freddo.... rispetto al clima di qui, è tutto molto relativo. Uscivo al sera verso  le 19,00 dopo "studi matti e disperatissimi" ( giuro!). e incontravo gli amici. Ci andavamo a riscaldare con una cioccolata  da Fassi, due chiacchiere, una risata, e via di nuovo a casa. Era il 1979, l' anno della maturità. Eravamo giovani speciali, riflessivi, sognatori. Ma anche buontemponi, affiatati. Ore ed ore chiusi in una 126 bianca di  cui ricordo persino la targa. a parlare di tutto, o almeno così ci sembrava. Filosofie di ragazzi, discorsi sull' amore, e su tutto ciò che ne faceva parte. Intanto io guardavo "lui", e "lui" guardava me e, tonta come ero, la classica ragazza di buona famiglia, non mi  accorgevo "dell' altro" che non mi staccava gli occhi di dosso. Cose così, cose semplici, storie comuni, vissute da tutti, ma che per tutti sono speciali ed indimenticabili. C'è sempre un lui ed una lei, ed un altro che soffre, o magari anche una lei che è innamorata e non ricambiata. Mi dicevo che ero fortunata, ascoltando Venditti che  cantava " buona domenica" alle radio private: io non ero  colei che trascorreva la domenica sui  libri, non  tutta: mi  aspettava.  Un piccolo mondo, tra i profumi certi di casa, i libri, le canzoni, il pomeriggio con lui, le corse in vespa ( di  un colore orribile: giallo), per non parlare di  una Skoda verde pisello, uscita da chissà quale concessionario. Eravamo sani, allegri e seri nello stesso tempo tutti, con un grande senso del reciproco rispetto e  nessuno rivolgeva a noi ragazze una parla fuori posto. C'era l' amico di tutti, che ora è qui, ritrovato con la sua dolcissima moglie, il serio ( il mio lui), il filosofo (l'altro), il grande ( anche lui  ora qui , tra i miei amici), suo fratello (altro filosofo, che però non disdegnava fare il casinista). Noi ragazze eravamo forse più di loro. Alcune erano molto amiche tra di loro, andando a scuola insieme, una era un po' sfortunata in amore, un' altra che visse una storia un po' difficile, ed io. io che chissà perché, facevo caso a parte, come sempre è stato nella mia vita,  amica di tutte e di nessuna, diversa, forse un po' snob, anche se involontariamente. Discoteche poche, si stava molto in casa, e si parlava, si parlava. si parlava...oggi non ricordo neanche quali fossero gli argomenti, ma rammento l' intimità che si creava tra di noi, gli spicchi di sana umanità, che  ancora ho incollati addosso, come incollate sono le nostre risate, e i nostri sguardi limpidi, non  ancora velati dal flusso della vita

        sabato 24 gennaio 2015

        Tu

        Arrivavi prima di me
        : stessa città, stesso giorno
         E poi via, a vivere due vite
         diverse nei loro momenti,
        mentre prendevano forma
         pensieri e sogni, forse gli stessi,
         Vedevamo le stesse albe,
        i cieli erano uguali
        E poi gli amori...sorrisi e pugni.
        Guardavamo identiche piogge,
         con i segni profondi sulla fronte
        Conservavamo le parole
         che ci saremmo raccontate
         incartando un' anima per quel
        giorno di futura primavera

        martedì 13 gennaio 2015

        GEMMA



        Ti aspetto oltre i normali segni del mondo,
        fra il mio vivere ed il mio camminare,
        tra un sogno ed una risata, tra una
        lacrima ed un pensiero. Verrai a me
        come quel giorno, con il tuo volto ...
        arrossato e pieno di promesse..
        verrai di corsa, come facevi sempre.
        Trafelata e con il tuo entusiasmo.
        Mi regalerai ancora la tua gioia
        di vivere, e splendide, umili e
        grandi parole. Lo so, verrai,
        sarai ancora guida e luce dei
        miei sentieri impervi e delle
        strade illuminate. Sarai, sei...
        sei già qui, mi hai lasciata
        senza mai abbandonarmi

        sabato 3 gennaio 2015

        dolce timbro della tua voce
        caldo il tuo sguardo e la
        tua risata da bambino.
        Un cuore, si, un cuore
        di silenzio, e carezze...
        cuore pacifico e morbido
        dividevamo i respiri insieme
        cullati nei nostri sogni
        fatti di piccole cose.
        Ma tu, dentro, eri fuoco
        assistevi alla mia rincorsa
        verso una vita viva per
        ubriachi sobri, Mentre ora
        nevica ancora, e come
        quel giorno, il sole c'è
        stato solo prima

