9 Ottobre 1965... Non capivo perché mia madre dovesse andar via, non capivo cosa fosse quella valigia, quei vestitini da neonato. Non capivo neanche le rassicurazioni di mia nonna. Nonno mi prese in braccio, e mi disse che quella sera mi avrebbe letto di nuovo la striscia di fumetti sul quotidiano che leggeva. Ed io piangevo, non volevo che mamma uscisse di casa. Mio padre mi chiese che regalo volessi, e che me lo avrebbe portato la sorellina o il fratellino che doveva nascere. Ma io, testarda come un mulo, mi impuntavo, dicendo che alla cicogna potevano dare benissimo il nostro indirizzo, senza posarsi chissà dove. Fra lacrime e promesse mi addormentai sfinita tra le braccia di mio nonno, in un sonno profondo come solo sa essere quello di una bambina di cinque anni. Prima di chiudere gli occhi, ripetevo a me stessa che ci fosse qualcosa che non mi quadrava, non mi quadrava affatto. Dormii finchè non fu proprio mio papà a svegliarmi. me lo ricordo bene il sorriso e la faccia di mio padre: il completo grigio, il gilet bordeaux, la sua cravatta. Sorrideva felice, il volto disteso, nonostante l' attesa lungo i corridoi di Villa Bianca.
"E' nata, sai, è una sorellina. Ti piace il nome Roberta?" Chiusi gli occhi di nuovo, ora tutto mi appariva più chiaro
RIME DI STREGA
rime e impressioni quotidiane. Note: non necessariamente i versi prendono spunto da esperienze vissute in prima persona, ma anche da racconti e vicende altrui.
venerdì 9 ottobre 2015
mercoledì 7 ottobre 2015
Dio è morto nell' etica della gente,
nei preti pedofili, nel malgoverno.
Dio non vuole esistere più,
ha rinunciato al compito sulle
onde di un Mediterraneo senza
pace, Tra le Torri, sui resti di
Palmira. Tra la gente delle Borse
di Stato, dove piccoli demoni
beffeggiano e tu ed io. Dio non
vuole più vederci, ha marcato
un cartellino senza più tempo.
Dio gira le spalle, col suo sacco
di uomini e creazioni. S' affanna
le stelle, con le mani sul suo spirito
nei preti pedofili, nel malgoverno.
Dio non vuole esistere più,
ha rinunciato al compito sulle
onde di un Mediterraneo senza
pace, Tra le Torri, sui resti di
Palmira. Tra la gente delle Borse
di Stato, dove piccoli demoni
beffeggiano e tu ed io. Dio non
vuole più vederci, ha marcato
un cartellino senza più tempo.
Dio gira le spalle, col suo sacco
di uomini e creazioni. S' affanna
le stelle, con le mani sul suo spirito
venerdì 2 ottobre 2015
Sotto un tuo mesto sorriso
hai donato tristezza e le gioie
come stelle nelle mie mani
Che io sia fata oppure una
strega, lo ignoro, ma so che
che questa tempesta t'avvolge
tu, nocchiero al timone di una
passione, veleggi in balìa di
onde a te ignote. Ed il soffio
di un vento sottile e leggero
sposta l'anima verso incertezze
Sai, amore è anche questo
governare la barca non badando
al mare, procedere verso il porto
senza paura. E tu, su solo hai
dentro le mappe tracciate
da chi ama anche il dolore
hai donato tristezza e le gioie
come stelle nelle mie mani
Che io sia fata oppure una
strega, lo ignoro, ma so che
che questa tempesta t'avvolge
tu, nocchiero al timone di una
passione, veleggi in balìa di
onde a te ignote. Ed il soffio
di un vento sottile e leggero
sposta l'anima verso incertezze
Sai, amore è anche questo
governare la barca non badando
al mare, procedere verso il porto
senza paura. E tu, su solo hai
dentro le mappe tracciate
da chi ama anche il dolore
martedì 29 settembre 2015
Buonanotte a te, ai tuoi sogni appassiti
a quel che credevi, a quel che non c'è.
Buonanotte al velo triste, su occhi che
hanno guardato guizzanti forme e sorrisi
Alla tua fantasia di esser preso per mano
per poi volare dove vorresti e forse non sai
. A quella tua vita che mai cessa di battere.
A te, felino curioso di donne e piacere
. A quei tuoi padri, come te consapevoli
del vivere senza far palpitare un cuore.
Non volevi catene, ma ne sei avviluppato.
Sciogliti, e corri per strada, sei libero, ora
Non era poi Circe a stregarti davvero
a quel che credevi, a quel che non c'è.
Buonanotte al velo triste, su occhi che
hanno guardato guizzanti forme e sorrisi
Alla tua fantasia di esser preso per mano
per poi volare dove vorresti e forse non sai
. A quella tua vita che mai cessa di battere.
A te, felino curioso di donne e piacere
. A quei tuoi padri, come te consapevoli
del vivere senza far palpitare un cuore.
Non volevi catene, ma ne sei avviluppato.
Sciogliti, e corri per strada, sei libero, ora
Non era poi Circe a stregarti davvero
Due sorelle, due mondi diversi. lei, la prima, la più grande, estrosa, vivace, ribelle, ma allo stesso tempo rigida con se stessa e studiosa. L'altra, più piccola, era chiusa, timida poca voglia di studiare, cresciuta nell' ovatta. Due diversi modi di educare da parte dei genitori. La grande non si domava,
difficile contenerla, tante liti, eppure lasciata sola e in pace, per il rendimento scolastico. La vita continuava e più crescevano, più si allontanavano. La ribelle aveva un' immensa voglia di vivere di fare, mentre la timida se ne stava nel suo modo colorato di cartoni animati, nonostante fosse già adolescente. Spronata dalla sorella, era però refrattaria al cambiamento: stava bene così, assopita nel suo mondo di sogni. Anche l'altra sognava, ma i sogni li voleva vivi e certi. Sicura di sé, non mollò mai, ma fece restare a bocca aperta tutti il giorno in cui disse che si sarebbe sposata
cambiando città. Nessun dolore, neanche nostalgia assalirono le due ragazze, l' una riguardo all' altra.
E solchi si facevano più netti, come voragini. Morì il padre, poi la madre, e colei che era restata loro accanto, si adattò ad una semplice vita da casalinga: tran tran tra compagno, suocera e parenti. Ma la prima no, la prima voleva lavorare, essere indipendente, realizzarsi, ed infatti trovò un lavoro dinamico che l' appagava. gli anni passavano, tra la vita turbinosa di una e la tranquillità dell' altra.
Un po' di invidia, e un po' di sprezzo, le accompagnavano separatamente. ormai ridotte a due estranee, non aveva più nulla da dirsi, neanche gli auguri di Natale o di compleanno. Tempo, tempo che passava e scavava arando solchi per l' indifferenza reciproca. Ma i giorni che sembravano uguali dall' una e dall' altra parte, ebbero un colpo di coda, perchè il marito della maggiore morì all' improvviso, mentre il compagno della minore se ne andò via lasciandola a mani e a cuore vuoto.
Fu allora che le due, per forza di cose, si ritrovarono per amore e per non avere altra . Il giorno in cui si ritrovarono, non riuscirono ad abbracciarsi, tanta era il pudore sopraggiunto, ormai. Eppure una certezza, l' unica oramai che potevano avere: non sentirsi più sole.
difficile contenerla, tante liti, eppure lasciata sola e in pace, per il rendimento scolastico. La vita continuava e più crescevano, più si allontanavano. La ribelle aveva un' immensa voglia di vivere di fare, mentre la timida se ne stava nel suo modo colorato di cartoni animati, nonostante fosse già adolescente. Spronata dalla sorella, era però refrattaria al cambiamento: stava bene così, assopita nel suo mondo di sogni. Anche l'altra sognava, ma i sogni li voleva vivi e certi. Sicura di sé, non mollò mai, ma fece restare a bocca aperta tutti il giorno in cui disse che si sarebbe sposata
cambiando città. Nessun dolore, neanche nostalgia assalirono le due ragazze, l' una riguardo all' altra.
E solchi si facevano più netti, come voragini. Morì il padre, poi la madre, e colei che era restata loro accanto, si adattò ad una semplice vita da casalinga: tran tran tra compagno, suocera e parenti. Ma la prima no, la prima voleva lavorare, essere indipendente, realizzarsi, ed infatti trovò un lavoro dinamico che l' appagava. gli anni passavano, tra la vita turbinosa di una e la tranquillità dell' altra.
Un po' di invidia, e un po' di sprezzo, le accompagnavano separatamente. ormai ridotte a due estranee, non aveva più nulla da dirsi, neanche gli auguri di Natale o di compleanno. Tempo, tempo che passava e scavava arando solchi per l' indifferenza reciproca. Ma i giorni che sembravano uguali dall' una e dall' altra parte, ebbero un colpo di coda, perchè il marito della maggiore morì all' improvviso, mentre il compagno della minore se ne andò via lasciandola a mani e a cuore vuoto.
Fu allora che le due, per forza di cose, si ritrovarono per amore e per non avere altra . Il giorno in cui si ritrovarono, non riuscirono ad abbracciarsi, tanta era il pudore sopraggiunto, ormai. Eppure una certezza, l' unica oramai che potevano avere: non sentirsi più sole.
mercoledì 23 settembre 2015
Se potessi dire ti amo
Ad un uomo senza volto
Che mi levi zavorre e catene
Se potessi strapparmi il
Cuore e metterlo in un ...
Angolo di mondo, bendando
Gli occhi per guardare.
Se potessi essere solo
Aria, fuoco o notte
Scapperei tra le sue braccia
Abbasserei le ciglia con
Un sospiro. E allora, solo
Allora, mi abbandonerei
Al primo vero sonno
Della vita mia
Ad un uomo senza volto
Che mi levi zavorre e catene
Se potessi strapparmi il
Cuore e metterlo in un ...
Angolo di mondo, bendando
Gli occhi per guardare.
Se potessi essere solo
Aria, fuoco o notte
Scapperei tra le sue braccia
Abbasserei le ciglia con
Un sospiro. E allora, solo
Allora, mi abbandonerei
Al primo vero sonno
Della vita mia
martedì 22 settembre 2015
Mai più, mai e poi mai
ci ritroveremo accanto
a quel camino, a guardare
fiamme attraverso quel
giallo di un bicchiere di ...
bianco. Freddo era il
bere, bella la compagnia
Ragazzi cresciuti con il
cuore aperto, mente verso
un cielo impossibile da
raggiungere. Parlare, e poi
ancora parlare e discutere
lo sguardo basso del più
timido e la mia irruente
dolcezza. E poi, quel piatto
della mia seconda terra
consumato insieme non
immaginando questo addio
ci ritroveremo accanto
a quel camino, a guardare
fiamme attraverso quel
giallo di un bicchiere di ...
bianco. Freddo era il
bere, bella la compagnia
Ragazzi cresciuti con il
cuore aperto, mente verso
un cielo impossibile da
raggiungere. Parlare, e poi
ancora parlare e discutere
lo sguardo basso del più
timido e la mia irruente
dolcezza. E poi, quel piatto
della mia seconda terra
consumato insieme non
immaginando questo addio
domenica 13 settembre 2015
Due parole, per smascherare la felicità,
per un confortare un cuore che chiede.
Due parole, per chi si tormenta
usando il suo di cuore, spargendo
l'anima. E chi hai il dono deve,...
ha un compito. Chi legge, non
dirà che è analfabeta, aprirà
libri e sfoglierà diari, lasciando
in bianco le sue righe, per un
tema mai affrontato
per un confortare un cuore che chiede.
Due parole, per chi si tormenta
usando il suo di cuore, spargendo
l'anima. E chi hai il dono deve,...
ha un compito. Chi legge, non
dirà che è analfabeta, aprirà
libri e sfoglierà diari, lasciando
in bianco le sue righe, per un
tema mai affrontato
venerdì 11 settembre 2015
Una storia come tante
Katia era arrivata all' isola facendo l' autostop: c'era lo sciopero dei traghetti, oltre a quello dei treni ,
ma voleva raggiungere a tutti i costi il residence prima del pomeriggio, per fare un bagno al tramonto
Aveva sentito parlare tanto di quel posto da un suo vecchio fidanzato che lì aveva trascorso la sua infanzia. Non era la solita autostoppista con zaino e mise molto casual, ma piuttosto una ragazza un po' meno ragazza, con un prendisole castigato e firmato, espadrillas con zeppa, e occhiali fashion.
La sua esperienza di vita, le permise di individuare con sicurezza un automobilista senza grilli per la testa, ed infatti si scelse una donna, una signora di mezza età con cui chiacchierò dirigendosi verso il porto. Casualmente riuscì a prendere un natante senza difficoltà, giungendo a destinazione come desiderato. Arrivò al residence, dove si cambiò immediatamente e si diresse verso la spiaggia. Tornata da quel bagno pomeridiano, e dopo aver cenato, si diresse verso la piscina interna per
fare un po' di conoscenza con gli ospiti. Uno, in particolare, accompagnato da moglie e figli, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Katia simpatizzò con la moglie, una donna intelligente, tipo spiccio, a differenza di lei, che era sempre complicata. Si sentiva in imbarazzo, ma sicura di sé, si disse che l' interesse del marito provolone non erano affari che la riguardassero, visto che comunque il comportamento di lui era corretto, a parte certi sguardi che facevano capire cosa pensasse lui.
Rimasero amici per anni, e Katia non dimenticava mai di inviar loro qualche cartolina proveniente
dai suoi luoghi di vacanza, si scambiarono qualche visita e molte telefonate, e fra Katia e lui si
instaurò simpatia e confidenza. Ogni tanto lui passava dei brutti periodi di depressione, e lei era la
sua amica, quella che ascoltava i suoi dubbi, le sue crisi, i suoi stati confusionali. Un giorno decisero di vedersi, visto che lui stava di nuovo passando uno dei suoi periodo neri. Katia accettò, incontrandolo a metà strada. Trascorsero una mattinata piacevole, parlando molto e seduti di fronte ad un aperitivo. Scambio dii idee sulla vita,la politica, i sentimenti, tutto....Arrivarono alla stazione, dove ognuno avrebbe ripreso il treno andando verso opposte direzioni. Ma, come un fulmine a ciel sereno, Katia si ritrovò senza rendersene conto, con la bocca di lui sulla sua, e rivide quello sguardo
di tanti anni prima negli occhi di lui. Si divincolò, e si diresse verso il marciapiede della stazione.
Una volta a casa, cancellò il numero di telefono dalla rubrica, chiuse tutti gli accessi: era un amico, ma così facendo, l' aveva tradita
ma voleva raggiungere a tutti i costi il residence prima del pomeriggio, per fare un bagno al tramonto
Aveva sentito parlare tanto di quel posto da un suo vecchio fidanzato che lì aveva trascorso la sua infanzia. Non era la solita autostoppista con zaino e mise molto casual, ma piuttosto una ragazza un po' meno ragazza, con un prendisole castigato e firmato, espadrillas con zeppa, e occhiali fashion.
La sua esperienza di vita, le permise di individuare con sicurezza un automobilista senza grilli per la testa, ed infatti si scelse una donna, una signora di mezza età con cui chiacchierò dirigendosi verso il porto. Casualmente riuscì a prendere un natante senza difficoltà, giungendo a destinazione come desiderato. Arrivò al residence, dove si cambiò immediatamente e si diresse verso la spiaggia. Tornata da quel bagno pomeridiano, e dopo aver cenato, si diresse verso la piscina interna per
fare un po' di conoscenza con gli ospiti. Uno, in particolare, accompagnato da moglie e figli, non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Katia simpatizzò con la moglie, una donna intelligente, tipo spiccio, a differenza di lei, che era sempre complicata. Si sentiva in imbarazzo, ma sicura di sé, si disse che l' interesse del marito provolone non erano affari che la riguardassero, visto che comunque il comportamento di lui era corretto, a parte certi sguardi che facevano capire cosa pensasse lui.
Rimasero amici per anni, e Katia non dimenticava mai di inviar loro qualche cartolina proveniente
dai suoi luoghi di vacanza, si scambiarono qualche visita e molte telefonate, e fra Katia e lui si
instaurò simpatia e confidenza. Ogni tanto lui passava dei brutti periodi di depressione, e lei era la
sua amica, quella che ascoltava i suoi dubbi, le sue crisi, i suoi stati confusionali. Un giorno decisero di vedersi, visto che lui stava di nuovo passando uno dei suoi periodo neri. Katia accettò, incontrandolo a metà strada. Trascorsero una mattinata piacevole, parlando molto e seduti di fronte ad un aperitivo. Scambio dii idee sulla vita,la politica, i sentimenti, tutto....Arrivarono alla stazione, dove ognuno avrebbe ripreso il treno andando verso opposte direzioni. Ma, come un fulmine a ciel sereno, Katia si ritrovò senza rendersene conto, con la bocca di lui sulla sua, e rivide quello sguardo
di tanti anni prima negli occhi di lui. Si divincolò, e si diresse verso il marciapiede della stazione.