        lunedì 22 dicembre 2014

        Un Natale modernizzato

        Maria quell' anno decise di cambiare. Sempre la solita storia... per far contento suo figlio, doveva ripetere l' avvenimento della sua nascita. Trovare una grotta disponibile non era facile: la TASI era arrivata anche lì. Perciò portò l'asino da un buon maniscalco e si avviò a casa dei suoi. Anna e Gioacchino erano un po' anziani, e non si muovevano facilmente da casa loro. Solo Giovanni Battista faceva una capatina la sera della vigilia, per farsi una partitina a scopone scientifico con il capofamiglia. Anna era piena di dolori, e cercava di prendere il capitone insieme a sua cugina Elisabetta. Ma, piene di acciacchi come erano entrambe, il capitone riusciva sempre a farla franca sgusciando via tra orci e stoviglie di terracotta. Giuseppe c'era rimasto male, per quell' alzata di capoccia di sua moglie ( che poi... moglie... ); oltretutto, i pastori erano ad una riunione sindacale, e non aveva neanche l' opportunità di farsi una birretta insieme a loro. E poi, diciamolo chiaro, tutti quegli angeli che iniziavano a cantare poche settimane prima, gli facevano venire il mal di testa. Quindi, uno da una parte, una con mammà e papà, i due coniugi rimasero divisi senza neanche farsi gli auguri: gli angeli stessi non avevano nessuna intenzione di imitare i cellulari e fare da tramite. Povero Giuseppe, mezzo ubriaco se ne andò verso casa e si fece pure male ad un piede con un chiodo lasciato lì per caso. Lanciò un urlo, ma non era il caso di imprecare: il suo ruolo non glielo permetteva. Caracollando, si avviò verso la stalla per dare da mangiare ad un bue piuttosto perplesso, visto che non riusciva a capire dove fosse finito l'asino. Eh, no - disse a se stesso - così non si fa! Ma come, abbiamo passato sempre le feste insieme,e mo' ha deciso di seguire Maria? Ma tu guarda questo... dopo duemila anni! Intanto Maria se la godeva, tanti regali da scartare, il figlio che sgambettava felice tra i giocattoli. I nonni avevano deciso di non regalargli un computer: non gli sarebbe servito, in fondo. A casa sua Giuseppe, si era convinto che n fondo Maria aveva ragione: non si poteva sempre ripetere la stessa scena ogni anno. Cavoli, ma in futuro i cristiani ci avrebbero pensato loro con i presepi! Perciò, il giorno seguente, si incamminò presto verso casa dei suoceri, pregustando panettone e tortellini come ogni essere con i piedi per terra.

        Patrizia ancora....

        Ricorda: non sarà più
        come era, le ombre
        copriranno col manto
        le tue spalle. Saranno
        presenze da cui non si...
        sfugge. È scritto senza
        sangue, né inchiostro;
        è graffito su pietra
        che sempre riaffiora.
        Destino che segue
        i tuoi passi, che sempre
        hai sentito, da lui ti fai
        trasportare, ti abbraccia
        nell' eterno sopire
        E tu, che hai sognato
        l'aria libera e il canto,
        serri di nuovo le labbra.
        Non avrai altro sole,
        ma piccole scintille
        per singole illusioni.

        ( per Patrizia P.)

        sabato 20 dicembre 2014

        Time

        Tempo, giorni, ore, minuti
        gocce che se ne vanno via,
        così, senza tracce in questa
        vita. Sole o pioggia senza
        differenza. Tutto scorre...
        lento come un fiume calmo
        e vorrei essere un ruscello
        che canta gorgogliando
        che balla e fa pirouettes,
        e con un salto, tuffarmi
        in freschezze dimenticate
        nebulizzando nell' aria
        ancora e sempre una
        canzone tutta mia

        giovedì 18 dicembre 2014

        Memories

        Mezzanotte, e la memoria
        è una strega senza pietà.
        Si insinua nei capillari e
        scorre veloce. Ti parla,
        racconta di ciò che non...
        avrai, che ora è sogno
        durato una vita intera.
        Ora sai, conosci i tuoi
        momenti, li stringi e li
        vivi una volta sola, come
        solo una volta li avevi
        vissuti. E' una pozione
        amara, ma sei tu e niente
        sarà mai più dolce come
        quel palpitare di una
        farfalla tornata crisalide

        mercoledì 17 dicembre 2014

        Poesie

        un po' rabbia e per dolore
        un po' per sognare, e dire
        due parole. Catarsi per
        un dolore, oppure per
        un amore. Quando si...
        veglia, quando si pensa.
        Improvvise note di suoni
        e parole. Sillabe, ancora
        frasi e poi suoni sulle
        labbra, sussurando
        dolcezza o un sunto
        amaro. Si apre il cuore
        alle felicità, descrivi le
        emozioni, e non ti
        appaghi. Cerchi, rifletti,
        e trovi la parola che
        sia medium di tutto
        quel che non sapevi.

        sabato 6 dicembre 2014

        La rabbia di Roma

        Lassa perde sti morammazzati,
        delinquenti,ladri, vecchi carcerati.
        Nun li volemo, no, a sti buffoni,
        bastardi, faccendieri, co li mijoni.
        Roma nun se compra nè se venne,...
        e nun è puro de chi s' a prenne.
        Nun è der primo che la vole
        che te arigala solo e sole.
        Nun se spreme, nun è na vacca,
        dico a te, fijo de na baldracca!
        Forza, coremo, ridamo gloria,
        Roma nostra è n' antra storia

        Time

        il tempo va e giudica, torna.
        e tu lo hai davanti, lo osservi.
        niente è più come era, nulla
        sarà come è stato. Calcoli
        in fretta e tiri le somme....
        A volte sei freddo, a volte
        no. Cerchi di riviverti ogni
        cosa, ma il tempo toglie
        le emozioni più vive.
        vorresti incollare i pezzi,
        riavvolgere le corde che
        ti hanno legato, ma sono
        consunte da parole non
        pronunciate. E' ora di
        andare verso altri
        sogni, e altre idee.
        Forse nuove formule
        ci aspettano, saranno
        numeri esponenziali,
        per nuove felicità

        venerdì 21 novembre 2014

        Why

        Me lo domando anche io.
         Mi domando perché si
        cambia, nascosti nell' ombra
        dei nostri rifugi fatti di pensieri.
        Macinando spiegazioni che
        non sono, risposte tutte nostre.
        Provetti medium di anime
        che faremmo meglio a conoscere.
        Eppure, ci si sfiora ogni giorno,
        ogni contatto è intimo, ma è parole,
        scambio di menti lontane.
        Risposte di servizio, e non di
        anime, frasi senza pensiero,
        passati da cremare

        l' inverno che non c'è

        Novembre è una giornata
        con un filo di sole, che
        fa apparire più chiari
        cirri e nembi nel cielo.
        E' un' aria umida, ...
        un cuore che si infagotta.
        E' un passero che cerca
        nell' erba ormai gialla
        l' ultima briciola, e vola
        via felice per un inverno
        che non c'è

        mercoledì 19 novembre 2014

        Grani di sabbia

        Trenta grani di sabbia
        sulle miei mani, trenta
        che scivolano senza
        lasciare traccia. Sono
        solo passato, che sporca ...
        che impolvera. Trenta grani,
        sottili, fini, ma fatti di pietra,
        che graffia e punge.
        Verrà il giorno, in cui
        basterà poco tempo, pochi
        attimi per farli passare tra
        le dita. Forse faranno più
        male di quanto non pensi,
        ma sarà breve, una lenta
        eutanasia, di quel che
        non è stato un sogno immortale

        lunedì 17 novembre 2014

        PIOVE

        Pioggia, passo affrettato
        un cuore sotto un ombrello
        desiderio di un riparo
        da sotto quel grigio
        scivolare via, senza guardare,...
        cercando intorno due occhi
        schermati dalle gocce.
        Eppure, i miei vogliono
        bucare ancora quel
        sottile ed umido velo
        che sa di terra e di erba.
        Forse non è ancora
        tempo di tristezze

        giovedì 6 novembre 2014

        La storia

        Raccontami una storia,
        la nostra storia. Quei giorni,
        i nostri giorni, quel pulito
        che avevamo dentro
        le belle carezze, gli abiti...
        stirati, le madri attente.
        I padri lontani, ma presenti.
        Raccontami degli amici,
        dei tuoi pezzi di vita.
        Dei palpiti, delle gioie.
        Sai, ti ho sfiorato,
        in quelle mattine calde,
        di quegli inverni miti.
        Nel nostro rigore di
        gente perbene,
        Dogmi distrutti da
        un presente assurdo,
        Dammi le tue certezze,
        ma dammele con nostalgia.
        Nulla è morto, se trovo
        ancora te

        sabato 25 ottobre 2014

        Giovani

        Noi abbiamo vissuto
        il tempo delle illusioni
        cantandole al freddo
        e sotto il sole.
        Quello dei giovani segreti,
        del cuore leggero
        Leggevamo il copione
        di una vita da vivere
        senza maschere
        sul viso liscio,
        senza ombre.
        Gli occhi brillavano
        di sane gioie.
        Il triste non offuscava
        quella luce, la nostra aurea.
        Eppure, segnati dagli anni,
        qualcosa riaffiora.
        No, non la nostalgia,
        ma la pianta seminata
        dal vento

        Poesia senza senso

        poesia senza senso,
        così, fatta per mettere
        insieme due parole.
        frasi sciolte, solo per
        giocare, mentre sei ...
        nel letto e guardi il
        soffitto. Giochi di
        rima, cadenze
        qua e là, senza
        immaginare cosa
        andranno a costruire.
        poesia senza senso,
        magari poi ce l' ha,
        dietro ad ogni frase,
        la vita ed il suo perchè

        venerdì 24 ottobre 2014

        Amiche

        E forse, in quel giorno,
        è nascosto il segreto
         di due vite prese a morsi,
        sfilacciate coi denti
        per goderle fino in fondo
         Passione del vivere i pensieri,
         facendosi largo tra pietre
         che cadono addosso
        come pioggia.
        Spicchi di libertà,
         angoli di umanità,
        guidati da conoscenza
         per far crescere il cuore

        giovedì 16 ottobre 2014

        Amici veri

        Regalami la tua storia, se vuoi,
        fatta di angoli umanità, di sogni.
        Donami ciò che vuoi, basta sia tuo
        Rileggi con calma il tuo pentagramma
        e sorriderai o piangerai con me....
        Vieni a mani piene, io le renderò nude
        e quando nude saranno le mie,
        le colmeremo con una stretta,
        dove le nostre dite si incroceranno
        e sentiremo il sangue pulsare.
        Forse non saremmo capaci
        di comprenderci, forse si.
        Ma anche una battaglia
        può essere d'onore e lealtà.
        Vieni, che tu sia donna,
        che tu sia uomo, non importa.
        Ciò che vale è solo il lento
        cammino della tua vita sulla mia.