Una volta a casa, cancellò il numero di telefono dalla rubrica, chiuse tutti gli accessi: era un amico, ma così facendo, l' aveva tradita
giovedì 10 settembre 2015
Non dirmi sempre e che sarà sempre
lo sai, la vita è un ghirigoro di eventi
non c'è fedeltà in niente. Non importa
che sentimento sia, solo che sempre
non è sempre. Ora, qui, è il sempre...
Nell'attimo in cui si ride, o ci si cerca.
Tutto è là, dietro una porta, qualcosa
si nasconde, e non lo sappiamo.
Non pensarmi, non cercarmi
io sono vento, e non mi fermo
Dentro il cuore, solo me stessa
lo sai, la vita è un ghirigoro di eventi
non c'è fedeltà in niente. Non importa
che sentimento sia, solo che sempre
non è sempre. Ora, qui, è il sempre...
Nell'attimo in cui si ride, o ci si cerca.
Tutto è là, dietro una porta, qualcosa
si nasconde, e non lo sappiamo.
Non pensarmi, non cercarmi
io sono vento, e non mi fermo
Dentro il cuore, solo me stessa
mercoledì 9 settembre 2015
Invidio le donne che amano tanto.
Quelle che si portano l' amore
impossibile come un sacco
con un dolce sorriso. Quelle
che patiscono, si domandano...
che bevono il the con le amiche,
e intanto il cuore fa loro
compagnia. Le vedi lavorare,
in giro per la strada, attaccate
ad un messaggio, ad un segno
Quelle che non chiedono e dànno
e quelle che ferite, con l'anima
stropicciata, poi non perdonano,
non perdonano mai
Quelle che si portano l' amore
impossibile come un sacco
con un dolce sorriso. Quelle
che patiscono, si domandano...
che bevono il the con le amiche,
e intanto il cuore fa loro
compagnia. Le vedi lavorare,
in giro per la strada, attaccate
ad un messaggio, ad un segno
Quelle che non chiedono e dànno
e quelle che ferite, con l'anima
stropicciata, poi non perdonano,
non perdonano mai
lunedì 10 agosto 2015
E poi l'atmosfera della sera
le luci, i passi, un' ombra
indefinita che sgattaiola
veloce dentro un portone
Dietro le finestre, una vita ...
che riposa, due unite
forse nell'amore.
E tu lì, che raccogli
pensieri tra due lenzuola
che sanno di speranza
le luci, i passi, un' ombra
indefinita che sgattaiola
veloce dentro un portone
Dietro le finestre, una vita ...
che riposa, due unite
forse nell'amore.
E tu lì, che raccogli
pensieri tra due lenzuola
che sanno di speranza
giovedì 6 agosto 2015
Marco tirava avanti così, per inerzia; non era felice, il suo matrimonio non era gran che, ma lo aveva capito solo pochi giorni prima delle nozze che quella non era la donna per lui. Non ebbe il coraggio di mandare all' aria tutto: ristorante prenotato, bomboniere, i mobili, il contratto d'affitto della casa. Disse a se stesso che voleva provarci ugualmente e che al limite si sarebbe separato in un secondo tempo. Ma la prima figlia venne dopo nemmeno un anno, e non se la sentì di mollare baracca e burattini.Sperando sempre che le cose cambiassero con il lieto evento, Marco si convinse che sua moglie avrebbe smesso di trattarlo male, di rimproverarlo per ogni cosa che faceva. Fortunatamente c'erano gli amici del paese, la birretta serale, il lavoro e la bimba con cui giocare alla sera. Manuela, sua moglie, intanto peggiorava sempre di più, diventando ogni giorno più aggressiva e scostumata. Marco la giustificava adducendo all' impegno con la bambina il suo comportamento: non voleva vedere, non voleva ammettere il suo errore, nonostante se ne fosse reso conto già prima. Gli anni passavano, ed un altro figlio, un maschietto, venne ad aggiungersi alla famiglia. Marco aveva qualche difficoltà sul lavoro, fino al giorno in cui arrivò la lettera di licenziamento: la sua ditta chiudeva i battenti, facendolo ritrovare in mezzo ad una strada. Non si perse d'animo, fece domande, consegnò curriculum ovunque, fino a che venne assunto come ragioniere in un 'altra ditta, facendogli tirare un sospiro di sollievo. In casa le cose peggioravano sempre di più e Marco si appiattiva col passare dei giorni, diventando abulico. Avrebbe voluto prendere in mano la sua vita, ma non poteva: due figli piccoli da crescere glielo impedivano. Si rifugiò nei ricordi passati, nella vita spensierata da adolescente, pensando anche alle ragazze conosciute all' epoca. Una notte, non dormendo, rivide l' immagine di una ragazzina con cui aveva avuto un filarino anni prima. Si chiamava Daria, ed a lei aveva dato il primo bacio. Nel buio, quel viso e quel sorriso si facevano sempre più nitidi, ma non sapeva come cercarla. Si ricordò che era amica di Alessandra, una sua compagna delle superiori, e la mattina telefonò a quest'ultima con una scusa per avere notizie. Alessandra e Daria erano ancora in contatto, e Daria le aveva fatto persino da testimone alle nozze, quindi non fu difficile sapere
che fine avesse fatto l' oggetto dei suoi pensieri. Daria non viveva più in città, si era trasferita, sposata e poi divorziata, aveva una figlia studentessa universitaria. Marco non osò andare oltre, non voleva che Alessandra si insospettisse, ma la cercò in internet e la trovò. Le loro vite erano distanti, cambiate, i ruoli differenti. Si sentirono un paio di volte al telefono parlando del più e del meno, e quando finalmente riuscirono a raccontarsi il loro passato che si era incrociato per qualche mese, Marco se la sentì nonostante tutto vicina, ed anche se fu soltanto per poco, ebbe la sensazione di non sentirsi più solo, attraverso quel segno che anche in lei aveva lasciato
che fine avesse fatto l' oggetto dei suoi pensieri. Daria non viveva più in città, si era trasferita, sposata e poi divorziata, aveva una figlia studentessa universitaria. Marco non osò andare oltre, non voleva che Alessandra si insospettisse, ma la cercò in internet e la trovò. Le loro vite erano distanti, cambiate, i ruoli differenti. Si sentirono un paio di volte al telefono parlando del più e del meno, e quando finalmente riuscirono a raccontarsi il loro passato che si era incrociato per qualche mese, Marco se la sentì nonostante tutto vicina, ed anche se fu soltanto per poco, ebbe la sensazione di non sentirsi più solo, attraverso quel segno che anche in lei aveva lasciato
accendi le tue stelle, ragazzo
e tra il cantare dell' estate, ed un
grillo che non fa dormire, togli le
tue scarpe e fatti carezzare
dall'erba. Respira, pensa, incrocia...
le tue braccia sotto la testa e guarda
lontano. nel buio di una notte.
Tornerà quel sogno mai scordato
Forse sarà diverso, forse non lo
stesso, gli girerai le spalle.
e con le mani in tasca e un fischio
sue labbra, ne aspetterai un altro
e sarà soltanto il tuo
e tra il cantare dell' estate, ed un
grillo che non fa dormire, togli le
tue scarpe e fatti carezzare
dall'erba. Respira, pensa, incrocia...
le tue braccia sotto la testa e guarda
lontano. nel buio di una notte.
Tornerà quel sogno mai scordato
Forse sarà diverso, forse non lo
stesso, gli girerai le spalle.
e con le mani in tasca e un fischio
sue labbra, ne aspetterai un altro
e sarà soltanto il tuo
martedì 28 luglio 2015
Una storia così
Un gruppo di ragazzi, e dentro questo, la solita storia di un ragazzo, una ragazza, ed un altro ragazzo che sta a guardare.
I primi due stanno insieme, il secondo è coinvolto da lei. lei non si accorge di nulla, è giovane, forse troppo perbene per essere maliziosa, e lo reputa solo un amico, un carissimo amico con cui le piace parlare di tante cose. Discorsi che forse non sanno dove vanno a parare, di parla di tutto e di niente, ma comunque si prova a crescere insieme.... Poi l'amico parte per il servizio militare, ma lascia una lettera a lei, una sorta di benedizione di augurio ad essere felice. Di questa lettera ne fa un annuncio tirandola in disparte in mezzo alle gente, e tenendola per mano. Pochi giorni giorni dopo, la lettera arriva, la legge, ma continua a non capire niente. Neanche le viene in mente nulla, pur leggendola con tenerezza. E neanche aveva capito nulla quando lui le aveva inviato cinque rose rosse baccarat, per il suo compleanno,accompagnandole con un biglietto " Mai ti cancellerò dal mio cuore.Buon compleanno". Bisogna però dire che in questa ultima occasione, lui non sapeva che lei stesse prendendo le "misure" con l' altro, e quindi non c'era nulla di scorretto, in fondo". La cosa si esaurì così, in modo platonico, senza traditori e traditi, ma era il 1979, forse l' 80, ed allora l'amicizia aveva le sue regole ferree, un'etica
, e c'erano ancora i bravi ragazzi, e le brave ragazze
I primi due stanno insieme, il secondo è coinvolto da lei. lei non si accorge di nulla, è giovane, forse troppo perbene per essere maliziosa, e lo reputa solo un amico, un carissimo amico con cui le piace parlare di tante cose. Discorsi che forse non sanno dove vanno a parare, di parla di tutto e di niente, ma comunque si prova a crescere insieme.... Poi l'amico parte per il servizio militare, ma lascia una lettera a lei, una sorta di benedizione di augurio ad essere felice. Di questa lettera ne fa un annuncio tirandola in disparte in mezzo alle gente, e tenendola per mano. Pochi giorni giorni dopo, la lettera arriva, la legge, ma continua a non capire niente. Neanche le viene in mente nulla, pur leggendola con tenerezza. E neanche aveva capito nulla quando lui le aveva inviato cinque rose rosse baccarat, per il suo compleanno,accompagnandole con un biglietto " Mai ti cancellerò dal mio cuore.Buon compleanno". Bisogna però dire che in questa ultima occasione, lui non sapeva che lei stesse prendendo le "misure" con l' altro, e quindi non c'era nulla di scorretto, in fondo". La cosa si esaurì così, in modo platonico, senza traditori e traditi, ma era il 1979, forse l' 80, ed allora l'amicizia aveva le sue regole ferree, un'etica
, e c'erano ancora i bravi ragazzi, e le brave ragazze
lunedì 27 luglio 2015
Non possiamo fare a meno
di te,
lo sai, della tua dolce, umana, presenza.
Quando ci sei, siamo sfiorati
da tenerezza irreale che conforta l'anima.
So che sai leggerci dentro sempre,
e che le tue parole sono quelle
che entrano nel pensiero.
Forse felice non lo sarai mai,
neanche per incoscienza.
Per te che voli sopra ogni miseria,
non esiste pace, ma tua è la grandezza
lo sai, della tua dolce, umana, presenza.
Quando ci sei, siamo sfiorati
da tenerezza irreale che conforta l'anima.
So che sai leggerci dentro sempre,
e che le tue parole sono quelle
che entrano nel pensiero.
Forse felice non lo sarai mai,
neanche per incoscienza.
Per te che voli sopra ogni miseria,
non esiste pace, ma tua è la grandezza
Poche righe, una partenza
io che non capivo, e tu soffrivi
Rose, un biglietto, per mai
cancellarmi dal tuo cuore
E poi lacerarsi, finire, mai
più vedersi, Ma il tempo sa
quando giocare, e riavvolgere
il nastro spezzando il passato,
riammettendo nella memoria
solo i ricordi più belli
io che non capivo, e tu soffrivi
Rose, un biglietto, per mai
cancellarmi dal tuo cuore
E poi lacerarsi, finire, mai
più vedersi, Ma il tempo sa
quando giocare, e riavvolgere
il nastro spezzando il passato,
riammettendo nella memoria
solo i ricordi più belli
lunedì 20 luglio 2015
Se non voglio amarti, non darmi così tanto.
fammi solo essere il tuo piccolo sogno leggero
che ti increspa la fronte. Sogna pure
un sguardo verso un sole che lontani
ci scalda. Ed un battito d'ali simile...
ad un bacio che sa d'aria. Cammina verso
un tramonto, prendendomi per mano
e cerca pace, pace, morendomi sul cuore
fammi solo essere il tuo piccolo sogno leggero
che ti increspa la fronte. Sogna pure
un sguardo verso un sole che lontani
ci scalda. Ed un battito d'ali simile...
ad un bacio che sa d'aria. Cammina verso
un tramonto, prendendomi per mano
e cerca pace, pace, morendomi sul cuore
Sognando Palermo
Ti vedrò; prima di morire, ti vedrò
e gusterò i tuoi profumi, i colori, il
vociare della gente tua. Risuoneranno
echi di racconti lontani, e melodie di
parole ed accenti. In fondo alle strade, ...
tra palazzi e palme, l' ombra di un
gattopardo sarà stagliata nel sole.
Di notte riascolterò litanie di
preghiere antiche, dove santi e
magie diventano unica anima
Ti vedrò, solatìa e dolce falce
protesa verso me, mi donerai
quel pensiero che feci già mio
e gusterò i tuoi profumi, i colori, il
vociare della gente tua. Risuoneranno
echi di racconti lontani, e melodie di
parole ed accenti. In fondo alle strade, ...
tra palazzi e palme, l' ombra di un
gattopardo sarà stagliata nel sole.
Di notte riascolterò litanie di
preghiere antiche, dove santi e
magie diventano unica anima
Ti vedrò, solatìa e dolce falce
protesa verso me, mi donerai
quel pensiero che feci già mio
sabato 18 luglio 2015
Come quei due ragazzini di allora,
il cuore batte, sotto i segni del tempo
fresca è ancora l'anima, come il
tuo ricordo del bacio. Ti vedo e
dico che sei ancora tu, con il...
caro lampo dei tuoi occhi.
Pesante è stata la tua vita,
seppur bella di certe emozioni.
Lo so, vorresti tornare indietro
girare la chiave di un portone
pesante. No, non ci sarà
un altro bacio, neanche
l' isola di noi due abbracciati.
ma se lo hai custodito nel tempo,
è grande, profonda memoria
il cuore batte, sotto i segni del tempo
fresca è ancora l'anima, come il
tuo ricordo del bacio. Ti vedo e
dico che sei ancora tu, con il...
caro lampo dei tuoi occhi.
Pesante è stata la tua vita,
seppur bella di certe emozioni.
Lo so, vorresti tornare indietro
girare la chiave di un portone
pesante. No, non ci sarà
un altro bacio, neanche
l' isola di noi due abbracciati.
ma se lo hai custodito nel tempo,
è grande, profonda memoria
Tutti viaggiamo verso
la nostra Itaca lontana
dove tutto aspetta, dove
tutto è fermo.
Lo sguardo fisso verso...
un infinito, a trovare
se stessi, e svelarci il nostro
mistero. Si spera, si sogna
che laggiù tutto cambi;
troveremo certezze
tireremo sospiri,
e quando baceremo
Itaca e il suo confine
potremo chiudere gli
occhi, e per sempre
dormire
la nostra Itaca lontana
dove tutto aspetta, dove
tutto è fermo.
Lo sguardo fisso verso...
un infinito, a trovare
se stessi, e svelarci il nostro
mistero. Si spera, si sogna
che laggiù tutto cambi;
troveremo certezze
tireremo sospiri,
e quando baceremo
Itaca e il suo confine
potremo chiudere gli
occhi, e per sempre
dormire
venerdì 17 luglio 2015
Scusami gigante di vetro
se non ti ho saputo dare.
ma amare significa viaggiare
insieme nel tempo. E' far volare
chi ha voglia di un solo
unico volo. In due non ci si
libra con ali fatte di piume,
ci si accarezza a vicenda
per renderle forti. No, amore
non è possesso, né colmare
una falla, è presentarsi davanti
con mani vuote e da riempire.
E' avere un solo pensiero,
un solo progetto. hai cercato
la creta, hai trovato solo
marmo.
se non ti ho saputo dare.
ma amare significa viaggiare
insieme nel tempo. E' far volare
chi ha voglia di un solo
unico volo. In due non ci si
libra con ali fatte di piume,
ci si accarezza a vicenda
per renderle forti. No, amore
non è possesso, né colmare
una falla, è presentarsi davanti
con mani vuote e da riempire.
E' avere un solo pensiero,
un solo progetto. hai cercato
la creta, hai trovato solo
marmo.
martedì 14 luglio 2015
Le estati felici
Maria mise due cose in macchina e parti alla volta di Forte dei Marmi.
Quella mattina era stata depositata in cancelleria l' istanza di separazione consensuale: suo marito era fuggito tre mesi prima con una polacca più giovane di lui di vent'anni. Scappava verso quel luogo di vacanza dei suoi primi anni di vita e degli anni trascorsi con lui. Ma quest' ultimo periodo lo congelò nella sua mente, cercando di ritrovare dei ricordi che la scuotessero meno.
Parcheggiò sul lungomare pieno di gente che camminava, sostava, e poi riprendeva la passeggiata. Entrò nel bagno della sua infanzia, e si sedette sulla sabbia umida. Gli odori del cibo che provenivano dai ristoranti, le ricordavano quelli della sua infanzia.