        mercoledì 15 ottobre 2014

        Cammino

        A tastoni in una notte boreale,
        dove i silenzi sono ghiaia
        in fondo ad un mare.
        e così, tra onde e silenzi,
        proseguo il cammino....
        La notte è lunga, sembra
        non cedere al giorno.
        Continuo cieca,ma sicura
        viaggiando nell' onirico,
        mi appoggio al bastone
        di certezze da scoprire.
        Non so cosa squarcerà
        il mio lento passo pellegrino,
        urto spigoli sconosciuti
        ed improvvisi, ma le
        mani toccano, plasmano
        i confini del mio mondo
        e prendono forme vere
        verso l' infinito.

        domenica 5 ottobre 2014

        Ferma

        Ferma, come aria
        in una umida notte d'estate.
        Immobile, come pozzanghera
        quando cessa la pioggia.
        Silenzio, non una parola....
        Il cuore scoppia, la vita va.
        Nulla intorno, niente
        Sperare in cosa?
        Neanche quello si
        affaccia per te.
        Ormai lo hai capito:
        è solo un contare
        di giorni e di notti.
        settimane in girotondo,
        stagioni sempre uguali.
        Pregare non sai

        venerdì 3 ottobre 2014

        la felicità sbagliata

        E mi manca quel giorno
        di felicità sbagliata,
        il caldo del sole sulla faccia,
        le mie lacrime, il tuo volto
        curioso e triste per me....
        Chissà cosa cercavamo
        confusi nel turbine
        dei pensieri
        a briglia sciolta.
        Era novembre,
        mese di nebbie
        e di piogge,
        e lo vivemmo
        con paure diverse
        . E poi, e poi...
        uno sbattere di porta
        , il buio e domande
        senza risposte.
        Il mio male, e il nostro
        tranquillo, nuovo sorriso

        domenica 28 settembre 2014

        Tempeste

        Se non sopravviverò alle tempeste,
        mettetemi là, dove il ghiacciaio
        diventa rosa, prima delle ombre.
        Un pezzo tra antichi ruderi,
        uno nel blu del mare....
        Io sono parte di questi,
        perché è il mio mondo
        Io sono acqua fredda,
        turbolenta, calda.
        Sono orgoglio di un tempo,
        una vita in cui tuffarsi.
        Sono lacrime, una risata.
        Sono gli occhi che guardano
        il bello, e un'anima che sfugge;
        il culto del libero e dell' indomito
        senza riserve; un cuore caparbio,
        ma attento, racchiuso nell' ostrica
        di solitudine tra la gente.
        Se non sopravviverò alle tempeste,
        rammentate di me solo il sorriso

        venerdì 26 settembre 2014

        Alberi

        A volte ci sono alberi
        piegati dal vento,
        così come gli uomini
        prostrati dalle disgrazie.
        Schiaffeggiati da raffiche...
        improvvise e sorprendenti.
        Spogliati dalla dignità,
        dalla loro bellezza.
        Sradicati dal loro credo,
        costretti a murarsi
        per non soffrire.
        Il vento continua
        a stormire violento,
        ma gli alberi resistono,
        si aggrappano alla terra,
        non mollano, ed anche
        quando cedono,
        raccontano la
        loro battaglia,
        più sono stremati,
        più ci dicono, parlano.
        Ma poi, il loro seme viene
        ancora sparso nel ventre,
        e una nuova vita,
        una nuova guerra
        germogliano ridenti

        mercoledì 24 settembre 2014

        Autunno

        Piano,
        come lenta
        è la foglia che cade,
        l'autunno arriva.
        Cede il posto ...
        alla chiassosa estate.
        Sopisce l'anima
        che si raccoglie.
        Ombra è il suo velo,
        umido il suo alito.
        E gli ultimi,
        caldi suoi colori,
        vanno consolando
        il triste che s'arrende

        lunedì 22 settembre 2014

        Fantasmi

        E il fantasma avanza,
        catene pesanti porta.
        Non lo voglio udire,
        quel suono stridulo
        è ricordo di una guerra
        senza sangue
        Io e il fantasma
        eravamo soldati
        in due trincee
        forse le stesse
        , tracciate su solchi
        di un amore senza amore,
        di un odio senza odio.
        Le catene avanzano lente,
         il sudario mi vuole avvolgere.
        Ma oggi, per me,
          è aurora e poi alba.
        e il fantasma va,
        col fardello di un enigma

        domenica 14 settembre 2014

        Avatar

        Notte che getti lontano
        l' avatar di me stessa,
        che scarti sogni e pensieri miei,
        che restitusci al corpo la mente
        , non farmi dormire, ...
        non farmi sprecare nel sonno
        la gioia di vivere questa parte di me.
        Le coltri custodiscono il mio scrigno
        l'anima erra libera nella stanza,
        e mentre attendo un' alba vampiro
        , io sono qui, e vivo...