Si rammentò delle merende che le preparava la nonna,e, soprattutto di quel tradizionale pranzo di Ferragosto che sua quest'ultima amava preparare per tutta la famiglia. Ferragosto era un avvenimento quasi come Natale. Genitori, parenti, zii, cugini, si riunivano nel villino. Quel pranzo non prevedeva speciali portate, ma piuttosto i piatti tipici della tradizione romana per quel giorno.
Fettuccine al sugo, pollo con i peperoni, pomodori con il riso e le patate, misticanza, e l' immancabile anguria, comprata da uno ortolano che conoscevano da anni.
Fin dalle prime ore del mattino, un odore di peperoni sbruciacchiati invadeva la casa, e Maria si divertiva ad aiutare la nonna a spellarli meticolosamente. Poi si prendeva un mazzo di basilico fresco ed odoroso, che proveniva dai campi vicino Sarzana, e si cominciava a tagliuzzarlo con le mani: sarebbe servito per mescolarlo al riso il quale sarebbe a sua volta andato a costituire la farcia dei pomodori.
Maria sorrise a quel ricordo, gli sembrò di sentire ancora vive in lei tutte quelle immagini, così nette nella sua testa, dopo molti anni. più che altro, le pareva di essere in possesso di se stessa, della sua persona: quella sera sentiva di essere un'altra ,una smembrata, senza futuro, senza progetti. Era pervasa da un' abulìa, e neanche ricordava come fosse potuta arrivare fino al Forte dopo uan giornata così triste. D'estate è così strano essere sconfortati,si è in contrasto con il sole, la vita, la gioia delle ferie!
Si distese lunga vicino alla riva, incurante dei pantaloni bianchi che indossava, e si mise a fissare la luna.
Il satellite sembra una tv e dentro ci vedeva riflessi i suoi ricordi. Ancora cibo, pietanze, l' odore delle fettuccine rigorosamente preparate in casa, la farina che impolverava la spianatoia, il giallo vivo delle uova.
Ebbe freddo, ma non un freddo epidermico, partiva dal cuore, da dentro. Sperava quasi giungesse sua nonna per metterle addosso l' odiato golfino contro l' umido, ma nulla. Tutto sembrava in fondo ad una galleria lunga, buia, alla fine della quale c'erano le figure famigliari a lei care. Il gusto dei pomodori con il riso sembrava averle invaso la bocca: quanto ne andava matta! Era l' unica cosa che mangiava volentieri in estate, oltre ai gelati.
Ma nonna era severa, in questo, e non le permetteva di fare stravizi. Ah, quel gelato di fragola, come era buono! Ed il limone con la sua schietta asprezza: indimenticabile!
Improvvisamente, si sentì chiamare. Si girò, era Walter, il suo primissimo amore. Si salutarono con molto affetto, si raccontarono tante cose, e non si accorsero che avevano fatto l' alba. I primi raggi schiarirono i loro capelli, ed i loro denti scintillarono alla luce di quel mattino mentre si sorridevano. Forse i ricordi di quella sera era diventati meno malinconici, e Walter e Maria si diressero verso il primo baretto da cui proveniva l' odore fragrante dei bomboloni, anche quello appartenuto ad un tempo passato, ma che sapeva di futuro.
Quella mattina era stata depositata in cancelleria l' istanza di separazione consensuale: suo marito era fuggito tre mesi prima con una polacca più giovane di lui di vent'anni. Scappava verso quel luogo di vacanza dei suoi primi anni di vita e degli anni trascorsi con lui. Ma quest' ultimo periodo lo congelò nella sua mente, cercando di ritrovare dei ricordi che la scuotessero meno.
Parcheggiò sul lungomare pieno di gente che camminava, sostava, e poi riprendeva la passeggiata. Entrò nel bagno della sua infanzia, e si sedette sulla sabbia umida. Gli odori del cibo che provenivano dai ristoranti, le ricordavano quelli della sua infanzia.
Si rammentò delle merende che le preparava la nonna,e, soprattutto di quel tradizionale pranzo di Ferragosto che sua quest'ultima amava preparare per tutta la famiglia. Ferragosto era un avvenimento quasi come Natale. Genitori, parenti, zii, cugini, si riunivano nel villino. Quel pranzo non prevedeva speciali portate, ma piuttosto i piatti tipici della tradizione romana per quel giorno.
Fettuccine al sugo, pollo con i peperoni, pomodori con il riso e le patate, misticanza, e l' immancabile anguria, comprata da uno ortolano che conoscevano da anni.
Fin dalle prime ore del mattino, un odore di peperoni sbruciacchiati invadeva la casa, e Maria si divertiva ad aiutare la nonna a spellarli meticolosamente. Poi si prendeva un mazzo di basilico fresco ed odoroso, che proveniva dai campi vicino Sarzana, e si cominciava a tagliuzzarlo con le mani: sarebbe servito per mescolarlo al riso il quale sarebbe a sua volta andato a costituire la farcia dei pomodori.
Maria sorrise a quel ricordo, gli sembrò di sentire ancora vive in lei tutte quelle immagini, così nette nella sua testa, dopo molti anni. più che altro, le pareva di essere in possesso di se stessa, della sua persona: quella sera sentiva di essere un'altra ,una smembrata, senza futuro, senza progetti. Era pervasa da un' abulìa, e neanche ricordava come fosse potuta arrivare fino al Forte dopo uan giornata così triste. D'estate è così strano essere sconfortati,si è in contrasto con il sole, la vita, la gioia delle ferie!
Si distese lunga vicino alla riva, incurante dei pantaloni bianchi che indossava, e si mise a fissare la luna.
Il satellite sembra una tv e dentro ci vedeva riflessi i suoi ricordi. Ancora cibo, pietanze, l' odore delle fettuccine rigorosamente preparate in casa, la farina che impolverava la spianatoia, il giallo vivo delle uova.
Ebbe freddo, ma non un freddo epidermico, partiva dal cuore, da dentro. Sperava quasi giungesse sua nonna per metterle addosso l' odiato golfino contro l' umido, ma nulla. Tutto sembrava in fondo ad una galleria lunga, buia, alla fine della quale c'erano le figure famigliari a lei care. Il gusto dei pomodori con il riso sembrava averle invaso la bocca: quanto ne andava matta! Era l' unica cosa che mangiava volentieri in estate, oltre ai gelati.
Ma nonna era severa, in questo, e non le permetteva di fare stravizi. Ah, quel gelato di fragola, come era buono! Ed il limone con la sua schietta asprezza: indimenticabile!
Improvvisamente, si sentì chiamare. Si girò, era Walter, il suo primissimo amore. Si salutarono con molto affetto, si raccontarono tante cose, e non si accorsero che avevano fatto l' alba. I primi raggi schiarirono i loro capelli, ed i loro denti scintillarono alla luce di quel mattino mentre si sorridevano. Forse i ricordi di quella sera era diventati meno malinconici, e Walter e Maria si diressero verso il primo baretto da cui proveniva l' odore fragrante dei bomboloni, anche quello appartenuto ad un tempo passato, ma che sapeva di futuro.
luglio 2015 alle 18:18 | Etichette:
mercoledì 8 luglio 2015
Delle nozze, delle rime e dell' ufficio
Diana si sentì chiamare dalla collega che le comunicò che Anna la stava cercando. Anna era una delle sue amiche dell' ufficio, ed aveva una figlia che si sarebbe sposata pochi giorni dopo. Solo in pochi colleghi erano stati invitati, e Diana viveva questa scelta di Anna con un misto di gratificazione e di rispetto. Quando fu nella stanza di Anna, questa la pregò di fare una poesiola in occasione del matrimonio; Diana nono sapeva cosa d...ire, conosceva poco i due sposi, sapeva solo che erano due astrofisici, che lui era francese e basta. Anna insistette così tanto, che Diana non
fu capace di rifiutare, ma una piccola ansia cominciò a pervaderla-
" E mo' che scrivo?" si domandava mentre tornava in stanza. Il lavoro la riassorbì di nuovo ed alla poesia non ci pensò più. Tornata a casa, ne parlò con il marito, il quale seppe cosa dirle se non delle frasi di circostanza del tipo " vedrai che qualcosa tirerai fuori". Certo un bell' incoraggiamento, non c'è che dire!
I giorni passavano, il matrimonio si avvicinava e Diana rimuginava.
Pian piano la poesia prese forma e ne parlo' con Anna per avere un suo parere. Ma dopo la lettura, Anna le diede una notizia che lasciò di stucco: i due sposi, infatti, avevano deciso che, chi fosse in grado di esibirsi in qualsiasi modo ( barzellette, recite, suono di strumenti, canti), lo avrebbe fatto durante l' aperitivo. Oddio!
Venne il giorno tanto atteso, elegante come sempre, Diana e suo marito erano tra gli invitati, insieme a pochi altri colleghi che Anna e suo marito ritenevano amici. Finita la cerimonia, fu servito l' aperitivo, ed alcune persone iniziarono le loro performances. Diana assisteva con un nodo alla gola, sperando si dimenticassero di lei. Niente da fare: la sorella della sposa, d' imperio, la prese per un braccio e la trascino vicino al microfono. Più di duecento occhi la fissavano. Si ricordò delle recite alle elementari, quando era la piccola diva della scuola, sempre protagonista, ed una strega di Biancaneve che nessuno fu poi in grado di superare. Il suo ex dirigente, ed i suoi colleghi la osservavano incuriositi " chissà la Macchi che si inventa, ora" pensavano. Davanti a lei, c'erano gli sposi, e subito dietro il marito ed uno dei suoi colleghi preferiti, Rino, che le sorrideva facendole coraggio e con l' aria di chi dice "dai, che lo so che farai una bella figura".
E bella figura fu! Gli sposi erano contentissimi, e corsero a baciarla, la recitazione fu da attrice consumata, a tratti spiritosa, a tratti sentimentale. Diana era rossa in viso, soddisfatta, ed il suo pensiero corse, come sempre, alla sua maestra elementare, che conosceva le sue doti e le aveva sapute far venire fuori. Suor Gemma continuava ad accompagnarla dopo tanti anni, e Diana, in quel suo piccolo ritaglio di felicità, ebbe il solo rammarico di non poterla avere accanto
giovedì 2 luglio 2015
forse un giorno sarò capace
di dirti mi spiace.
quando i peccati miei
incroceranno i tuoi.
Quando tu ne avrai coscienza,...
come io ne avrò. Quando le
ottusità della mente saranno
cacciate da un cuore non più
spazzatura. Quel giorno, anche
se ricorderemo che non è stato
amore, saremo liberi di andare
e di riprendere una strada.
E allora il bello prevarrà sul brutto
diventeremo forti, caleidoscopio
sarà quello che vedremo
ed una lente immaginaria
ingrandirà il futuro
di dirti mi spiace.
quando i peccati miei
incroceranno i tuoi.
Quando tu ne avrai coscienza,...
come io ne avrò. Quando le
ottusità della mente saranno
cacciate da un cuore non più
spazzatura. Quel giorno, anche
se ricorderemo che non è stato
amore, saremo liberi di andare
e di riprendere una strada.
E allora il bello prevarrà sul brutto
diventeremo forti, caleidoscopio
sarà quello che vedremo
ed una lente immaginaria
ingrandirà il futuro
martedì 30 giugno 2015
Voglia di vivere
Enrico aprì gli occhi presto, quella mattina, convinto di andare in ufficio. Invece no, all' improvviso si ricordò di essere in pensione, e tutti gli anni trascorsi dietro quella scrivania, sembravano un treno che passava velocemente nella sua testa.
Si rigirò nel letto ascoltando il respiro di sua moglie, anche lei in pensione, che gli dormiva accanto. Un moto di tristezza lo invase: chissà quando avrebbe rivisto quella sua collega che tanto lo aveva affascinato negli ultimi mesi. Enrico era facile alla noia, cercava continuamente stimoli nuovi, anche senza ben sapere cosa volesse veramente. Il suo matrimonio era come andato verso una specie di eutanasia, moriva ogni giorno di più. Non che sua moglie non fosse una brava persona, una donna attenta alle sue esigenze pratiche e personali, ma era anche lei annoiata, stanca, cercava il nuovo e quando lo raggiungeva si dimostrava comunque insoddisfatta. Enrico non faceva che pensare a quella sua collega, non riusciva a togliersela dalla testa. Aveva tentato invano di dimenticarla, addossandole anche colpe e difetti che non aveva. Bella era bella, colpiva tutti; non c'era uomo che non le cadesse ai piedi, ma lei non si concedeva a nessuno. Provava un po' gusto a stuzzicarlo, a dimostrarsi dolce ed arrendevole, disarmante, spesso. Ad Enrico questo modo di fare incantava, abituato con un genere diverso di donna: sa moglie, appunto. Tutti in ufficio se ne erano accorti, nonostante il suo carattere riservatissimo, non aveva detto nulla a nessuno, tranne ad una sua vecchia amica con cui aveva un rapporto a volte burrascoso, ma comunque fatto di affetto reciproco. Donatella aveva cercato di consigliarlo con tutta l'anima, regalandogli il meglio dei suoi pareri, ma sapeva che poi avrebbe fatto di testa sua. Ci aveva rinunciato, alla fine, Donatella,e lo prendeva come era, e nel modo in cui sono fatte le amicizie datate, quando ormai i difetti dell' altro non li vedi più o quasi. Enrico continuava a girarsi nervosamente nel letto, studiando come potesse fare a riagganciare la famosa collega. Soffriva, non voleva ammetterlo a se stesso,ma soffriva: l' idea di non rivedere, se non qualche volta, quella donna, lo faceva star male. E poi, la retorica domanda di chi si pensiona lo sconfortava ancora di più: " cosa faccio, ora?", continuava a domandarsi in maniera che sfiorava l' ossessione. Apparentemente calmo e distaccato,Enrico era in realtà un vulcano, non di quelli che eruttano, ma di quelli che covano il magma dentro di loro, come se dovessero esplodere da un momento all' altro
Però questo magma non esplodeva mai,anzi,lo sentiva come scendere dentro di sé senza che potesse farci nulla. Si sentiva come trascinato da una corrente non sua, che non gli apparteneva. Solo con la sua collega si sentiva a proprio agio. Starle accanto gli sembrava naturale: era come rilassarsi su una comoda poltrona dopo una giornata di lavoro. Questa sensazione da una parte gli faceva piacere, ma dall' altra lo infastidiva: si sentiva come posseduto, e non voleva
Si riappisolo'. Sua moglie intanto si era alzata, ed era uscita per delle commissioni. Si fece un caffè, e lo sorseggiò vicino alla finestra, con tutta la calma che poteva concedersi quel giorno. Iniziò a girare per casa, senza capire bene cosa dovesse fare. Sedette sul divano, accese prima la tv poi il suo tablet, e dopo si mise a sfogliare una rivista in modo meccanico. Il suo cuore batteva in modo sordo, e quel ritmo sembrava dirgli " chiama.. chiama... chiama...."Fece un gesto di stizza, per non dar retta a quel muscolo che aveva in petto, ma si arrese, e quasi come un martire verso un patibolo, si avviò verso il telefono; aveva deciso,:doveva vivere
domenica 28 giugno 2015
i colori di Leonardo
Leonardo era così, solitario, ma allo stesso tempo socievole. Amava il suo lavoro pur esercitandolo tra mille difficoltà pratiche, oggettive ed di interazione con molti suoi colleghi. Stava lontano da casa tutta la settimana, e quando vi ritornava, cercava di staccare la spina facendo lunghe passeggiate portando con sé un album da disegno. Gli piaceva ritrarre non paesaggi, ma i piccoli e nascosti particolari della natura. I suoi schizzi sapevano di aria, mare, profumo di pini e fiori selvatici. non colpivano l' occhio, bisognava osservarli attentamente per sentirli mormorare tutta la loro semplice bellezza. Mormorare, si, Leonardo non amava la confusione, i frastuoni, ma si lasciava trascinare dentro una piccola realtà silenziosa e celebrante, rimanendone rapito, ma allo stesso incontentabile, perché la sua era una ricerca interminabile ed incessante. Provava pace, in quei momenti, e pace trasmetteva a chi, come qualche suo amico intimo e carissimo, , si metteva ad osservare i suoi disegni. Di carattere riservato, li mostrava solo a poche persone, quelle che erano di cogliere le stesse cose che coglieva lui. Spariva per ore intere, ma sua moglie non ci faceva caso, non lo assillava: sapeva come era fatto suo marito; non era rassegnata al suo comportamento, e da donna intelligente, ne era diventata complice. Il caldo, in estate, ed il sole che iniziava a farsi più tiepido in inverno, lo toglievano da questo suo stordimento, dalla sua stretta intimità con se stesso, facendolo rientrare a casa per il pranzo domenicale, dove i profumi della sua terra sulla tavola apparecchiata, gli creavano ancora una volta un senso di pace e tranquillità mista a comunione con le proprie radici che i cibi tradizionali rappresentavano. Si appisolava nella calura pomeridiana sulla sua poltrona, dopo aver letto alcune righe di un libro e poco prima del tramonto, con il fresco, tornava nel suo studio per preparare le carte del lavoro settimanale. Ricaricato e sereno come era, si sentiva soddisfatto a quell' idea di poter avere ancora molto da donare.