        lunedì 8 settembre 2014

        Noi e loro

        Te li ricordi quei due ragazzi per la strada?
        Il pianto di lui, l' abbraccio di lei
        a proteggere la sua fragilità.
        Noi camminavamo
        per strada, avvolti 
        nei cappotti, in fretta
        verso casa, sottobraccio,

         ma avvezzi al nostro
        vivere stanco.
        Tu quasi non badasti
        a loro, a quell' angolo
        di giovane umanità.
        Ma io mi riconobbi,
        quei capelli lunghi,
        proprio come i miei,
        e quel pianto di lui
        per far sorridere te

        lunedì 1 settembre 2014

        Mistero notturno

        È la notte appare
        come una nera strega
        fatta di sogni, misteri e paure
        Ruota il suo mantello,
        è complice degli amanti
        , di gatti vellutati,
        di ubriachi disillusi.
        Solo chi dorme
        senza immagini,
        non potrà mai sperare.

        domenica 31 agosto 2014

        All' amico ritrovato

        Il tempo passa, vola, e i  ricordi
        sono coriandoli gettati all' indietro.
        Chi eri, chi sei, non lo so.
        Neanche la mia vita ti ha giudicato.
        Frasi taglienti, molte;
        fango gettato su me, tanto.
        Incapace di conoscermi,
        o proprio non volerlo?
        Mani in tasca, l' imbarazzo di essere lì,
        in un in un mondo non tuo.
        E artigli a difesa di  latifondi
        di meschinità contro cui combattevi.
        Pensieri, e una ruga sulla fronte,
        e lo sguardo perdeva  il suo
        metallico lampo.
        Chissà se sognavi il tuo mare...
        O forse era un lago, dove
        galleggiano gli anni migliori?
        tutti abbiamo creduto, sperando
        in un mondo di pari, guardando
        dritto  all' orizzonte infinito.
        poi, la delusione, il crollo,
        l'accasciarsi nello scontato
        che ci avviluppa.
        Il folletto che è in te, non
        vuole andarsene; sta lì,
        torna sghignazzando stridulo.
        Così, sorgi dalla tua noia,
        cercando qualcosa che non sai,
        navigando a vista.
        E' un attimo, forse un periodo
        o degli interi giorni.
        Poi  capisci, ti svegli,
        e stringi forte la mano
        alla dolce  certezza.

        martedì 26 agosto 2014

        Gocce

        Qui, in questa terra,
        dove è parte di noi.
        Sarò evanescente un giorno,
        e sfiorerò i crinali crudi
        in mezzo al vento.
        Lassù forse ci capiremo,
        e la tua pacata voce
        mi giungerà nell'aria.
        Sfioremo gli alberi,
        accarezzeremo le foglie
        e saremo aria tersa
        e gocce di pioggia

        senza limiti

        Volver

        Non lasciatemi partire,
        legatemi
        a questa casa, a
        questo monte
        che veglia e protegge.
        Vorrei restare qui,
        col brusio delle voci
        e del vento,
        l'odore dei camini
        nel raccolto inverno,...
        e le due farfalle
        che si incontrano nell' estate.
        Non sradicate il mio
        cuore; lì, in un angolo,
        dentro un metro di terra,
        l'angelo dorme,
        sotto una rosa vermiglia

        domenica 3 agosto 2014

        Verso le stelle

        La notte va, mi culla dolce,
        mi abbraccia
        nel suo mondo onirico
        dove io, ammantata
        di stelle, mi aggiro.
        Strega, non fata,
        perché mistero tutto diventa.
        Mi scioglierò nell'alba,
        cadranno ii veli,
        e sarò dono
        occulto per un nuovo
        che sorgerà

        sabato 26 luglio 2014

        Pioggia

        Pioggia, pioggia dentro te,
         dentro me.
        Silenzio, gocce, freddo.
        Qui, nella nostra gabbia,
        in noi la violenza dei lampi
        che tagliano i nostri
        vuoti, e in due le anime
        che ci appartengono.
        E domani, domani
        forse arriverà un sole,
        e un bacio umido
         in un arcobaleno

        venerdì 25 luglio 2014

        Eclisse

        Sparire, eclissarsi...
        Mandare al diavolo tutto.
        Senza amori da seguire,
        senza padroni a cui sottostare.
        Non sapere che giorno sia,
        niente file, nè orari.
        Sparire, senza gioie da rubare,
        né dolori da dividere.
        Solo te da reinventare

        mercoledì 23 luglio 2014

        Mattino

        Afferrare i sogni come palloncini
        e viaggiare in alto, sentirsi leggeri
        , e poi riaprire gli occhi svuotati di tutto.
        E il fresco del nuovo giorno
        ha già deterso quel che è stato ieri.
        Aprirsi all'oggi buttando in alto le lenzuola.
        E ancora:farsi belle
        e anche se non ti guardano più, che importa?
        Sei sempre e solo tu


        domenica 13 luglio 2014

        Luglio 1943

        Laceri gli abiti delle donne,
        come pugni di mille dadi
        sparsi nelle vie del Verano.
        Sangue e polvere, polvere
        e sangue ancora.
        Odore acre di bombe
        e lacrime, sudore...
        Poi, visi dei morti
        due volte, eterne
        maschere e maschere vive....
        Caldo, lezzo, vecchie case
        Panni diventati stracci
        e povere umili cose
        disperse sulle strade.
        E gli occhi, gli occhi vuoti
        unica vera catena tra chi c'era
        e di chi se ne era andato.