Piccola storia di Renato
Renato era in piazza Santa Maria in Trastevere, quella mattina;aspettava suo figlio sorseggiando una birra che gli rinfrescava la gola in quella giornata di calda primavera inoltrata. Si era sentito di colpo meno vecchio, stanco, un po' più ottimista.
La sua non era stata una vita facile, e non lo era ancora. Percepiva una pensione minima: pochi erano stati i contributi versati, molti i soldi sperperati. Aveva cercato invano una donna che lo amasse, ma le sue relazioni e...rano fallite, causa il suo carattere che a volte peccava di ignoranza riguardo buone maniere e civile confronto. Renato era fatto così, impulsivo, ma non era cattivo. Ostentava sicurezza, sembrava baldanzoso, persino, ma dentro di sé era fragilissimo, tormentato. Mentre beveva, attraverso il vetro del bicchiere, vide passare una donna piccola di statura, mora che sorrideva con aria ancora sbarazzina, l'aria di chi, pur essendo un po' avanti negli anni, ha ancora qualcosa di giovanile dentro. Di colpo posò il boccale sul tavolino, certo di aver riconosciuto in lei una donna cui aveva voluto bene anni prima. No, non poteva essere lei, non era possibile: l' età di quella donna non corrispondeva a chi aveva incontrato tempo addietro. Piano piano ricostruì quell' incontro ormai lontano, ne ripercorse le tappe fino ad arrivare a come fosse finita. Si era messo in testa di atteggiarsi a uomo di vecchio stampo, all' epoca; di quelli che volevano il pranzo pronto, le camicie stirate alla perfezione, la tv accesa con le partite la domenica, e lei sempre disponibile in determinati momenti. Aveva sbagliato persona. Lei era una donna indipendente, amava far tutto da sola, senza interpellarlo. Non perché non lo considerasse, ma perché era abituata così, a sbrigarsela da sola fin da ragazzina. Aveva fatto della propria autonomia una bandiera, ed ormai non poteva tornare indietro: tutto ciò faceva parte del suo carattere. e mentre lui cercava di invadere il suo territorio con ingenua prepotenza, lei si sentiva assediata, stretta in una morsa rappresentata dal bene che voleva a lui e la sua indipendenza conquistata. Fece di tutto per allontanarlo, perché fosse lui ad andarsene, non avendo lei il coraggio di dargli un colpo di grazia, lasciandolo. Vi riuscì, e non si rividero più. Come imbambolato, la mano che stringeva ancora il bicchiere, ripercorse la sua storia con gli occhi semichiusi, senza essere distolto dal garrire delle rondini e dalle urla di due ubriachi che gli passavano davanti. Solo un " ciao nonno" e due manine che carezzavano la barba, lo scossero all' improvviso. Sorrise, mise da parte quel ricordo, ilvecchio palpitare del suo cuore, e prese in braccio suo nipote che si chiamava Renato, proprio come lui. Se lo mise sulle ginocchia cantando una filastrocca, e pensò: "ho aspettato tanto il calore di un sentimento, qualcuno che mi accarezzasse senza nulla chiedermi, e forse, ora, è finalmente arrivato".
La sua non era stata una vita facile, e non lo era ancora. Percepiva una pensione minima: pochi erano stati i contributi versati, molti i soldi sperperati. Aveva cercato invano una donna che lo amasse, ma le sue relazioni e...rano fallite, causa il suo carattere che a volte peccava di ignoranza riguardo buone maniere e civile confronto. Renato era fatto così, impulsivo, ma non era cattivo. Ostentava sicurezza, sembrava baldanzoso, persino, ma dentro di sé era fragilissimo, tormentato. Mentre beveva, attraverso il vetro del bicchiere, vide passare una donna piccola di statura, mora che sorrideva con aria ancora sbarazzina, l'aria di chi, pur essendo un po' avanti negli anni, ha ancora qualcosa di giovanile dentro. Di colpo posò il boccale sul tavolino, certo di aver riconosciuto in lei una donna cui aveva voluto bene anni prima. No, non poteva essere lei, non era possibile: l' età di quella donna non corrispondeva a chi aveva incontrato tempo addietro. Piano piano ricostruì quell' incontro ormai lontano, ne ripercorse le tappe fino ad arrivare a come fosse finita. Si era messo in testa di atteggiarsi a uomo di vecchio stampo, all' epoca; di quelli che volevano il pranzo pronto, le camicie stirate alla perfezione, la tv accesa con le partite la domenica, e lei sempre disponibile in determinati momenti. Aveva sbagliato persona. Lei era una donna indipendente, amava far tutto da sola, senza interpellarlo. Non perché non lo considerasse, ma perché era abituata così, a sbrigarsela da sola fin da ragazzina. Aveva fatto della propria autonomia una bandiera, ed ormai non poteva tornare indietro: tutto ciò faceva parte del suo carattere. e mentre lui cercava di invadere il suo territorio con ingenua prepotenza, lei si sentiva assediata, stretta in una morsa rappresentata dal bene che voleva a lui e la sua indipendenza conquistata. Fece di tutto per allontanarlo, perché fosse lui ad andarsene, non avendo lei il coraggio di dargli un colpo di grazia, lasciandolo. Vi riuscì, e non si rividero più. Come imbambolato, la mano che stringeva ancora il bicchiere, ripercorse la sua storia con gli occhi semichiusi, senza essere distolto dal garrire delle rondini e dalle urla di due ubriachi che gli passavano davanti. Solo un " ciao nonno" e due manine che carezzavano la barba, lo scossero all' improvviso. Sorrise, mise da parte quel ricordo, ilvecchio palpitare del suo cuore, e prese in braccio suo nipote che si chiamava Renato, proprio come lui. Se lo mise sulle ginocchia cantando una filastrocca, e pensò: "ho aspettato tanto il calore di un sentimento, qualcuno che mi accarezzasse senza nulla chiedermi, e forse, ora, è finalmente arrivato".
martedì 23 giugno 2015
Affondata nell' incavo
della tua spalla, a
scordare i mille precetti
passati, trovando le
nostre primavere, ci
dirigevamo verso
l' utero dei nostri giorni
passati divisi. Scorrevano
linee nere in quella sera
invernale, per noi calda
e vellutata, le cose intorno.
Riflessioni, oggetti, gente,
non avevano contorni.
tutto era etereo, tutto
era fantasma.
e un dicembre di mistero
scriveva pagine per noi
della tua spalla, a
scordare i mille precetti
passati, trovando le
nostre primavere, ci
dirigevamo verso
l' utero dei nostri giorni
passati divisi. Scorrevano
linee nere in quella sera
invernale, per noi calda
e vellutata, le cose intorno.
Riflessioni, oggetti, gente,
non avevano contorni.
tutto era etereo, tutto
era fantasma.
e un dicembre di mistero
scriveva pagine per noi
domenica 21 giugno 2015
l' ultima nostra canzone
in quell' estate ora
diventata lumino nel
tunnel della memoria
fuga autonoma di due...
ragazzi dai molti progetti
e dalle molte incertezze.
Le voci nel vicolo non
disturbavano il sonno,
ultima nostra meta
dopo l'afrodisiaco
odore di erbe e salsedine.
Fissavo il soffitto battendo
le palpebre al ritmo del tuo
respiro che spazzava il
battito di un cuore
che non ti amava più
in quell' estate ora
diventata lumino nel
tunnel della memoria
fuga autonoma di due...
ragazzi dai molti progetti
e dalle molte incertezze.
Le voci nel vicolo non
disturbavano il sonno,
ultima nostra meta
dopo l'afrodisiaco
odore di erbe e salsedine.
Fissavo il soffitto battendo
le palpebre al ritmo del tuo
respiro che spazzava il
battito di un cuore
che non ti amava più
sabato 20 giugno 2015
E osservi stupita il tuo mondo
Con gli occhiali che filtrano
pensieri. Tutto stupisce, ma
non meraviglia. Il cuore
puro sa, e fa di ogni cosa...
pietra e scrigno. E mentre
vivi, osservi e soffri, con
la voglia di chi vorrebbe
verde, fiori e sole per
quell' atto tuo d'amore
che ti sorride al fianco.
Con gli occhiali che filtrano
pensieri. Tutto stupisce, ma
non meraviglia. Il cuore
puro sa, e fa di ogni cosa...
pietra e scrigno. E mentre
vivi, osservi e soffri, con
la voglia di chi vorrebbe
verde, fiori e sole per
quell' atto tuo d'amore
che ti sorride al fianco.
venerdì 19 giugno 2015
E torna frizzante quell' aria
di una volta. I racconti si
perdono come faville che
scoppiano nell' aria di
una sera. Complicità...
riscoperta mai persa
Ero così, indifferente
ma sognatrice proprio
come mi vedevi tu
di una volta. I racconti si
perdono come faville che
scoppiano nell' aria di
una sera. Complicità...
riscoperta mai persa
Ero così, indifferente
ma sognatrice proprio
come mi vedevi tu
mercoledì 17 giugno 2015
Notte.
Non dormo e tutto
Appare come la scia
Di una cometa.
Pulviscolo sono...
I pensieri che luminosi
Frantumano il buio
A niente, a tutto do
Ascolto, nulla si ferma,
Ogni cosa va, poi torna
Sinuosa e' questa danza
Poi abbasso le ciglia,
Affondando nel ventre
Di una notte che brulica
Di nuovi sogni
Non dormo e tutto
Appare come la scia
Di una cometa.
Pulviscolo sono...
I pensieri che luminosi
Frantumano il buio
A niente, a tutto do
Ascolto, nulla si ferma,
Ogni cosa va, poi torna
Sinuosa e' questa danza
Poi abbasso le ciglia,
Affondando nel ventre
Di una notte che brulica
Di nuovi sogni
sabato 6 giugno 2015
Lettera per un' amica
L' hai detto tu, ieri, amica mia, "l'avresti supposto che tra noi sarebbe andata a finire così?"No, forse né tu né io l'avremmo ipotizzato. Siamo qui, dopo cinque anni, con gioie e guai. Non passa giorno in cui non ci si senta, magari solo due brevi righe scritte in fretta. L' ho raccontato a chi sai, che sei un po' la mia famiglia; ci siamo ritagliate un piccolo spazio per sentirci vicine. Fiducia reciproca, e complicità in una risata tipo quella dello scorso pomerigg...io. Ci siamo capite in un giorno di ansia, poi diventato fine di un tuo affanno: il giorno in cui partisti per quel viaggio di speranza. Telefonasti a pochissime persone per avvertire, ed una ero io. Quella notte non dormii: lungo i corridoi dell' ospedale, a mille chilometri di distanza, io ero virtualmente con te. Mi rigiravo nel letto, consultavo spasmodicamente il cellulare in cerca di un tuo messaggio che annunciava la fine di quel tuo, vostro, percorso doloroso, ma di speranza. Ed arrivò, tutto era andato bene, e c'era chi rinasceva a nuova vita. Se devo pensare ad uno dei giorni migliori di questo anno per me complesso, non ho dubbi: il nostro week end a Milano, bambine cresciute tra musei e strade. Gli occhi che brillavano di fronte a tante bellezze, sognando il tempo delle eteree modelle di Boldini.
E le chiacchiere.. uh, quante! E quelle tue parole, che mai dimenticherò, che mi fecero d' improvviso capire una vita: eri arrivata al nocciolo, e, come un' esperta psicologa, avevi tirato fuori ciò che mai avevo voluto vedere. il pensarsi sempre, e a distanza comprendere che qualcosa non va, pur non sapendo nulla. Sarà che siamo nate lo stesso giorno...
Desiderare di fare due passi insieme , oppure abitare a pochi isolati da te. Eppure, anche qui, so che ci sei comunque, e che forse stai pensando - come anche io - a quel che si combina.
Ti basta, amica mia, quel che ti ho scritto? non lo so, ma a dirti la verità, non basta a me.
E le chiacchiere.. uh, quante! E quelle tue parole, che mai dimenticherò, che mi fecero d' improvviso capire una vita: eri arrivata al nocciolo, e, come un' esperta psicologa, avevi tirato fuori ciò che mai avevo voluto vedere. il pensarsi sempre, e a distanza comprendere che qualcosa non va, pur non sapendo nulla. Sarà che siamo nate lo stesso giorno...
Desiderare di fare due passi insieme , oppure abitare a pochi isolati da te. Eppure, anche qui, so che ci sei comunque, e che forse stai pensando - come anche io - a quel che si combina.
Ti basta, amica mia, quel che ti ho scritto? non lo so, ma a dirti la verità, non basta a me.
ti voglio un mondo di bene
venerdì 5 giugno 2015
Giorgio
Se tu fossi qui, ora,
in questo preciso istante,
guarderesti il mondo
con il solito distacco
Ci troveresti bestie...
non libere, da circo.
Appoggeresti le spalle
senza un sospiro, perché
di questo è solo capace
chi si dimostra stanco.
tu no, solo meraviglia,
ma forse non troppa.
E l'azzurro dei tuoi
occhi incontrerebbe
uno zenith lontano,
oltre il confine di una
passione mai morta
in questo preciso istante,
guarderesti il mondo
con il solito distacco
Ci troveresti bestie...
non libere, da circo.
Appoggeresti le spalle
senza un sospiro, perché
di questo è solo capace
chi si dimostra stanco.
tu no, solo meraviglia,
ma forse non troppa.
E l'azzurro dei tuoi
occhi incontrerebbe
uno zenith lontano,
oltre il confine di una
passione mai morta
domenica 31 maggio 2015
perché, mio gigante di vetro,
hai voluto tracciare il solco
e piantare un fiore da
concimare...Non sono gli
occhi tuoi quelli di un altro...
Non è quello il sorriso che
cerchi. Scompare il fiore
dietro un mazzo di carte
lanciato in un gioco sul
tavolo di una sfida azzardata
I fiori, sai, sono capaci di
vivere anche sui muri,
e lì non si strappano:
chi li cerca si arrampica
colpito da un cuore di sole
hai voluto tracciare il solco
e piantare un fiore da
concimare...Non sono gli
occhi tuoi quelli di un altro...
Non è quello il sorriso che
cerchi. Scompare il fiore
dietro un mazzo di carte
lanciato in un gioco sul
tavolo di una sfida azzardata
I fiori, sai, sono capaci di
vivere anche sui muri,
e lì non si strappano:
chi li cerca si arrampica
colpito da un cuore di sole
Candori vicini, fermi,
immortali, figure distratte
figure distratte su formicolio
di un andare e venire.
Sacro e profano uniti
uno sguardo severo...
ed uno che gioca
e giù l' indifferenza
marcia continua
la luna si sa, vede
e poi scherza
immortali, figure distratte
figure distratte su formicolio
di un andare e venire.
Sacro e profano uniti
uno sguardo severo...
ed uno che gioca
e giù l' indifferenza
marcia continua
la luna si sa, vede
e poi scherza
Neanche rabbia
Neanche dolore
Solo sogni infiniti,
Martello per cuori
Di cemento rappreso...
E pupille vive che
Bucano fiammelle di
Candele vibranti
Al danzare di un
Pensiero in attesa
Neanche dolore
Solo sogni infiniti,
Martello per cuori
Di cemento rappreso...
E pupille vive che
Bucano fiammelle di
Candele vibranti
Al danzare di un
Pensiero in attesa
venerdì 29 maggio 2015
L' isola che c'era
Ischia è una carezza di sole e vento
canzone di aliti e profumi di terra
era la nostra meta, viaggiavamo
concentrati d'amore per dormire
sotto le striature d'argento di lune...
sconosciute. Mentre l' ombra di
una Capri bagnata di viola,
sembrava scuotere una passione
sotterranea, forse depressa.
Cori intorno a noi, odore di gente,
odore di altre umanità. Non capisti
quel nuovo mondo, volevi il tuo
guscio, mente io, immersa nel sogno,
cercavo quel tuo sguardo caldo
oggi scordato, nella tempesta dei
nostri cuori strappati a brandelli
canzone di aliti e profumi di terra
era la nostra meta, viaggiavamo
concentrati d'amore per dormire
sotto le striature d'argento di lune...
sconosciute. Mentre l' ombra di
una Capri bagnata di viola,
sembrava scuotere una passione
sotterranea, forse depressa.
Cori intorno a noi, odore di gente,
odore di altre umanità. Non capisti
quel nuovo mondo, volevi il tuo
guscio, mente io, immersa nel sogno,
cercavo quel tuo sguardo caldo
oggi scordato, nella tempesta dei
nostri cuori strappati a brandelli
Infinito
C'è un' aria tiepida che
avviluppa i sogni, un
dondolìo di anime e
di incertezze. Oggi
fugge sudato e stanco...
e un domani fresco
e rosato si affaccerà
uguale aspettando
un' altra notte.
Sembra infinito questo
buio, eppure è dolce ,
intimo e soffice in questa
nuova estate che spia
dietro l'angolo di una
diversa vita, conchiglia
dischiusa verso un cielo
di domani bucato dal sole
avviluppa i sogni, un
dondolìo di anime e
di incertezze. Oggi
fugge sudato e stanco...
e un domani fresco
e rosato si affaccerà
uguale aspettando
un' altra notte.
Sembra infinito questo
buio, eppure è dolce ,
intimo e soffice in questa
nuova estate che spia
dietro l'angolo di una
diversa vita, conchiglia
dischiusa verso un cielo
di domani bucato dal sole
venerdì 8 maggio 2015
QUI
Chissà se un giorno ricorderemo
i piccoli ritagli di sogni e confidenze
La vita è burlona, amico mio
la memoria negli anni è nuvola.
Ma il cuore no, il cuore riconosce ...
ogni singolo spazio di cielo.
Ci siamo quasi tenuti per mano,
nell' inferno pragmatico e crudo.
Parole, voli, non importa se
pindarici: erano speranze.
E mentre percorro la mia strada
ormai piana e sicura, mi giro
verso te che hai gli occhi stretti
e guardi il mare, dove ogni sua onda
odora di bellissima tempesta.
i piccoli ritagli di sogni e confidenze
La vita è burlona, amico mio
la memoria negli anni è nuvola.
Ma il cuore no, il cuore riconosce ...
ogni singolo spazio di cielo.
Ci siamo quasi tenuti per mano,
nell' inferno pragmatico e crudo.
Parole, voli, non importa se
pindarici: erano speranze.
E mentre percorro la mia strada
ormai piana e sicura, mi giro
verso te che hai gli occhi stretti
e guardi il mare, dove ogni sua onda
odora di bellissima tempesta.
martedì 14 aprile 2015
Semmai
Semmai ci sarà un senso,
diventerà il nostro. Semmai
sarà gioia, sarà la nostra.
Semmai sarà dolore, ci
apparterrà. Amore non è...
darsi tanto, spendere e spargere
il molto e l' abbondanza. E' dividere
quel poco che e' tutto.
Facile aver le mani piene,
regalare l' anima felice, sorrisi
preesistenti.
Solo il cuore pronto sa essere
presente nell'assenza, e dona
l' abbraccio che non c'è
diventerà il nostro. Semmai
sarà gioia, sarà la nostra.
Semmai sarà dolore, ci
apparterrà. Amore non è...
darsi tanto, spendere e spargere
il molto e l' abbondanza. E' dividere
quel poco che e' tutto.
Facile aver le mani piene,
regalare l' anima felice, sorrisi
preesistenti.
Solo il cuore pronto sa essere
presente nell'assenza, e dona
l' abbraccio che non c'è
domenica 22 marzo 2015
Cento ore, cento passi
Passo dopo passo,
giorno per giorno,
minuto per minuto
a fatica lungo il
tunnel della vita...
La luce appare
poi scompare,
e poi eccola di
nuovo oscillare.
Basculanti i miei
momenti, i colori
sfumano per poi
riaccendersi.
Sudore dell' anima
sospiri e sbuffi,
stanchezza e
gioia in questo
girotondo folle
in mezzo ad anfratti
di foreste buie, mi
faccio uccello verso
l' infinito sconosciuto
giorno per giorno,
minuto per minuto
a fatica lungo il
tunnel della vita...
La luce appare
poi scompare,
e poi eccola di
nuovo oscillare.
Basculanti i miei
momenti, i colori
sfumano per poi
riaccendersi.
Sudore dell' anima
sospiri e sbuffi,
stanchezza e
gioia in questo
girotondo folle
in mezzo ad anfratti
di foreste buie, mi
faccio uccello verso
l' infinito sconosciuto
martedì 17 marzo 2015
Nirvana
E chiudere una porta,
poi due, poi tre,e ancora...
Chiudere, sigillare e sigillarsi.
Piano, a poco a poco,
rosicchiare i contorni.
Perché si deve, perché
è giusto. Scivolare via,
libellula impalpabile tra
le cose di ogni giorno.
Soffocare tutto intorno
per il limbo ed il
Nirvana, per la sera
che non c'è
poi due, poi tre,e ancora...
Chiudere, sigillare e sigillarsi.
Piano, a poco a poco,
rosicchiare i contorni.
Perché si deve, perché
è giusto. Scivolare via,
libellula impalpabile tra
le cose di ogni giorno.
Soffocare tutto intorno
per il limbo ed il
Nirvana, per la sera
che non c'è
mercoledì 25 febbraio 2015
Di Sera
E' questa la mi sera, sai?
Col suo senso di vuoto,
di vivere senza una ragione,
Scopo non ce ne è, solo
trascinare i piedi avanti,
senza un cammino, una strada
Un percorso accidentato,
verso un tunnel
né buio, nè luminoso
Un grigio chiarore,
una fiamma nel vento
e nel vento vacilla fragile.
Aspettando domani,
e ancora un domani,
colmo di chissà
Col suo senso di vuoto,
di vivere senza una ragione,
Scopo non ce ne è, solo
trascinare i piedi avanti,
senza un cammino, una strada
Un percorso accidentato,
verso un tunnel
né buio, nè luminoso
Un grigio chiarore,
una fiamma nel vento
e nel vento vacilla fragile.
Aspettando domani,
e ancora un domani,
colmo di chissà
mercoledì 11 febbraio 2015
martedì 10 febbraio 2015
C'est vivre
Ed eccola la vita
Ebbra di volti e
suoni. Lettere,
parole, poesie
Voi, spirali attorno...
a me, ed io che mi
riempio dei vostri
cuori e delle vostre
ragioni. E menti che si
intrecciano da lontano
ghirlande di gioia o
dolore s'avvolgo
attorno a me come
gioco sensuale.
Ed io ascolto, parlo,
vivo con anima e testa.
Godere del momento,
innamorarsi mai
Ebbra di volti e
suoni. Lettere,
parole, poesie
Voi, spirali attorno...
a me, ed io che mi
riempio dei vostri
cuori e delle vostre
ragioni. E menti che si
intrecciano da lontano
ghirlande di gioia o
dolore s'avvolgo
attorno a me come
gioco sensuale.
Ed io ascolto, parlo,
vivo con anima e testa.
Godere del momento,
innamorarsi mai
martedì 3 febbraio 2015
Stelle lontane
E starò qui, a guardare la tua danza,
buona e zitta a vedere di nuovo un
tuo ridere scrollando la testa indietro.
Starò qui, muta, in mezzo ad una folla,
l' ultima dell' ultima fila, con gli occhi ...
che mi brillano, felice del tuo essere
felice. E quando l' ultima nota sarà
suonata, andrò via in punta di piedi
a gustare la freschezza di una notte
pura nel suo brillare di stelle lontane
buona e zitta a vedere di nuovo un
tuo ridere scrollando la testa indietro.
Starò qui, muta, in mezzo ad una folla,
l' ultima dell' ultima fila, con gli occhi ...
che mi brillano, felice del tuo essere
felice. E quando l' ultima nota sarà
suonata, andrò via in punta di piedi
a gustare la freschezza di una notte
pura nel suo brillare di stelle lontane
mercoledì 28 gennaio 2015
Noi di Villa Grazioli
Gennaio a Roma è il mese più freddo. Che poi, freddo.... rispetto al clima di qui, è tutto molto relativo. Uscivo al sera verso le 19,00 dopo "studi matti e disperatissimi" ( giuro!). e incontravo gli amici. Ci andavamo a riscaldare con una cioccolata da Fassi, due chiacchiere, una risata, e via di nuovo a casa. Era il 1979, l' anno della maturità. Eravamo giovani speciali, riflessivi, sognatori. Ma anche buontemponi, affiatati. Ore ed ore chiusi in una 126 bianca di cui ricordo persino la targa. a parlare di tutto, o almeno così ci sembrava. Filosofie di ragazzi, discorsi sull' amore, e su tutto ciò che ne faceva parte. Intanto io guardavo "lui", e "lui" guardava me e, tonta come ero, la classica ragazza di buona famiglia, non mi accorgevo "dell' altro" che non mi staccava gli occhi di dosso. Cose così, cose semplici, storie comuni, vissute da tutti, ma che per tutti sono speciali ed indimenticabili. C'è sempre un lui ed una lei, ed un altro che soffre, o magari anche una lei che è innamorata e non ricambiata. Mi dicevo che ero fortunata, ascoltando Venditti che cantava " buona domenica" alle radio private: io non ero colei che trascorreva la domenica sui libri, non tutta: mi aspettava. Un piccolo mondo, tra i profumi certi di casa, i libri, le canzoni, il pomeriggio con lui, le corse in vespa ( di un colore orribile: giallo), per non parlare di una Skoda verde pisello, uscita da chissà quale concessionario. Eravamo sani, allegri e seri nello stesso tempo tutti, con un grande senso del reciproco rispetto e nessuno rivolgeva a noi ragazze una parla fuori posto. C'era l' amico di tutti, che ora è qui, ritrovato con la sua dolcissima moglie, il serio ( il mio lui), il filosofo (l'altro), il grande ( anche lui ora qui , tra i miei amici), suo fratello (altro filosofo, che però non disdegnava fare il casinista). Noi ragazze eravamo forse più di loro. Alcune erano molto amiche tra di loro, andando a scuola insieme, una era un po' sfortunata in amore, un' altra che visse una storia un po' difficile, ed io. io che chissà perché, facevo caso a parte, come sempre è stato nella mia vita, amica di tutte e di nessuna, diversa, forse un po' snob, anche se involontariamente. Discoteche poche, si stava molto in casa, e si parlava, si parlava. si parlava...oggi non ricordo neanche quali fossero gli argomenti, ma rammento l' intimità che si creava tra di noi, gli spicchi di sana umanità, che ancora ho incollati addosso, come incollate sono le nostre risate, e i nostri sguardi limpidi, non ancora velati dal flusso della vita
sabato 24 gennaio 2015
Tu
Arrivavi prima di me
: stessa città, stesso giorno
E poi via, a vivere due vite
diverse nei loro momenti,
mentre prendevano forma
pensieri e sogni, forse gli stessi,
Vedevamo le stesse albe,
i cieli erano uguali
E poi gli amori...sorrisi e pugni.
Guardavamo identiche piogge,
con i segni profondi sulla fronte
Conservavamo le parole
che ci saremmo raccontate
incartando un' anima per quel
giorno di futura primavera
: stessa città, stesso giorno
E poi via, a vivere due vite
diverse nei loro momenti,
mentre prendevano forma
pensieri e sogni, forse gli stessi,
Vedevamo le stesse albe,
i cieli erano uguali
E poi gli amori...sorrisi e pugni.
Guardavamo identiche piogge,
con i segni profondi sulla fronte
Conservavamo le parole
che ci saremmo raccontate
incartando un' anima per quel
giorno di futura primavera
martedì 13 gennaio 2015
GEMMA
Ti aspetto oltre i normali segni del mondo,
fra il mio vivere ed il mio camminare,
tra un sogno ed una risata, tra una
lacrima ed un pensiero. Verrai a me
come quel giorno, con il tuo volto ...
arrossato e pieno di promesse..
verrai di corsa, come facevi sempre.
Trafelata e con il tuo entusiasmo.
Mi regalerai ancora la tua gioia
di vivere, e splendide, umili e
grandi parole. Lo so, verrai,
sarai ancora guida e luce dei
miei sentieri impervi e delle
strade illuminate. Sarai, sei...
sei già qui, mi hai lasciata
senza mai abbandonarmi
sabato 3 gennaio 2015
dolce timbro della tua voce
caldo il tuo sguardo e la
tua risata da bambino.
Un cuore, si, un cuore
di silenzio, e carezze...
cuore pacifico e morbido
dividevamo i respiri insieme
cullati nei nostri sogni
fatti di piccole cose.
Ma tu, dentro, eri fuoco
assistevi alla mia rincorsa
verso una vita viva per
ubriachi sobri, Mentre ora
nevica ancora, e come
quel giorno, il sole c'è
stato solo prima
caldo il tuo sguardo e la
tua risata da bambino.
Un cuore, si, un cuore
di silenzio, e carezze...
cuore pacifico e morbido
dividevamo i respiri insieme
cullati nei nostri sogni
fatti di piccole cose.
Ma tu, dentro, eri fuoco
assistevi alla mia rincorsa
verso una vita viva per
ubriachi sobri, Mentre ora
nevica ancora, e come
quel giorno, il sole c'è
stato solo prima
lunedì 22 dicembre 2014
Un Natale modernizzato
Maria quell' anno decise di cambiare. Sempre la solita storia... per far contento suo figlio, doveva ripetere l' avvenimento della sua nascita. Trovare una grotta disponibile non era facile: la TASI era arrivata anche lì. Perciò portò l'asino da un buon maniscalco e si avviò a casa dei suoi. Anna e Gioacchino erano un po' anziani, e non si muovevano facilmente da casa loro. Solo Giovanni Battista faceva una capatina la sera della vigilia, per farsi una partitina a scopone scientifico con il capofamiglia. Anna era piena di dolori, e cercava di prendere il capitone insieme a sua cugina Elisabetta. Ma, piene di acciacchi come erano entrambe, il capitone riusciva sempre a farla franca sgusciando via tra orci e stoviglie di terracotta. Giuseppe c'era rimasto male, per quell' alzata di capoccia di sua moglie ( che poi... moglie... ); oltretutto, i pastori erano ad una riunione sindacale, e non aveva neanche l' opportunità di farsi una birretta insieme a loro. E poi, diciamolo chiaro, tutti quegli angeli che iniziavano a cantare poche settimane prima, gli facevano venire il mal di testa. Quindi, uno da una parte, una con mammà e papà, i due coniugi rimasero divisi senza neanche farsi gli auguri: gli angeli stessi non avevano nessuna intenzione di imitare i cellulari e fare da tramite. Povero Giuseppe, mezzo ubriaco se ne andò verso casa e si fece pure male ad un piede con un chiodo lasciato lì per caso. Lanciò un urlo, ma non era il caso di imprecare: il suo ruolo non glielo permetteva. Caracollando, si avviò verso la stalla per dare da mangiare ad un bue piuttosto perplesso, visto che non riusciva a capire dove fosse finito l'asino. Eh, no - disse a se stesso - così non si fa! Ma come, abbiamo passato sempre le feste insieme,e mo' ha deciso di seguire Maria? Ma tu guarda questo... dopo duemila anni! Intanto Maria se la godeva, tanti regali da scartare, il figlio che sgambettava felice tra i giocattoli. I nonni avevano deciso di non regalargli un computer: non gli sarebbe servito, in fondo. A casa sua Giuseppe, si era convinto che n fondo Maria aveva ragione: non si poteva sempre ripetere la stessa scena ogni anno. Cavoli, ma in futuro i cristiani ci avrebbero pensato loro con i presepi! Perciò, il giorno seguente, si incamminò presto verso casa dei suoceri, pregustando panettone e tortellini come ogni essere con i piedi per terra.
Patrizia ancora....
Ricorda: non sarà più
come era, le ombre
copriranno col manto
le tue spalle. Saranno
presenze da cui non si...
sfugge. È scritto senza
sangue, né inchiostro;
è graffito su pietra
che sempre riaffiora.
Destino che segue
i tuoi passi, che sempre
hai sentito, da lui ti fai
trasportare, ti abbraccia
nell' eterno sopire
E tu, che hai sognato
l'aria libera e il canto,
serri di nuovo le labbra.
Non avrai altro sole,
ma piccole scintille
per singole illusioni.
come era, le ombre
copriranno col manto
le tue spalle. Saranno
presenze da cui non si...
sfugge. È scritto senza
sangue, né inchiostro;
è graffito su pietra
che sempre riaffiora.
Destino che segue
i tuoi passi, che sempre
hai sentito, da lui ti fai
trasportare, ti abbraccia
nell' eterno sopire
E tu, che hai sognato
l'aria libera e il canto,
serri di nuovo le labbra.
Non avrai altro sole,
ma piccole scintille
per singole illusioni.
( per Patrizia P.)
sabato 20 dicembre 2014
Time
Tempo, giorni, ore, minuti
gocce che se ne vanno via,
così, senza tracce in questa
vita. Sole o pioggia senza
differenza. Tutto scorre...
lento come un fiume calmo
e vorrei essere un ruscello
che canta gorgogliando
che balla e fa pirouettes,
e con un salto, tuffarmi
in freschezze dimenticate
nebulizzando nell' aria
ancora e sempre una
canzone tutta mia
gocce che se ne vanno via,
così, senza tracce in questa
vita. Sole o pioggia senza
differenza. Tutto scorre...
lento come un fiume calmo
e vorrei essere un ruscello
che canta gorgogliando
che balla e fa pirouettes,
e con un salto, tuffarmi
in freschezze dimenticate
nebulizzando nell' aria
ancora e sempre una
canzone tutta mia
giovedì 18 dicembre 2014
Memories
Mezzanotte, e la memoria
è una strega senza pietà.
Si insinua nei capillari e
scorre veloce. Ti parla,
racconta di ciò che non...
avrai, che ora è sogno
durato una vita intera.
Ora sai, conosci i tuoi
momenti, li stringi e li
vivi una volta sola, come
solo una volta li avevi
vissuti. E' una pozione
amara, ma sei tu e niente
sarà mai più dolce come
quel palpitare di una
farfalla tornata crisalide
è una strega senza pietà.