        sabato 12 luglio 2014

        Semplice

        Tu che sfiori il mio essere
        in silenzio con il fruscìo del tuo cuore.
        Tu che mi viaggi nell' anima,
        con le catene delle tue paure,
        trova la tua chiave
        qualunque essa sia, e sogna...

        giovedì 5 giugno 2014

        Anime

        Il cuore cambia, non batte sempre
        per chi ci lascia una delusione.
        I giorni volano leggeri, o pesanti
        Gioia, allegria, oppure tristezza:
        questo ci detta il cuore....
        E' mutevole, varia, e bastano
        istanti nuovi per poter cambiare
        Il cuore, in fondo non ci appartiene
        se ne va dietro a piccoli mondi diversi.
        Ma l'anima no, l'anima non perdona
        nel bene, nel male, è sempre tua
        resta con te. L' anima siamo noi
        è il nostro vero io immortale.
        Ci segue ovunque e le sue ferite
        non si curano. Possono rimarginarsi,
        ma restano. Ma anche ciò che ci ha fatto
        bene, resterà tatuato, neanche questo
        ci abbandona. L' anima è una bilancia,
        l'equilibrio del nostro infinito

        giovedì 22 maggio 2014

        Per te, Giovanni (ricordando Ricordando Giovanni Falcone)

        Auguri, a te, lassù
        tra i giusti come te,
        con il pacato sorriso,
        di chi sa essere uomo.
        Tu che ignorando ogni...
        paura, hai tracciato
        la tua strada, delineando
        l'anima, il cuore, la mente
        Mille parti del tuo corpo
        sono stati sparsi nel
        vento, per giungere
        a chi ti avrebbe creduto
        e conservato.
        Chi ti ha ucciso,
        ti ha reso più vivo dei vivi.
        Un morto non cammina,
        ma tu cammini con me.
        Sei trai i gioielli preziosi
        che conservo stretti.
        Sorridi, sorridi, ancora,
        Giovanni Falcone; ecco,
        io dischiudo le labbra:
        fallo anche attraverso me

        martedì 20 maggio 2014

        20 maggio 2012


        lo ricordate quel mattino?
        immersi nel sonno, storditi
        impotenti e tremanti. Non ...
        c'era tempo per avere paura
        aspettavamo, e aspettavamo
        perché passasse, volevamo
        quasi che tornasse, per
        avere la conferma di esser
        ancora vivi. Fuori era tetro
        aria tesa, ferma, anche se la
        morte era lontana. Noi
        appesi al filo della vita,
        gli occhi sbarrati tra il
        buio e la luce di quel
        giorno. E lei, la morte,
        passava sfiorandoci,
        sentivamo il fruscìo.
        polvere e lacrime
        e poi il silenzio.
        Oggi, calli sulle mani
        sempre più duri,
        sorrisi di speranza
        a mascherare l'angoscia
        e voglia, tanta, di dire:
        domani...

        giovedì 15 maggio 2014

        Quiete

        Tienimi compagnia dolce notte,
        con i sogni che non sono sogni
        ma realtà nel futuro meno futuro
        Tienimi compagnia, coccolami
        abbracciami stretta notte, ...
        sui quei cuori ormai spenti
        dei miei cari tutti, spenti, si,
        ma dalle anime che palpitano
        unite nel giardino dei pensieri
        con l'allegria sincera, giocosa
        di quel piccolo essere che ho
        tanto amato.Fammi rivivere
        tutta la gioia che mi donava.
        Non darmi incubi, sposta
        le tende al soffio di un vento,
        e sorridimi mentre svanisci
        piano piano, come candela
        consumata dal sonno.

        sabato 10 maggio 2014

        Lontano

        prenderò uno zaino e andrò lontano.
        Non so bene cosa cercherò, cose nuove
        certo, sapori, colori, gente, lingue.
        Zaino vuoto da riempire di emozioni
        solo mie, solo per me.
        Non ci sarà posto per i sogni,
        ma per tutto il nuovo che apparirà

        giovedì 1 maggio 2014

        L' urlo

        Urlo di  silenzi di  questo  giorno inutile.
        Senza un perché, senza una verità
        Tu, lontano non  ascolti, non senti.
        Trascino le mie  cose, i miei oggetti,
        passo dopo passo, un piede dietro
        l'altro, così...
        Muro, muro,muro.
        sei dentro una giara di piombo
        in  fondo ad un mare incrostata dal
        tempo. Non so  neanche in quale mare sei
        La mia mente corre sul filo delle supposizioni
        Cerco di  pensare, non ci riesco. Tu pensi?
        Riesci a pensare? Ti  penso libero allegro
        senza di  me, airone in  volo che spiega
        le sue ali, elegante nel suo cielo.
        Ma dimmi, hai un  meta?
        e dentro di te, è primavera o autunno?
        Sei  libero dentro, o forse c'è ancora
        qualcosa che urla dentro te?
        Si, io il tuo  grido lo sento da qui:
        non disperazione, solo paura