Si insinua nei capillari e
scorre veloce. Ti parla,
racconta di ciò che non...
avrai, che ora è sogno
durato una vita intera.
Ora sai, conosci i tuoi
momenti, li stringi e li
vivi una volta sola, come
solo una volta li avevi
vissuti. E' una pozione
amara, ma sei tu e niente
sarà mai più dolce come
quel palpitare di una
farfalla tornata crisalide
mercoledì 17 dicembre 2014
Poesie
un po' rabbia e per dolore
un po' per sognare, e dire
due parole. Catarsi per
un dolore, oppure per
un amore. Quando si...
veglia, quando si pensa.
Improvvise note di suoni
e parole. Sillabe, ancora
frasi e poi suoni sulle
labbra, sussurando
dolcezza o un sunto
amaro. Si apre il cuore
alle felicità, descrivi le
emozioni, e non ti
appaghi. Cerchi, rifletti,
e trovi la parola che
sia medium di tutto
quel che non sapevi.
un po' per sognare, e dire
due parole. Catarsi per
un dolore, oppure per
un amore. Quando si...
veglia, quando si pensa.
Improvvise note di suoni
e parole. Sillabe, ancora
frasi e poi suoni sulle
labbra, sussurando
dolcezza o un sunto
amaro. Si apre il cuore
alle felicità, descrivi le
emozioni, e non ti
appaghi. Cerchi, rifletti,
e trovi la parola che
sia medium di tutto
quel che non sapevi.
sabato 6 dicembre 2014
La rabbia di Roma
Lassa perde sti morammazzati,
delinquenti,ladri, vecchi carcerati.
Nun li volemo, no, a sti buffoni,
bastardi, faccendieri, co li mijoni.
Roma nun se compra nè se venne,...
e nun è puro de chi s' a prenne.
Nun è der primo che la vole
che te arigala solo e sole.
Nun se spreme, nun è na vacca,
dico a te, fijo de na baldracca!
Forza, coremo, ridamo gloria,
Roma nostra è n' antra storia
delinquenti,ladri, vecchi carcerati.
Nun li volemo, no, a sti buffoni,
bastardi, faccendieri, co li mijoni.
Roma nun se compra nè se venne,...
e nun è puro de chi s' a prenne.
Nun è der primo che la vole
che te arigala solo e sole.
Nun se spreme, nun è na vacca,
dico a te, fijo de na baldracca!
Forza, coremo, ridamo gloria,
Roma nostra è n' antra storia
Time
il tempo va e giudica, torna.
e tu lo hai davanti, lo osservi.
niente è più come era, nulla
sarà come è stato. Calcoli
in fretta e tiri le somme....
A volte sei freddo, a volte
no. Cerchi di riviverti ogni
cosa, ma il tempo toglie
le emozioni più vive.
vorresti incollare i pezzi,
riavvolgere le corde che
ti hanno legato, ma sono
consunte da parole non
pronunciate. E' ora di
andare verso altri
sogni, e altre idee.
Forse nuove formule
ci aspettano, saranno
numeri esponenziali,
per nuove felicità
e tu lo hai davanti, lo osservi.
niente è più come era, nulla
sarà come è stato. Calcoli
in fretta e tiri le somme....
A volte sei freddo, a volte
no. Cerchi di riviverti ogni
cosa, ma il tempo toglie
le emozioni più vive.
vorresti incollare i pezzi,
riavvolgere le corde che
ti hanno legato, ma sono
consunte da parole non
pronunciate. E' ora di
andare verso altri
sogni, e altre idee.
Forse nuove formule
ci aspettano, saranno
numeri esponenziali,
per nuove felicità
venerdì 21 novembre 2014
Why
Me lo domando anche io.
Mi domando perché si
cambia, nascosti nell' ombra
dei nostri rifugi fatti di pensieri.
Macinando spiegazioni che
non sono, risposte tutte nostre.
Provetti medium di anime
che faremmo meglio a conoscere.
Eppure, ci si sfiora ogni giorno,
ogni contatto è intimo, ma è parole,
scambio di menti lontane.
Risposte di servizio, e non di
anime, frasi senza pensiero,
passati da cremare
Mi domando perché si
cambia, nascosti nell' ombra
dei nostri rifugi fatti di pensieri.
Macinando spiegazioni che
non sono, risposte tutte nostre.
Provetti medium di anime
che faremmo meglio a conoscere.
Eppure, ci si sfiora ogni giorno,
ogni contatto è intimo, ma è parole,
scambio di menti lontane.
Risposte di servizio, e non di
anime, frasi senza pensiero,
passati da cremare
l' inverno che non c'è
Novembre è una giornata
con un filo di sole, che
fa apparire più chiari
cirri e nembi nel cielo.
E' un' aria umida, ...
un cuore che si infagotta.
E' un passero che cerca
nell' erba ormai gialla
l' ultima briciola, e vola
via felice per un inverno
che non c'è
con un filo di sole, che
fa apparire più chiari
cirri e nembi nel cielo.
E' un' aria umida, ...
un cuore che si infagotta.
E' un passero che cerca
nell' erba ormai gialla
l' ultima briciola, e vola
via felice per un inverno
che non c'è
mercoledì 19 novembre 2014
Grani di sabbia
Trenta grani di sabbia
sulle miei mani, trenta
che scivolano senza
lasciare traccia. Sono
solo passato, che sporca ...
che impolvera. Trenta grani,
sottili, fini, ma fatti di pietra,
che graffia e punge.
Verrà il giorno, in cui
basterà poco tempo, pochi
attimi per farli passare tra
le dita. Forse faranno più
male di quanto non pensi,
ma sarà breve, una lenta
eutanasia, di quel che
non è stato un sogno immortale
sulle miei mani, trenta
che scivolano senza
lasciare traccia. Sono
solo passato, che sporca ...
che impolvera. Trenta grani,
sottili, fini, ma fatti di pietra,
che graffia e punge.
Verrà il giorno, in cui
basterà poco tempo, pochi
attimi per farli passare tra
le dita. Forse faranno più
male di quanto non pensi,
ma sarà breve, una lenta
eutanasia, di quel che
non è stato un sogno immortale
lunedì 17 novembre 2014
PIOVE
Pioggia, passo affrettato
un cuore sotto un ombrello
desiderio di un riparo
da sotto quel grigio
scivolare via, senza guardare,...
cercando intorno due occhi
schermati dalle gocce.
Eppure, i miei vogliono
bucare ancora quel
sottile ed umido velo
che sa di terra e di erba.
Forse non è ancora
tempo di tristezze
un cuore sotto un ombrello
desiderio di un riparo
da sotto quel grigio
scivolare via, senza guardare,...
cercando intorno due occhi
schermati dalle gocce.
Eppure, i miei vogliono
bucare ancora quel
sottile ed umido velo
che sa di terra e di erba.
Forse non è ancora
tempo di tristezze
giovedì 6 novembre 2014
La storia
Raccontami una storia,
la nostra storia. Quei giorni,
i nostri giorni, quel pulito
che avevamo dentro
le belle carezze, gli abiti...
stirati, le madri attente.
I padri lontani, ma presenti.
Raccontami degli amici,
dei tuoi pezzi di vita.
Dei palpiti, delle gioie.
Sai, ti ho sfiorato,
in quelle mattine calde,
di quegli inverni miti.
Nel nostro rigore di
gente perbene,
Dogmi distrutti da
un presente assurdo,
Dammi le tue certezze,
ma dammele con nostalgia.
Nulla è morto, se trovo
ancora te
la nostra storia. Quei giorni,
i nostri giorni, quel pulito
che avevamo dentro
le belle carezze, gli abiti...
stirati, le madri attente.
I padri lontani, ma presenti.
Raccontami degli amici,
dei tuoi pezzi di vita.
Dei palpiti, delle gioie.
Sai, ti ho sfiorato,
in quelle mattine calde,
di quegli inverni miti.
Nel nostro rigore di
gente perbene,
Dogmi distrutti da
un presente assurdo,
Dammi le tue certezze,
ma dammele con nostalgia.
Nulla è morto, se trovo
ancora te
sabato 25 ottobre 2014
Giovani
Noi abbiamo vissuto
il tempo delle illusioni
cantandole al freddo
e sotto il sole.
Quello dei giovani segreti,
del cuore leggero
Leggevamo il copione
di una vita da vivere
senza maschere
sul viso liscio,
senza ombre.
Gli occhi brillavano
di sane gioie.
Il triste non offuscava
quella luce, la nostra aurea.
Eppure, segnati dagli anni,
qualcosa riaffiora.
No, non la nostalgia,
ma la pianta seminata
dal vento
il tempo delle illusioni
cantandole al freddo
e sotto il sole.
Quello dei giovani segreti,
del cuore leggero
Leggevamo il copione
di una vita da vivere
senza maschere
sul viso liscio,
senza ombre.
Gli occhi brillavano
di sane gioie.
Il triste non offuscava
quella luce, la nostra aurea.
Eppure, segnati dagli anni,
qualcosa riaffiora.
No, non la nostalgia,
ma la pianta seminata
dal vento
Poesia senza senso
poesia senza senso,
così, fatta per mettere
insieme due parole.
frasi sciolte, solo per
giocare, mentre sei ...
nel letto e guardi il
soffitto. Giochi di
rima, cadenze
qua e là, senza
immaginare cosa
andranno a costruire.
poesia senza senso,
magari poi ce l' ha,
dietro ad ogni frase,
la vita ed il suo perchè
così, fatta per mettere
insieme due parole.
frasi sciolte, solo per
giocare, mentre sei ...
nel letto e guardi il
soffitto. Giochi di
rima, cadenze
qua e là, senza
immaginare cosa
andranno a costruire.
poesia senza senso,
magari poi ce l' ha,
dietro ad ogni frase,
la vita ed il suo perchè
venerdì 24 ottobre 2014
Amiche
E forse, in quel giorno,
è nascosto il segreto
di due vite prese a morsi,
sfilacciate coi denti
per goderle fino in fondo
Passione del vivere i pensieri,
facendosi largo tra pietre
che cadono addosso
come pioggia.
Spicchi di libertà,
angoli di umanità,
guidati da conoscenza
per far crescere il cuore
è nascosto il segreto
di due vite prese a morsi,
sfilacciate coi denti
per goderle fino in fondo
Passione del vivere i pensieri,
facendosi largo tra pietre
che cadono addosso
come pioggia.
Spicchi di libertà,
angoli di umanità,
guidati da conoscenza
per far crescere il cuore
giovedì 16 ottobre 2014
Amici veri
Regalami la tua storia, se vuoi,
fatta di angoli umanità, di sogni.
Donami ciò che vuoi, basta sia tuo
Rileggi con calma il tuo pentagramma
e sorriderai o piangerai con me....
Vieni a mani piene, io le renderò nude
e quando nude saranno le mie,
le colmeremo con una stretta,
dove le nostre dite si incroceranno
e sentiremo il sangue pulsare.
Forse non saremmo capaci
di comprenderci, forse si.
Ma anche una battaglia
può essere d'onore e lealtà.
Vieni, che tu sia donna,
che tu sia uomo, non importa.
Ciò che vale è solo il lento
cammino della tua vita sulla mia.
fatta di angoli umanità, di sogni.
Donami ciò che vuoi, basta sia tuo
Rileggi con calma il tuo pentagramma
e sorriderai o piangerai con me....
Vieni a mani piene, io le renderò nude
e quando nude saranno le mie,
le colmeremo con una stretta,
dove le nostre dite si incroceranno
e sentiremo il sangue pulsare.
Forse non saremmo capaci
di comprenderci, forse si.
Ma anche una battaglia
può essere d'onore e lealtà.
Vieni, che tu sia donna,
che tu sia uomo, non importa.
Ciò che vale è solo il lento
cammino della tua vita sulla mia.
mercoledì 15 ottobre 2014
Cammino
A tastoni in una notte boreale,
dove i silenzi sono ghiaia
in fondo ad un mare.
e così, tra onde e silenzi,
proseguo il cammino....
La notte è lunga, sembra
non cedere al giorno.
Continuo cieca,ma sicura
viaggiando nell' onirico,
mi appoggio al bastone
di certezze da scoprire.
Non so cosa squarcerà
il mio lento passo pellegrino,
urto spigoli sconosciuti
ed improvvisi, ma le
mani toccano, plasmano
i confini del mio mondo
e prendono forme vere
verso l' infinito.
dove i silenzi sono ghiaia
in fondo ad un mare.
e così, tra onde e silenzi,
proseguo il cammino....
La notte è lunga, sembra
non cedere al giorno.
Continuo cieca,ma sicura
viaggiando nell' onirico,
mi appoggio al bastone
di certezze da scoprire.
Non so cosa squarcerà
il mio lento passo pellegrino,
urto spigoli sconosciuti
ed improvvisi, ma le
mani toccano, plasmano
i confini del mio mondo
e prendono forme vere
verso l' infinito.
domenica 5 ottobre 2014
Ferma
Ferma, come aria
in una umida notte d'estate.
Immobile, come pozzanghera
quando cessa la pioggia.
Silenzio, non una parola....
Il cuore scoppia, la vita va.
Nulla intorno, niente
Sperare in cosa?
Neanche quello si
affaccia per te.
Ormai lo hai capito:
è solo un contare
di giorni e di notti.
settimane in girotondo,
stagioni sempre uguali.
Pregare non sai
in una umida notte d'estate.
Immobile, come pozzanghera
quando cessa la pioggia.
Silenzio, non una parola....
Il cuore scoppia, la vita va.
Nulla intorno, niente
Sperare in cosa?
Neanche quello si
affaccia per te.
Ormai lo hai capito:
è solo un contare
di giorni e di notti.
settimane in girotondo,
stagioni sempre uguali.
Pregare non sai
venerdì 3 ottobre 2014
la felicità sbagliata
E mi manca quel giorno
di felicità sbagliata,
il caldo del sole sulla faccia,
le mie lacrime, il tuo volto
curioso e triste per me....
Chissà cosa cercavamo
confusi nel turbine
dei pensieri
a briglia sciolta.
Era novembre,
mese di nebbie
e di piogge,
e lo vivemmo
con paure diverse
. E poi, e poi...
uno sbattere di porta
, il buio e domande
senza risposte.
Il mio male, e il nostro
tranquillo, nuovo sorriso
di felicità sbagliata,
il caldo del sole sulla faccia,
le mie lacrime, il tuo volto
curioso e triste per me....
Chissà cosa cercavamo
confusi nel turbine
dei pensieri
a briglia sciolta.
Era novembre,
mese di nebbie
e di piogge,
e lo vivemmo
con paure diverse
. E poi, e poi...
uno sbattere di porta
, il buio e domande
senza risposte.
Il mio male, e il nostro
tranquillo, nuovo sorriso
domenica 28 settembre 2014
Tempeste
Se non sopravviverò alle tempeste,
mettetemi là, dove il ghiacciaio
diventa rosa, prima delle ombre.
Un pezzo tra antichi ruderi,
uno nel blu del mare....
Io sono parte di questi,
perché è il mio mondo
Io sono acqua fredda,
turbolenta, calda.
Sono orgoglio di un tempo,
una vita in cui tuffarsi.
Sono lacrime, una risata.
Sono gli occhi che guardano
il bello, e un'anima che sfugge;
il culto del libero e dell' indomito
senza riserve; un cuore caparbio,
ma attento, racchiuso nell' ostrica
di solitudine tra la gente.
Se non sopravviverò alle tempeste,
rammentate di me solo il sorriso
mettetemi là, dove il ghiacciaio
diventa rosa, prima delle ombre.
Un pezzo tra antichi ruderi,
uno nel blu del mare....
Io sono parte di questi,
perché è il mio mondo
Io sono acqua fredda,
turbolenta, calda.
Sono orgoglio di un tempo,
una vita in cui tuffarsi.
Sono lacrime, una risata.
Sono gli occhi che guardano
il bello, e un'anima che sfugge;
il culto del libero e dell' indomito
senza riserve; un cuore caparbio,
ma attento, racchiuso nell' ostrica
di solitudine tra la gente.
Se non sopravviverò alle tempeste,
rammentate di me solo il sorriso
venerdì 26 settembre 2014
Alberi
A volte ci sono alberi
piegati dal vento,
così come gli uomini
prostrati dalle disgrazie.
Schiaffeggiati da raffiche...
improvvise e sorprendenti.
Spogliati dalla dignità,
dalla loro bellezza.
Sradicati dal loro credo,
costretti a murarsi
per non soffrire.
Il vento continua
a stormire violento,
ma gli alberi resistono,
si aggrappano alla terra,
non mollano, ed anche
quando cedono,
raccontano la
loro battaglia,
più sono stremati,
più ci dicono, parlano.
Ma poi, il loro seme viene
ancora sparso nel ventre,
e una nuova vita,
una nuova guerra
germogliano ridenti
piegati dal vento,
così come gli uomini
prostrati dalle disgrazie.
Schiaffeggiati da raffiche...
improvvise e sorprendenti.
Spogliati dalla dignità,
dalla loro bellezza.
Sradicati dal loro credo,
costretti a murarsi
per non soffrire.
Il vento continua
a stormire violento,
ma gli alberi resistono,
si aggrappano alla terra,
non mollano, ed anche
quando cedono,
raccontano la
loro battaglia,
più sono stremati,
più ci dicono, parlano.
Ma poi, il loro seme viene
ancora sparso nel ventre,
e una nuova vita,
una nuova guerra
germogliano ridenti
mercoledì 24 settembre 2014
lunedì 22 settembre 2014
Fantasmi
E il fantasma avanza,
catene pesanti porta.
Non lo voglio udire,
quel suono stridulo
è ricordo di una guerra
senza sangue
Io e il fantasma
eravamo soldati
in due trincee
forse le stesse
, tracciate su solchi
di un amore senza amore,
di un odio senza odio.
Le catene avanzano lente,
il sudario mi vuole avvolgere.
Ma oggi, per me,
è aurora e poi alba.
e il fantasma va,
col fardello di un enigma
catene pesanti porta.
Non lo voglio udire,
quel suono stridulo
è ricordo di una guerra
senza sangue
Io e il fantasma
eravamo soldati
in due trincee
forse le stesse
, tracciate su solchi
di un amore senza amore,
di un odio senza odio.
Le catene avanzano lente,
il sudario mi vuole avvolgere.
Ma oggi, per me,
è aurora e poi alba.
e il fantasma va,
col fardello di un enigma
domenica 14 settembre 2014
Avatar
Notte che getti lontano
l' avatar di me stessa,
che scarti sogni e pensieri miei,
che restitusci al corpo la mente
, non farmi dormire, ...
non farmi sprecare nel sonno
la gioia di vivere questa parte di me.
Le coltri custodiscono il mio scrigno
l'anima erra libera nella stanza,
e mentre attendo un' alba vampiro
, io sono qui, e vivo...
l' avatar di me stessa,
che scarti sogni e pensieri miei,
che restitusci al corpo la mente
, non farmi dormire, ...
non farmi sprecare nel sonno
la gioia di vivere questa parte di me.
Le coltri custodiscono il mio scrigno
l'anima erra libera nella stanza,
e mentre attendo un' alba vampiro
, io sono qui, e vivo...
lunedì 8 settembre 2014
Noi e loro
Te li ricordi quei due ragazzi per la strada?
Il pianto di lui, l' abbraccio di lei
a proteggere la sua fragilità.
Noi camminavamo
per strada, avvolti
nei cappotti, in fretta
verso casa, sottobraccio,
ma avvezzi al nostro
vivere stanco.
Tu quasi non badasti
a loro, a quell' angolo
di giovane umanità.
Ma io mi riconobbi,
quei capelli lunghi,
proprio come i miei,
e quel pianto di lui
per far sorridere te
Il pianto di lui, l' abbraccio di lei
a proteggere la sua fragilità.
Noi camminavamo
per strada, avvolti
nei cappotti, in fretta
verso casa, sottobraccio,
ma avvezzi al nostro
vivere stanco.
Tu quasi non badasti
a loro, a quell' angolo
di giovane umanità.
Ma io mi riconobbi,
quei capelli lunghi,
proprio come i miei,
e quel pianto di lui
per far sorridere te
lunedì 1 settembre 2014
Mistero notturno
È la notte appare
come una nera strega
fatta di sogni, misteri e paure
Ruota il suo mantello,
è complice degli amanti
, di gatti vellutati,
di ubriachi disillusi.
Solo chi dorme
senza immagini,
non potrà mai sperare.
come una nera strega
fatta di sogni, misteri e paure
Ruota il suo mantello,
è complice degli amanti
, di gatti vellutati,
di ubriachi disillusi.
Solo chi dorme
senza immagini,
non potrà mai sperare.
domenica 31 agosto 2014
All' amico ritrovato
Il tempo passa, vola, e i ricordi
sono coriandoli gettati all' indietro.
Chi eri, chi sei, non lo so.
Neanche la mia vita ti ha giudicato.
Frasi taglienti, molte;
fango gettato su me, tanto.
Incapace di conoscermi,
o proprio non volerlo?
Mani in tasca, l' imbarazzo di essere lì,
in un in un mondo non tuo.
E artigli a difesa di latifondi
di meschinità contro cui combattevi.
Pensieri, e una ruga sulla fronte,
e lo sguardo perdeva il suo
metallico lampo.
Chissà se sognavi il tuo mare...
O forse era un lago, dove
galleggiano gli anni migliori?
tutti abbiamo creduto, sperando
in un mondo di pari, guardando
dritto all' orizzonte infinito.
poi, la delusione, il crollo,
l'accasciarsi nello scontato
che ci avviluppa.
Il folletto che è in te, non
vuole andarsene; sta lì,
torna sghignazzando stridulo.
Così, sorgi dalla tua noia,
cercando qualcosa che non sai,
navigando a vista.
E' un attimo, forse un periodo
o degli interi giorni.
Poi capisci, ti svegli,
e stringi forte la mano
alla dolce certezza.
sono coriandoli gettati all' indietro.
Chi eri, chi sei, non lo so.
Neanche la mia vita ti ha giudicato.
Frasi taglienti, molte;
fango gettato su me, tanto.
Incapace di conoscermi,
o proprio non volerlo?
Mani in tasca, l' imbarazzo di essere lì,
in un in un mondo non tuo.
E artigli a difesa di latifondi
di meschinità contro cui combattevi.
Pensieri, e una ruga sulla fronte,
e lo sguardo perdeva il suo
metallico lampo.
Chissà se sognavi il tuo mare...
O forse era un lago, dove
galleggiano gli anni migliori?
tutti abbiamo creduto, sperando
in un mondo di pari, guardando
dritto all' orizzonte infinito.
poi, la delusione, il crollo,
l'accasciarsi nello scontato
che ci avviluppa.
Il folletto che è in te, non
vuole andarsene; sta lì,
torna sghignazzando stridulo.
Così, sorgi dalla tua noia,
cercando qualcosa che non sai,
navigando a vista.
E' un attimo, forse un periodo
o degli interi giorni.
Poi capisci, ti svegli,
e stringi forte la mano
alla dolce certezza.
martedì 26 agosto 2014
Gocce
Qui, in questa terra,
dove è parte di noi.
Sarò evanescente un giorno,
e sfiorerò i crinali crudi
in mezzo al vento.
Lassù forse ci capiremo,
e la tua pacata voce
mi giungerà nell'aria.
Sfioremo gli alberi,
accarezzeremo le foglie
e saremo aria tersa
e gocce di pioggia
senza limiti
dove è parte di noi.
Sarò evanescente un giorno,
e sfiorerò i crinali crudi
in mezzo al vento.
Lassù forse ci capiremo,
e la tua pacata voce
mi giungerà nell'aria.
Sfioremo gli alberi,
accarezzeremo le foglie
e saremo aria tersa
e gocce di pioggia
senza limiti
Volver
Non lasciatemi partire,
legatemi
a questa casa, a
questo monte
che veglia e protegge.
Vorrei restare qui,
col brusio delle voci
e del vento,
l'odore dei camini
nel raccolto inverno,...
e le due farfalle
che si incontrano nell' estate.
Non sradicate il mio
cuore; lì, in un angolo,
dentro un metro di terra,
l'angelo dorme,
sotto una rosa vermiglia
legatemi
a questa casa, a
questo monte
che veglia e protegge.
Vorrei restare qui,
col brusio delle voci
e del vento,
l'odore dei camini
nel raccolto inverno,...
e le due farfalle
che si incontrano nell' estate.
Non sradicate il mio
cuore; lì, in un angolo,
dentro un metro di terra,
l'angelo dorme,
sotto una rosa vermiglia
domenica 3 agosto 2014
Verso le stelle
La notte va, mi culla dolce,
mi abbraccia
nel suo mondo onirico
dove io, ammantata
di stelle, mi aggiro.
Strega, non fata,
perché mistero tutto diventa.
Mi scioglierò nell'alba,
cadranno ii veli,
e sarò dono
occulto per un nuovo
che sorgerà
mi abbraccia
nel suo mondo onirico
dove io, ammantata
di stelle, mi aggiro.
Strega, non fata,
perché mistero tutto diventa.
Mi scioglierò nell'alba,
cadranno ii veli,
e sarò dono
occulto per un nuovo
che sorgerà
sabato 26 luglio 2014
Pioggia
Pioggia, pioggia dentro te,
dentro me.
Silenzio, gocce, freddo.
Qui, nella nostra gabbia,
in noi la violenza dei lampi
che tagliano i nostri
vuoti, e in due le anime
che ci appartengono.
E domani, domani
forse arriverà un sole,
e un bacio umido
in un arcobaleno
dentro me.
Silenzio, gocce, freddo.
Qui, nella nostra gabbia,
in noi la violenza dei lampi
che tagliano i nostri
vuoti, e in due le anime
che ci appartengono.
E domani, domani
forse arriverà un sole,
e un bacio umido
in un arcobaleno
venerdì 25 luglio 2014
mercoledì 23 luglio 2014
Mattino
Afferrare i sogni come palloncini
e viaggiare in alto, sentirsi leggeri
, e poi riaprire gli occhi svuotati di tutto.
E il fresco del nuovo giorno
ha già deterso quel che è stato ieri.
Aprirsi all'oggi buttando in alto le lenzuola.
E ancora:farsi belle
e anche se non ti guardano più, che importa?
Sei sempre e solo tu
e viaggiare in alto, sentirsi leggeri
, e poi riaprire gli occhi svuotati di tutto.
E il fresco del nuovo giorno
ha già deterso quel che è stato ieri.
Aprirsi all'oggi buttando in alto le lenzuola.
E ancora:farsi belle
e anche se non ti guardano più, che importa?
Sei sempre e solo tu
domenica 13 luglio 2014
Luglio 1943
Laceri gli abiti delle donne,
come pugni di mille dadi
sparsi nelle vie del Verano.
Sangue e polvere, polvere
e sangue ancora.
Odore acre di bombe
e lacrime, sudore...
Poi, visi dei morti
due volte, eterne
maschere e maschere vive....
Caldo, lezzo, vecchie case
Panni diventati stracci
e povere umili cose
disperse sulle strade.
E gli occhi, gli occhi vuoti
unica vera catena tra chi c'era
e di chi se ne era andato.
come pugni di mille dadi
sparsi nelle vie del Verano.
Sangue e polvere, polvere
e sangue ancora.
Odore acre di bombe
e lacrime, sudore...
Poi, visi dei morti
due volte, eterne
maschere e maschere vive....
Caldo, lezzo, vecchie case
Panni diventati stracci
e povere umili cose
disperse sulle strade.
E gli occhi, gli occhi vuoti
unica vera catena tra chi c'era
e di chi se ne era andato.
sabato 12 luglio 2014
giovedì 5 giugno 2014
Anime
Il cuore cambia, non batte sempre
per chi ci lascia una delusione.
I giorni volano leggeri, o pesanti
Gioia, allegria, oppure tristezza:
questo ci detta il cuore....
E' mutevole, varia, e bastano
istanti nuovi per poter cambiare
Il cuore, in fondo non ci appartiene
se ne va dietro a piccoli mondi diversi.
Ma l'anima no, l'anima non perdona
nel bene, nel male, è sempre tua
resta con te. L' anima siamo noi
è il nostro vero io immortale.
Ci segue ovunque e le sue ferite
non si curano. Possono rimarginarsi,
ma restano. Ma anche ciò che ci ha fatto
bene, resterà tatuato, neanche questo
ci abbandona. L' anima è una bilancia,
l'equilibrio del nostro infinito
per chi ci lascia una delusione.
I giorni volano leggeri, o pesanti
Gioia, allegria, oppure tristezza:
questo ci detta il cuore....
E' mutevole, varia, e bastano
istanti nuovi per poter cambiare
Il cuore, in fondo non ci appartiene
se ne va dietro a piccoli mondi diversi.
Ma l'anima no, l'anima non perdona
nel bene, nel male, è sempre tua
resta con te. L' anima siamo noi
è il nostro vero io immortale.
Ci segue ovunque e le sue ferite
non si curano. Possono rimarginarsi,
ma restano. Ma anche ciò che ci ha fatto
bene, resterà tatuato, neanche questo
ci abbandona. L' anima è una bilancia,
l'equilibrio del nostro infinito
giovedì 22 maggio 2014
Per te, Giovanni (ricordando Ricordando Giovanni Falcone)
Auguri, a te, lassù
tra i giusti come te,
con il pacato sorriso,
di chi sa essere uomo.
Tu che ignorando ogni...
paura, hai tracciato
la tua strada, delineando
l'anima, il cuore, la mente
Mille parti del tuo corpo
sono stati sparsi nel
vento, per giungere
a chi ti avrebbe creduto
e conservato.
Chi ti ha ucciso,
ti ha reso più vivo dei vivi.
Un morto non cammina,
ma tu cammini con me.
Sei trai i gioielli preziosi
che conservo stretti.
Sorridi, sorridi, ancora,
Giovanni Falcone; ecco,
io dischiudo le labbra:
fallo anche attraverso me
tra i giusti come te,
con il pacato sorriso,
di chi sa essere uomo.
Tu che ignorando ogni...
paura, hai tracciato
la tua strada, delineando
l'anima, il cuore, la mente
Mille parti del tuo corpo
sono stati sparsi nel
vento, per giungere
a chi ti avrebbe creduto
e conservato.
Chi ti ha ucciso,
ti ha reso più vivo dei vivi.
Un morto non cammina,
ma tu cammini con me.
Sei trai i gioielli preziosi
che conservo stretti.
Sorridi, sorridi, ancora,
Giovanni Falcone; ecco,
io dischiudo le labbra:
fallo anche attraverso me
martedì 20 maggio 2014
20 maggio 2012
lo ricordate quel mattino?
immersi nel sonno, storditi
impotenti e tremanti. Non ...
c'era tempo per avere paura
aspettavamo, e aspettavamo
perché passasse, volevamo
quasi che tornasse, per
avere la conferma di esser
ancora vivi. Fuori era tetro
aria tesa, ferma, anche se la
morte era lontana. Noi
appesi al filo della vita,
gli occhi sbarrati tra il
buio e la luce di quel
giorno. E lei, la morte,
passava sfiorandoci,
sentivamo il fruscìo.
polvere e lacrime
e poi il silenzio.
Oggi, calli sulle mani
sempre più duri,
sorrisi di speranza
a mascherare l'angoscia
e voglia, tanta, di dire:
domani...
giovedì 15 maggio 2014
Quiete
Tienimi compagnia dolce notte,
con i sogni che non sono sogni
ma realtà nel futuro meno futuro
Tienimi compagnia, coccolami
abbracciami stretta notte, ...
sui quei cuori ormai spenti
dei miei cari tutti, spenti, si,
ma dalle anime che palpitano
unite nel giardino dei pensieri
con l'allegria sincera, giocosa
di quel piccolo essere che ho
tanto amato.Fammi rivivere
tutta la gioia che mi donava.
Non darmi incubi, sposta
le tende al soffio di un vento,
e sorridimi mentre svanisci
piano piano, come candela
consumata dal sonno.
con i sogni che non sono sogni
ma realtà nel futuro meno futuro
Tienimi compagnia, coccolami
abbracciami stretta notte, ...
sui quei cuori ormai spenti
dei miei cari tutti, spenti, si,
ma dalle anime che palpitano
unite nel giardino dei pensieri
con l'allegria sincera, giocosa
di quel piccolo essere che ho
tanto amato.Fammi rivivere
tutta la gioia che mi donava.
Non darmi incubi, sposta
le tende al soffio di un vento,
e sorridimi mentre svanisci
piano piano, come candela
consumata dal sonno.
sabato 10 maggio 2014
giovedì 1 maggio 2014
L' urlo
Urlo di silenzi di questo giorno inutile.
Senza un perché, senza una verità
Tu, lontano non ascolti, non senti.
Trascino le mie cose, i miei oggetti,
passo dopo passo, un piede dietro
l'altro, così...
Muro, muro,muro.
sei dentro una giara di piombo
in fondo ad un mare incrostata dal
tempo. Non so neanche in quale mare sei
La mia mente corre sul filo delle supposizioni
Cerco di pensare, non ci riesco. Tu pensi?
Riesci a pensare? Ti penso libero allegro
senza di me, airone in volo che spiega
le sue ali, elegante nel suo cielo.
Ma dimmi, hai un meta?
e dentro di te, è primavera o autunno?
Sei libero dentro, o forse c'è ancora
qualcosa che urla dentro te?
Si, io il tuo grido lo sento da qui:
non disperazione, solo paura
Senza un perché, senza una verità
Tu, lontano non ascolti, non senti.
Trascino le mie cose, i miei oggetti,
passo dopo passo, un piede dietro
l'altro, così...
Muro, muro,muro.
sei dentro una giara di piombo
in fondo ad un mare incrostata dal
tempo. Non so neanche in quale mare sei
La mia mente corre sul filo delle supposizioni
Cerco di pensare, non ci riesco. Tu pensi?
Riesci a pensare? Ti penso libero allegro
senza di me, airone in volo che spiega
le sue ali, elegante nel suo cielo.
Ma dimmi, hai un meta?
e dentro di te, è primavera o autunno?
Sei libero dentro, o forse c'è ancora
qualcosa che urla dentro te?