        domenica 30 marzo 2014

        l'anima vuota è solo mia

        A chi racconto i miei giorni,
        a chi parlo di cosa farò, a
        chi dico che sono triste,
        allegra, annoiata?
        Un divano vuoto non ascolta.
        E' lì,bianco immobile, fermo.
        Mi manchi, ma ti vedo, ti sento
        vedo i tuoi atteggiamenti,immagino
        gli occhi che hai. quali progetti avrai?
        Lo so, io rompo, ma non so chi ti curerà,...
        chi ti vedrà sorridere, o piangere.
        Chi sentirà il tuo maledire sempre
        le stesse cose? Lontano, lontano da me,
        possibile, è vero, è un incubo, svegliatemi!
        non apro il tuo vuoto armadio,
         sembra il mio cuore,
        non i tuoi cassetti,
        sembrano la mia anima.
        E il frigo, la scrivania.
        .cerco i tuoi oggetti,
        non ci sono.
        Due foto soltanto, fredde su di me

        domenica 23 marzo 2014

        Cantare l'amore

        Ho scritto l'amore degli altri,
        per gli altri ne ho goduto
         Ho scritto la passione,
        e gli attimi, e i momenti
        Ho vestito i loro panni,
        e come loro li ho tolti.
        Più facile si, cantare
        cuori estranei che non sai.
        io il mio non lo canto,
        l'emozione soverchia
        le mie parole, e più
        dolci non le trovo.
        Sono mie, non le dono.
        L'orto che coltivo,
        appartiene solo a me

        venerdì 21 marzo 2014

        Primavera

        E campi verdi, e margherite, e fiori.
        Linfa che cambia per animi stanchi.
        dolce ricomincia la vita
        Speranza rinnovata del nostro
        essere. Togliere il pesante fardello
        dell' inverno andato, Nuova gioia,
        forse anche dolori nuovi, ma che
        placheranno nel tepore di un giorno
        il loro acuto spasimo.
        Voglia di aprire se stessi,
        di allargare il dentro che è in noi.
        E rinascere sempre, partorirsi ancora

        Tornare

        due amiche del liceo che ancora ti cercano,
        due donne, un tempo ragazze come te
        e capisci che Roma e là, ti aspetta.
        Che la tua vita è laggiù, che i fili
        non si sono spezzati. I tuoi ricordi...
        sono i loro, la loro vita è stata la tua.
        Sempre, sempre qualcosa che torna
        che non ti abbandona, che non ti
        lascia andare, che ti prende da un lato
        del cuore e ti porta via. ti senti strattonare,
        ti senti spezzata in due, corri col pensiero
        trasportata dal tuo vero io, Ecco, lo senti
        Roma ti sta chiamando, sta urlando il
        tuo nome, ti vuole, sei sua, ancora

        mercoledì 19 marzo 2014

        San Giuseppe

        Vabbè, parlamo un po' de sto poraccio,
        marito, padre, trattato come straccio
        Non si seppe mai che fine fece
        lui che der Signore fu la vece.
        E cerca casa, e monta sur somaro,
        sotto quer cielo che nun era chiaro.
        Certo che fu un bell' impegno,
        per lui che conosceva solo legno
        E poi, in mezzo a tutti sti stenti,
        evità la strage degli Innocenti....
        Lui che era n' omo assai riservato,
        che tutta na vita avea sgobbato,
        je toccò un ruolo minimo, marginale,
        accanto alla madonna virginale
        Mo' nun se sa come a finì agnede,
        se n'altra donna alfine gliela diede.
        Me auguro tanto che dopo ste emozioni
        se sia tolto uno o due soddisfazioni

        lunedì 17 marzo 2014

        Compagni di sè

        Bello stare con la mente sospesa.
        Terminare per un solo attimo
        d' esser funambolo della tua vita
        Due minuti compagni di sè, null' altro
        Solo pensieri miei, solo immagini mie.
        Ricordarsi di sé, in un solo respiro

        venerdì 14 marzo 2014

        Bonanotte...

        Bonanotte a sta Roma appassionata.
        a chi non l' ha mai e mai dimenticata.
        bonanotte a tutti i gatti già assonnati
        ai felici, ai ladri, agli innammorati
        a chi lavora nella Roma silenziosa...
        indove puro la caciara s'ariposa.
        Bonanotte ai monumenti, ar fiume,
        a ogni finestra che c'ha un barlume,
        Bonanotte a ogni strada dei quartieri
        dove vivono i romani, quelli veri.
        E domani n'altra alba tutta rosa,
        sveglierà sta città tanto radiosa.

        Il massimo della vita (dedicato a M.B.)