Si, io il tuo grido lo sento da qui:
non disperazione, solo paura
domenica 30 marzo 2014
l'anima vuota è solo mia
A chi racconto i miei giorni,
a chi parlo di cosa farò, a
chi dico che sono triste,
allegra, annoiata?
Un divano vuoto non ascolta.
E' lì,bianco immobile, fermo.
Mi manchi, ma ti vedo, ti sento
vedo i tuoi atteggiamenti,immagino
gli occhi che hai. quali progetti avrai?
Lo so, io rompo, ma non so chi ti curerà,...
chi ti vedrà sorridere, o piangere.
Chi sentirà il tuo maledire sempre
le stesse cose? Lontano, lontano da me,
possibile, è vero, è un incubo, svegliatemi!
non apro il tuo vuoto armadio,
a chi parlo di cosa farò, a
chi dico che sono triste,
allegra, annoiata?
Un divano vuoto non ascolta.
E' lì,bianco immobile, fermo.
Mi manchi, ma ti vedo, ti sento
vedo i tuoi atteggiamenti,immagino
gli occhi che hai. quali progetti avrai?
Lo so, io rompo, ma non so chi ti curerà,...
chi ti vedrà sorridere, o piangere.
Chi sentirà il tuo maledire sempre
le stesse cose? Lontano, lontano da me,
possibile, è vero, è un incubo, svegliatemi!
non apro il tuo vuoto armadio,
sembra il mio cuore,
non i tuoi cassetti,
non i tuoi cassetti,
sembrano la mia anima.
E il frigo, la scrivania.
E il frigo, la scrivania.
.cerco i tuoi oggetti,
non ci sono.
non ci sono.
Due foto soltanto, fredde su di me
domenica 23 marzo 2014
Cantare l'amore
Ho scritto l'amore degli altri,
per gli altri ne ho goduto
Ho scritto la passione,
e gli attimi, e i momenti
Ho vestito i loro panni,
e come loro li ho tolti.
Più facile si, cantare
cuori estranei che non sai.
io il mio non lo canto,
l'emozione soverchia
le mie parole, e più
dolci non le trovo.
Sono mie, non le dono.
L'orto che coltivo,
appartiene solo a me
per gli altri ne ho goduto
Ho scritto la passione,
e gli attimi, e i momenti
Ho vestito i loro panni,
e come loro li ho tolti.
Più facile si, cantare
cuori estranei che non sai.
io il mio non lo canto,
l'emozione soverchia
le mie parole, e più
dolci non le trovo.
Sono mie, non le dono.
L'orto che coltivo,
appartiene solo a me
venerdì 21 marzo 2014
Primavera
E campi verdi, e margherite, e fiori.
Linfa che cambia per animi stanchi.
dolce ricomincia la vita
Speranza rinnovata del nostro
essere. Togliere il pesante fardello
dell' inverno andato, Nuova gioia,
forse anche dolori nuovi, ma che
placheranno nel tepore di un giorno
il loro acuto spasimo.
Voglia di aprire se stessi,
di allargare il dentro che è in noi.
E rinascere sempre, partorirsi ancora
Linfa che cambia per animi stanchi.
dolce ricomincia la vita
Speranza rinnovata del nostro
essere. Togliere il pesante fardello
dell' inverno andato, Nuova gioia,
forse anche dolori nuovi, ma che
placheranno nel tepore di un giorno
il loro acuto spasimo.
Voglia di aprire se stessi,
di allargare il dentro che è in noi.
E rinascere sempre, partorirsi ancora
Tornare
due amiche del liceo che ancora ti cercano,
due donne, un tempo ragazze come te
e capisci che Roma e là, ti aspetta.
Che la tua vita è laggiù, che i fili
non si sono spezzati. I tuoi ricordi...
sono i loro, la loro vita è stata la tua.
Sempre, sempre qualcosa che torna
che non ti abbandona, che non ti
lascia andare, che ti prende da un lato
del cuore e ti porta via. ti senti strattonare,
ti senti spezzata in due, corri col pensiero
trasportata dal tuo vero io, Ecco, lo senti
Roma ti sta chiamando, sta urlando il
tuo nome, ti vuole, sei sua, ancora
due donne, un tempo ragazze come te
e capisci che Roma e là, ti aspetta.
Che la tua vita è laggiù, che i fili
non si sono spezzati. I tuoi ricordi...
sono i loro, la loro vita è stata la tua.
Sempre, sempre qualcosa che torna
che non ti abbandona, che non ti
lascia andare, che ti prende da un lato
del cuore e ti porta via. ti senti strattonare,
ti senti spezzata in due, corri col pensiero
trasportata dal tuo vero io, Ecco, lo senti
Roma ti sta chiamando, sta urlando il
tuo nome, ti vuole, sei sua, ancora
mercoledì 19 marzo 2014
San Giuseppe
Vabbè, parlamo un po' de sto poraccio,
marito, padre, trattato come straccio
Non si seppe mai che fine fece
lui che der Signore fu la vece.
E cerca casa, e monta sur somaro,
sotto quer cielo che nun era chiaro.
Certo che fu un bell' impegno,
per lui che conosceva solo legno
E poi, in mezzo a tutti sti stenti,
evità la strage degli Innocenti....
Lui che era n' omo assai riservato,
che tutta na vita avea sgobbato,
je toccò un ruolo minimo, marginale,
accanto alla madonna virginale
Mo' nun se sa come a finì agnede,
se n'altra donna alfine gliela diede.
Me auguro tanto che dopo ste emozioni
se sia tolto uno o due soddisfazioni
marito, padre, trattato come straccio
Non si seppe mai che fine fece
lui che der Signore fu la vece.
E cerca casa, e monta sur somaro,
sotto quer cielo che nun era chiaro.
Certo che fu un bell' impegno,
per lui che conosceva solo legno
E poi, in mezzo a tutti sti stenti,
evità la strage degli Innocenti....
Lui che era n' omo assai riservato,
che tutta na vita avea sgobbato,
je toccò un ruolo minimo, marginale,
accanto alla madonna virginale
Mo' nun se sa come a finì agnede,
se n'altra donna alfine gliela diede.
Me auguro tanto che dopo ste emozioni
se sia tolto uno o due soddisfazioni
lunedì 17 marzo 2014
Compagni di sè
Bello stare con la mente sospesa.
Terminare per un solo attimo
d' esser funambolo della tua vita
Due minuti compagni di sè, null' altro
Solo pensieri miei, solo immagini mie.
Ricordarsi di sé, in un solo respiro
Terminare per un solo attimo
d' esser funambolo della tua vita
Due minuti compagni di sè, null' altro
Solo pensieri miei, solo immagini mie.
Ricordarsi di sé, in un solo respiro
venerdì 14 marzo 2014
Bonanotte...
Bonanotte a sta Roma appassionata.
a chi non l' ha mai e mai dimenticata.
bonanotte a tutti i gatti già assonnati
ai felici, ai ladri, agli innammorati
a chi lavora nella Roma silenziosa...
indove puro la caciara s'ariposa.
Bonanotte ai monumenti, ar fiume,
a ogni finestra che c'ha un barlume,
Bonanotte a ogni strada dei quartieri
dove vivono i romani, quelli veri.
E domani n'altra alba tutta rosa,
sveglierà sta città tanto radiosa.
a chi non l' ha mai e mai dimenticata.
bonanotte a tutti i gatti già assonnati
ai felici, ai ladri, agli innammorati
a chi lavora nella Roma silenziosa...
indove puro la caciara s'ariposa.
Bonanotte ai monumenti, ar fiume,
a ogni finestra che c'ha un barlume,
Bonanotte a ogni strada dei quartieri
dove vivono i romani, quelli veri.
E domani n'altra alba tutta rosa,
sveglierà sta città tanto radiosa.
Il massimo della vita (dedicato a M.B.)
Lasciala urlare la tua anima, amico mio.
Esci dal tuo guscio prossemico, vivi.
Torna ragazzo, sii tu, come già eri
Trova te stesso ancora una volta.
Io che ricordo il lampo dei tuoi occhi
vorrei vedere quella scintilla.
Ora è il tempo, ora di nuovo puoi.
Scuoti il fardello dalle tue spalle.
E' pesante, lo so,ma te lo devi.
Ciò che non è stato, sarà di nuovo.
Sei ricco sai? ricco di te stesso.
Non cadrai negli errori, avrai pace.
La vita è seduta laggiù e ti attende.
Volta quell' angolo, ti prego, corri!
L' abulia non t'appartiene, ignorala!
Un nuovo sorriso ti aspetta insieme
ad altri.
Scappa,vola, vai...
Esci dal tuo guscio prossemico, vivi.
Torna ragazzo, sii tu, come già eri
Trova te stesso ancora una volta.
Io che ricordo il lampo dei tuoi occhi
vorrei vedere quella scintilla.
Ora è il tempo, ora di nuovo puoi.
Scuoti il fardello dalle tue spalle.
E' pesante, lo so,ma te lo devi.
Ciò che non è stato, sarà di nuovo.
Sei ricco sai? ricco di te stesso.
Non cadrai negli errori, avrai pace.
La vita è seduta laggiù e ti attende.
Volta quell' angolo, ti prego, corri!
L' abulia non t'appartiene, ignorala!
Un nuovo sorriso ti aspetta insieme
ad altri.
Scappa,vola, vai...
mercoledì 12 marzo 2014
Parole
ho scritto parole, virgole e punti.
Senso ad un pensiero per farne
realtà. Sono sferzanti, ma
dicono il vero. Magari non piaceranno,
ma sono io. C' è da leggere tra queste righe,
c'è un cervello, ed il cervello non si scrive.
E chi legge interpreta con il suo cuore ed
il suo momento. Sarà felice, se è felice,
affranto se lo è di suo. Le parole sono
sempre nostre. Le migliori non saranno
mai perfette. Diverranno voli per tutti
e per nessuno, e forse solo male
per chi si riconosce
Senso ad un pensiero per farne
realtà. Sono sferzanti, ma
dicono il vero. Magari non piaceranno,
ma sono io. C' è da leggere tra queste righe,
c'è un cervello, ed il cervello non si scrive.
E chi legge interpreta con il suo cuore ed
il suo momento. Sarà felice, se è felice,
affranto se lo è di suo. Le parole sono
sempre nostre. Le migliori non saranno
mai perfette. Diverranno voli per tutti
e per nessuno, e forse solo male
per chi si riconosce
lunedì 10 marzo 2014
Cielo romano
Cielo bianco di Roma maculato
da striduli storni; di rondini che
come me, tornano e non se ne
vogliono più andare
Cielo che sanguina, esponendo...
trionfi, morti e decadenze.
Poi stelle, lune, luci sopra e luci
sotto. Pace e frenesie.
Giù, il fiume si stiracchia,
e continua indifferente.
Un barbone accende
il suo fuoco di cartoni,
Luce ancora nuova
per un sole che tramonta
da striduli storni; di rondini che
come me, tornano e non se ne
vogliono più andare
Cielo che sanguina, esponendo...
trionfi, morti e decadenze.
Poi stelle, lune, luci sopra e luci
sotto. Pace e frenesie.
Giù, il fiume si stiracchia,
e continua indifferente.
Un barbone accende
il suo fuoco di cartoni,
Luce ancora nuova
per un sole che tramonta
venerdì 7 marzo 2014
Cento poesie
Cento poesie, mille frammenti di me.
Tessere del mio mosaico.
Nascono viaggiando come meteore,
nei meandri dei pensieri miei.
Squarciando all' improvviso,
il velo sui miei occhi.
Come cunei negli anfratti
dei miei ieri, dei miei oggi.
Scritte negli angoli delle strade,
sulla riva del mare, come isola
di un mondo tutto mio.
Io, medium di me stessa,
mi rappresento.
E poi, ancora...
sotto la pelle degli amori altrui:
piccolo cristo di passioni non mie.
Tu ami, io amo per te.
Ecco, le mie mani sono vuote.
Si colmeranno domani,
nell'attimo ancora ignoto
Daniela Macciocchi - poesia n. 100
Tessere del mio mosaico.
Nascono viaggiando come meteore,
nei meandri dei pensieri miei.
Squarciando all' improvviso,
il velo sui miei occhi.
Come cunei negli anfratti
dei miei ieri, dei miei oggi.
Scritte negli angoli delle strade,
sulla riva del mare, come isola
di un mondo tutto mio.
Io, medium di me stessa,
mi rappresento.
E poi, ancora...
sotto la pelle degli amori altrui:
piccolo cristo di passioni non mie.
Tu ami, io amo per te.
Ecco, le mie mani sono vuote.
Si colmeranno domani,
nell'attimo ancora ignoto
Daniela Macciocchi - poesia n. 100
giovedì 6 marzo 2014
A te, Marina
Scivolato era il tuo passo,
inclinato, in punta di piedi.
Lo sguardo chiaro, caldo.
Voce sussurrata appena.
semplici le tue parole.
ma l'anima decisa
di chi abituato
a soffrire in modo antico.
Lo so, so che sei andata via
in silenzio, senza disturbare,
che non hai detto nulla,
neanche un addio.
Io lo so che con passo leggero
e soffice, hai salutato la vita,
per non essere ricordata.
No, non puoi, Marina,
è il tuo silenzio ora,
che ci racconta di te
inclinato, in punta di piedi.
Lo sguardo chiaro, caldo.
Voce sussurrata appena.
semplici le tue parole.
ma l'anima decisa
di chi abituato
a soffrire in modo antico.
Lo so, so che sei andata via
in silenzio, senza disturbare,
che non hai detto nulla,
neanche un addio.
Io lo so che con passo leggero
e soffice, hai salutato la vita,
per non essere ricordata.
No, non puoi, Marina,
è il tuo silenzio ora,
che ci racconta di te
Dono
Quante cose mi hai regalato
nella tua breve, sofferta vita.
Tu, puro, ed innocente,
uomo e bambino,
hai saputo insegnare
un amore nuovo,mai provato.
Un dono eri, e donato hai
tu, che dal destino non hai avuto,
hai regalato tutto, senza chiedere,
senza ricambio, né domande....
Vola, angelo mio, vola verso
il certo, dove mani sicure
saranno il tuo regalo,
per un vivere non vissuto.
nella tua breve, sofferta vita.
Tu, puro, ed innocente,
uomo e bambino,
hai saputo insegnare
un amore nuovo,mai provato.
Un dono eri, e donato hai
tu, che dal destino non hai avuto,
hai regalato tutto, senza chiedere,
senza ricambio, né domande....
Vola, angelo mio, vola verso
il certo, dove mani sicure
saranno il tuo regalo,
per un vivere non vissuto.
Stirpe
Filo del sangue, filo dell'anima;
filo dei pensieri e siamo noi.
Eccoci, abbiamo una storia,
dietro le spalle, non siamo
solo un nome come tanti....
Raccontiamoci i cammini divisi,
ricongiungiamoci qui o altrove,
che importa? Facciamolo.
Stirpe ramificata, ma con
uguali radici, perché
comprendiamo che mai
potremo stare lontani.
Cerchi nell' acqua, si,
ma unico è il sasso gettato.
Il nostro essere ci appartiene,
e le mani cercano con la sete
di conoscere un passato all' ombra.
Vieni, ti aspetto, torna, io
sono qui.
filo dei pensieri e siamo noi.
Eccoci, abbiamo una storia,
dietro le spalle, non siamo
solo un nome come tanti....
Raccontiamoci i cammini divisi,
ricongiungiamoci qui o altrove,
che importa? Facciamolo.
Stirpe ramificata, ma con
uguali radici, perché
comprendiamo che mai
potremo stare lontani.
Cerchi nell' acqua, si,
ma unico è il sasso gettato.
Il nostro essere ci appartiene,
e le mani cercano con la sete
di conoscere un passato all' ombra.
Vieni, ti aspetto, torna, io
sono qui.
domenica 2 marzo 2014
Domenica romana
Buona domenica a questa Roma
che profuma di abbacchio e fettuccine,
con le donne affaccendate dal mattino.
Con una gioia incognita che sa di semplice.
A chi porta i ragazzini al Gianicolo...
Pulcinella è ancora là che strilla
e Colombina è malizia ed innocenza.
Buona domenica al cannone
che lo senti in ogni parte.
Ed ogni romano lo sa,
che profuma di abbacchio e fettuccine,
con le donne affaccendate dal mattino.
Con una gioia incognita che sa di semplice.
A chi porta i ragazzini al Gianicolo...
Pulcinella è ancora là che strilla
e Colombina è malizia ed innocenza.
Buona domenica al cannone
che lo senti in ogni parte.
Ed ogni romano lo sa,
che quello è il segno
di un giorno che vola
di un giorno che vola
via verso il sereno.
Un passeggio lento,
Un passeggio lento,
un caffè, le chiacchere,
gli abiti stirati, le donne
gli abiti stirati, le donne
con il trucco ed il sorriso
oggi ci si accarezza,
oggi ci si accarezza,
ci si parla, ci si abbraccia
Oggi è un uomo, una donna
Oggi è un uomo, una donna
un parco un ragazzino,
oggi è lo sguardo ritrovato,
oggi è lo sguardo ritrovato,
di un amore ancora vivo
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