        Lasciala urlare la tua anima, amico mio.
        Esci dal tuo guscio prossemico, vivi.
        Torna ragazzo, sii tu, come già eri
        Trova te stesso ancora una volta.
        Io che ricordo il lampo dei tuoi occhi
        vorrei vedere quella scintilla.
        Ora è il tempo, ora  di nuovo puoi.
        Scuoti il fardello dalle tue spalle.
        E' pesante, lo so,ma te lo devi.
        Ciò che non è stato, sarà di nuovo.
        Sei ricco sai? ricco di te stesso.
        Non cadrai negli errori, avrai pace.
        La vita è seduta laggiù e ti attende.
        Volta quell' angolo, ti prego, corri!
        L' abulia non t'appartiene, ignorala!
        Un nuovo sorriso ti aspetta insieme
        ad altri.
        Scappa,vola, vai...

        mercoledì 12 marzo 2014

        Parole

        ho scritto parole, virgole e punti.
        Senso ad un pensiero per farne
        realtà. Sono sferzanti, ma
        dicono il vero. Magari non piaceranno,
        ma sono io. C' è da leggere tra queste righe,
        c'è un cervello, ed il cervello non si scrive.
         E chi  legge interpreta con il suo cuore ed
        il suo momento. Sarà felice, se è felice,
        affranto se lo è di suo. Le parole sono
        sempre nostre. Le migliori non saranno
        mai perfette. Diverranno voli per tutti
        e per nessuno, e forse solo male
        per chi si riconosce

        lunedì 10 marzo 2014

        Cielo romano

        Cielo bianco di Roma maculato
        da striduli storni; di rondini che
        come me, tornano e non se ne
        vogliono più andare
        Cielo che sanguina, esponendo...
        trionfi, morti e decadenze.
        Poi stelle, lune, luci sopra e luci
        sotto. Pace e frenesie.
        Giù, il fiume si stiracchia,
        e continua indifferente.
        Un barbone accende
        il suo fuoco di cartoni,
        Luce ancora nuova
        per un sole che tramonta

        venerdì 7 marzo 2014

        Cento poesie

        Cento poesie, mille frammenti di me.
        Tessere del mio mosaico.
        Nascono viaggiando come meteore,
        nei meandri dei pensieri miei.
        Squarciando all' improvviso,
        il velo sui miei occhi.
        Come cunei negli anfratti
        dei miei ieri, dei miei oggi.
        Scritte negli angoli delle strade,
        sulla riva del mare, come isola
        di un mondo tutto mio.
        Io, medium di me stessa,
        mi rappresento.
        E poi, ancora...
        sotto la pelle degli amori altrui:
        piccolo cristo di passioni non mie.
        Tu ami, io amo per te.
        Ecco, le mie mani sono vuote.
        Si colmeranno domani,
        nell'attimo ancora ignoto

        Daniela Macciocchi - poesia n. 100

        giovedì 6 marzo 2014

        A te, Marina

        Scivolato era il tuo passo,
        inclinato, in punta di piedi.
         Lo sguardo chiaro, caldo.
        Voce sussurrata appena.
         semplici le tue parole.
         ma l'anima decisa
        di chi abituato
        a soffrire in modo antico.
        Lo so, so che sei andata via
        in silenzio, senza disturbare,
        che non hai detto nulla,
        neanche un addio.
        Io lo so che con passo leggero
         e soffice, hai salutato la vita,
        per non essere ricordata.
         No, non puoi, Marina,
        è il tuo silenzio ora,
        che ci racconta di te

        Dono

        Quante cose mi hai regalato
        nella tua breve, sofferta vita.
        Tu, puro, ed innocente,
        uomo e bambino,
        hai saputo insegnare
        un amore nuovo,mai provato.
        Un dono eri, e donato hai
        tu, che dal destino non hai avuto,
        hai regalato tutto, senza chiedere,
        senza ricambio, né domande....
        Vola, angelo mio, vola verso
        il certo, dove mani sicure
        saranno il tuo regalo,
        per un vivere non vissuto.

        Stirpe

        Filo del sangue, filo dell'anima;
        filo dei pensieri e siamo noi.
        Eccoci, abbiamo una storia,
        dietro le spalle, non siamo
        solo un nome come tanti....
        Raccontiamoci i cammini divisi,
        ricongiungiamoci qui o altrove,
        che importa? Facciamolo.
        Stirpe ramificata, ma con
        uguali radici, perché
        comprendiamo che mai
        potremo stare lontani.
        Cerchi nell' acqua, si,
        ma unico è il sasso gettato.
        Il nostro essere ci appartiene,
        e le mani cercano con la sete
        di conoscere un passato all' ombra.
        Vieni, ti aspetto, torna, io
        sono qui.

        domenica 2 marzo 2014

        Domenica romana

        Buona domenica a questa Roma
        che profuma di abbacchio e fettuccine,
        con le donne affaccendate dal mattino.
        Con una gioia incognita che sa di semplice.
        A chi porta i ragazzini al Gianicolo...
         Pulcinella è ancora là che strilla
        e Colombina è malizia ed innocenza.
        Buona domenica al cannone
        che lo senti in ogni parte.
        Ed ogni romano lo sa,
         che quello è il segno
        di un giorno che vola
          via verso il sereno.
        Un passeggio lento,
         un caffè, le chiacchere,
        gli abiti stirati, le donne
          con il trucco ed il sorriso
        oggi ci si accarezza,
        ci si parla, ci si abbraccia
        Oggi è un uomo, una donna
        un parco un ragazzino,
        oggi è lo sguardo ritrovato,
         di un amore ancora vivo